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Da: i FBF a Venezia 1716-
Era il 1882 quando l'allora Provinciale dell'Ordine di San Giovanni di Dio decise l'acquisto di uno stabile in Venezia per instaurarvi una casa di cura per malattie medico-
Le spese che l'Ordine dovette affrontare furono notevoli. Quindi tra il 1882 ed il 1884 furono eseguiti interventi di restauro e di trasformazione edilizia per accogliere pazienti bisognosi di cure medico-
L'avvio della casa di cura di "San Raffaele Arcangelo" fu poco fortunato e le sorti non si risollevarono minimamente, tanto che nel 1890 P. Löffler, divenuto Priore Provinciale dopo esser stato Priore-
Le sorti della casa di cura "San Raffaele Arcangelo" e di S. Servolo, separata sino ad allora, nel 1902 si fusero con fortune alterne; una campagna di stampa denigratoria dell'operato dei Fatebenefratelli a S. Servolo provocò la formazione di una Commissione di inchiesta che sentenziò la cacciata dei Religiosi da S. Servolo ed elevò plauso per la analoga opera che gli stessi svolgevano nella Casa della Madonna dell'Orto. San Servolo era retto da un medico frate, il "San Raffaele Arcangelo" da un laico, borghese di spirito liberale al pari di coloro che si scagliarono contro la direzione del primo. Testualmente la Commissione inviata dalla Provincia di Venezia concluse dicendo che "[…] ha ricevuto un'impressione favorevole dell'andamento di questa Casa (della Madonna dell'Orto) e di quanto la sua Amministrazione si sforza di fare a giovamento dei pazienti". Durante il primo conflitto mondiale 1915-
Al termine della guerra furono accolti, in un primo momento, soltanto 80 ammalati e quindi, a seguito di importanti ampliamenti eseguiti tra il 1919 e il 1927, furono accolti in fasi successive 150 ammalati, facendone un importante ospedale psichiatrico.
Tutto sembrava funzionare sino a quando nel 1959, per carenza di degenti psichiatrici, l'ospedale venne trasformato in Casa di Riposo per anziani. Successivamente negli anni '60 si impose una ulteriore trasformazione.
Era stata presa la decisione di chiudere il gerontocomio e sul terreno adiacente al palazzo Benci-
Il rinnovamento fu radicale. Quando sembrava che la struttura potesse godere dei benefici derivanti dallo sforzo finanziario sopportato dall'Amministrazione dell'Ordine Religioso, fu chiaro che il sopravanzare delle tecnologie, il numero limitato di degenti rispetto alla disponibilità di posti letto (numero 180 convenzionati su 230 attivati), l'alto numero di personale necessario per offrire una adeguata assistenza e professionalità in specie nelle divisioni d'urgenza, costituirono una pesante ipoteca sul mantenimento in funzione dell'ospedale. A queste preoccupazioni si aggiunsero poi le sollecitazioni provenienti dalla Locale Unità Socio-