ASTI Ospedale della Confraterniota di San Giuliano - Ospedali d'Italia

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ASTI Ospedale della Confraterniota di San Giuliano

Ospedali Nord Ovest > Regione Piemonte > Asti e provincia

Il contenuto della scheda deriva integralmente dal testo: Dalla carità al Credito – ricchezza e povertà ad Asti dal Medioevo all’800 – a cura di Renato Bordone – edito dalla Cassa di Risparmio di Asti – 2005.
Ringrazio la Direzione della Banca d’Asti per l'autorizzazione  e condivisione all'uso dei contenuti.
Naturalmente ho dovuto riportare e condensare  in poche righe un lavoro, ben più ampio ed articolato, contenuto in un volume di sicuro pregio, e credo anche di difficile reperibilità,  che invito a leggere in quanto in esso ho trovato diversi passaggi che ricalcano, nel 700, molte situazioni di attualità.


L'ospedale della Confraternita di San Giuliano sembrerebbe essere il solo, in mezzo i numerosi ospedali ecclesiastici, ad essere gestito da laici (oltre a quello detto dei Mercanti) e ad essere in prevalenza dedito all'accoglienza dei pellegrini. Sappiamo della visita Apostolica del Peruzzi che nell'ultimo quarto del 500 l’edificio dell'ospedale conteneva 12 posti letto adibiti all'ospitalità di pauperes viatores e di pellegrini ai quali venivano somministrati soltanto il letto, il lume e la legna da ardere e null'altro perché allora l’ente non possedeva che un reddito di 50 scudi l'anno con il quale i confratelli provvedevano alla distribuzione di 8 sacchi di pane in occasione del triduo della Pentecoste e al pagamento di 9 scudi a un addetto e a una addetta all'ospedale; anche il giovedì santo venivano distribuiti un sacco di pane e sei misure di ceci, secondo rituali tipici delle confrerie.  Successivamente i pellegrini che si presentavano alla confraternita ottenevano 15 soldi, il posto letto e una minestra, nel caso in cui si fossero ammalati ricevevano anche cure e medicinali.

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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