Aquila Ospedale Civile S. Salvatore - Ospedali d'Italia

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Aquila Ospedale Civile S. Salvatore

Ospedali Sud > Regione Abruzzo > L'Aquila e provincia


Tratto  da:  Studi di storia ospitaliera Vol II 1963 - Cenni storici sulle origini di alcuni ospedali di Abruzzo I. Poletti, L. Guerrieri – Leo S. Olschki Editore Firenze -

“L'anno di fondazione oscilla tra diverse date a seconda dei vari storici (1445, 1447, 1455), ma rimane per certa la data in cui esso fu terminato, cioè il 1547, data incisa sull'architrave del portone d'ingresso delle Scuole elementari, le quali conservarono appunto il nome di « S. Salvatore ». Nelle immediate vicinanze, si trovava allora la vecchia chiesa del Santissimo Salvatore, un tempo parrocchia del castello di Poggio Picenze; di qui l’ospedale prese il titolo ed ebbe sede  per circa quattro secoli, prima di essere trasferito nel 1875 nel convento S. Agnese. Fondatore dell'Ospedale di Aquila è un Santo, Giovanni da Capestrano, dell'ordine dei Francescani, alla cui iniziativa fervida ed operosa si deve l'istituzione che riunificò quelle molteplici al tempo esistenti. Lo stesso Santo, ci ricordano i documenti del tempo, « fu più volte veduto in persona portar la barella da terra e far simili altre fatiche, per questa fabbrica cominciata l'anno 1445 » .  E’ del 1447 la Bolla di Nicolò V contenente la istituzione e l'amministrazione del nuovo ospedale.
Riguardo la sua struttura originaria sappiamo ch'esso aveva la capacità di circa 200 letti (cifra ragguardevole per il tempo) e sia per la sua felice posizione geografica che per la maestosa e confortevole architettura, poteva giudicarsi uno dei più perfetti ospedali dell'epoca.
Per i primi quattro secoli ebbe una continua ascesa che si arrestò durante l'ottocento e per tutto il primo venticinquiennio del '900. In questo periodo, per una molteplicità di cause storiche, subì una profonda decadenza e divenne << insalubre ricettacolo di poveri e di malati, accolti promiscuamente senza distinzione di malattie, sprovvisto perfino di biancheria, seppure dotato di una sala operatoria...»".
Soltanto nel 1924 l'Ospedale ha ripreso le sue antiche gloriose tradizioni ed in un trentennio è divenuto un altro dei più attrezzati centri ospedalieri d'Abruzzo in continua evoluzione per adeguarsi alle esigenze sempre più ampie e complesse della società moderna.”(1)

dal sito della testata https://www.ilcapoluogo.it/ che nell'articolo del 2013/10/26 a firma di Giovanni Baiocchetti
https://www.ilcapoluogo.it/2013/10/26/la-fondazione-dellospedale-maggiore-dellaquila/

“Mentre la città aveva già deliberato la costruzione, il Santo ottenne da Papa Nicolò V una bolla, grazie alla quale tutti gli ospedali della città e del contado (non meno di ventisette) si aggregavano ad esso con i rispettivi beni.
Questi alcuni degli ospedali che operavano nell’ambito urbano prima della fondazione del Maggiore: l’ospedale per i lebbrosi di S. Antonio fuori le mura; quello di S. Spirito (per bambini abbandonati); quello di S. Giovanni del Campo,  riservato agli uomini “infetti”; quello non lontano di S. Giovanni della Torre, riservato alle donne “infette”; quello di S. Matteo (solo per pellegrini); quello di S. Niccolò; quello di S. Giacomo, tenuto dai Cavalieri dell’Ordine di Altopascio.   Tra i minori, ricordiamo: l’ospedale di S. Leonardo; quello di S. Alò; quello di S. Giacomo della Rivera; quello di S. Vito retto dai Fatebenefratelli per malati speciali; quello di S. Maria di Picenza; quello di S. Sebastiano. Fra tutti, l’Ospedale di S. Maria della Pietà, o della Trinità, fondato all’inizio del XV secolo sul Colle di Sassa era stato il più grande. “ (2)



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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