Il contenuto della scheda è tratto integralmente dal testo : “Scritti e ricordi” di Enzo Barbano – 2020.
Ringrazio l’editore “centro libri punto incontro Varallo” per l’autorizzazione e condivisione dei contenuti.
Nel 1563 Don Maio di Varallo rattristato e commosso per lo spettacolo offerto da ammalati, soprattutto pellegrini recatisi al Sacro Monte per implorare delle Grazie, che possiamo immaginare forse praticamente giacenti sulla strada, adibì la sua stessa abitazione al Ricovero degli Infermi, capace di 5-6 letti. Era nato così il venerabile Spedale della Santissima Trinità in Varallo una delle più antiche istituzioni ospedaliere piemontesi. Ai primi anni del 1600 risale il trasferimento dell'ospedale in altro edificio. Abbisognando l'ospedale di un edificio religioso venne acquistata una cappella detta oratorio della trasfigurazione di nostro Signore e l’attiguo fabbricato. Il trasferimento comportò un ampliamento delle possibilità ricettive. Recita l'inventario: lenzuoli di tella numero 28 lettère di noci con i suoi fondi numero 8 lettère d'abete numero 11, letti di piumma numero 6 con piumazzi, bisacche da letto numero 21 e fu aperta una spezieria. Nel 1792 a seguito del lascito Alberganti, l'ospedale fu trasportato nel palazzo davanti alla Madonna delle Grazie; seguì anni più tardi la costruzione dell' ospizio dei cronici e, in tempi più vicini a noi, l'erezione del Padiglione Antonini, i completamenti e le ristrutturazioni degli anni trenta, l'edificazione del preventorio antitubercolare. I successivi grandi ampliamenti sono dei nostri anni. In questo ospedale furono ricoverati i morsicati dal terribile lupo idrofobo che assalì Varallo il 17 aprile 1781. Ed è solo il caso di ricordare quanto fatto, nei primi anni del 1800 per la diffusione della vaccinazione antivaiolosa contro l'incredulità popolare. E’ doveroso un pensiero allo scrupolo ed all’acume amministrativo con cui l’Ente è sempre stato governato come si evince dai vecchi rogiti e dagli antichi strumenti, e anche ai moltissimi benefattori. Impossibile invece elencare quanto fatto dalle opere di carità, dal volontariato, dai sacerdoti, dalle confraternite e dalle congregazioni religiose e che può trovare soddisfazione solo nell'orgoglio della missione compiuta.