NAPOLI Ospedale Santa Maria della Pace - Ospedali d'Italia

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NAPOLI Ospedale Santa Maria della Pace

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Il contenuto della scheda proviene dal sito "Derive Suburbane" che contiene un vasto archivio online di fotografie, informazioni e narrazioni incentrato esclusivamente sui luoghi abbandonati della Campania.

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Nel cuore del centro antico di Napoli, in Via tribunali, pregno di fascino antico e misterioso, si erge in tutta la sua maestosità l’ex Ospedale dei frati Ospedalieri di San Giovanni di Dio, meglio conosciuto dal popolo partenopeo, come Ospedale della Pace.
In origine era un antico palazzo nobiliare risalente alla fine del ‘500 ad opera di Giovanni Caracciolo.
Nel 1587  i frati Pietro Soriano e Sebastiano Arias fondarono l’Ospedale S. Maria della Pace, chiamato così perché la Vergine potesse salvare tutti i cristiani e dare loro la pace.
Oggi, l’ex ospedale della pace, è destinato agli uffici comunali. Eppure, nonostante la sua funzionalità, da tempo la struttura mostra segni di decadimento e non è stata realizzata una riqualificazione e un’adeguata manutenzione, almeno fino al 2009 cioè quando il complesso è stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco.
L’ospedale dei frati ospedalieri di San Giovanni, insieme alla chiesa di Santa Maria della Pace e alla Sala del Lazzaretto fanno parte di un unico complesso monumentale che porta il nome dell’omonima chiesa.
Nella Sala del Lazzaretto nel corso del XVII e del XVIII secolo venivano accolti e curati lebbrosi e appestati della città del Vesuvio. Uno stanzone lungo 60 metri cui si accede imboccando un grande scalone.
La Sala del “Lazzaretto”, così definita proprio per la tipologia di malati che un tempo ospitava (il plesso è stato parte integrante del vecchio nosocomio fino al 1970 quando l’impianto ha cessato l’attività ospedaliera per divenire edificio storico tutelato dalla Sovrintendenza dei Beni ambientali), racconta una storia di tristezza e di forte disagio sociale. Lo rivela ancora oggi il ballatoio che costeggia le pareti perimetrali dello stanzone: una sorta di balconata sospesa a mezza altezza da cui medici e inservienti calavano cibo e bevande agli infetti senza venire in contatto con loro, in modo da evitare il contagio.
Una piccola curiosità: ancora oggi, quando ci si riferisce ad una persona particolarmente lamentosa che per farsi commiserare, denuncia anche malanni immaginari, la si prende in giro con una citazione in dialetto : ” me par ospital a pace "

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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