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Questa scheda proviene dal sito "carte da legare " http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/ ; è un progetto della Direzione generale archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico di queste istituzioni. Partito nel 1999 con un primo programma di finanziamento per i complessi archivistici degli ospedali Santa Maria della Pietà di Roma e Leonardo Bianchi di Napoli. Il portale mette a disposizione della comunità i risultati . Essi possono essere utilizzati per scopi di studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori e per la semplice conoscenza del fenomeno manicomiale da parte di un pubblico più vasto.
Sono liberamente consultabili i dati del censimento degli archivi, alcuni strumenti di ricerca e le statistiche dei dati socio-
Carte da legare costituisce anche un percorso tematico specifico del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche).
http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/index.php?id=319&navId=0
Fondatore del manicomio fu mons. Benedetto Capelletti, delegato apostolico per la provincia di Pesaro e Urbino dal 1823 al 1829, che decise di creare uno stabilimento destinato ai malati di mente in un'area posta in città. Nuovi fondi per il progetto furono concessi da papa Leone XII e nel 1828 lo si poté portare a termine. Nello stesso anno furono redatti i "Regolamenti e Statuti pel nuovo Ospedale provinciale de' Mentecatti in Pesaro". Già tra il 1834 e il 1838 furono compiuti lavori di ristrutturazione e di ampliamento e nel 1850 il "Parchetto", giardino che il cardinale Albani aveva lasciato in eredità, fu annesso all'ospedale, dopo lungo contenzioso con i familiari.
Fino al 1834 la direzione del manicomio fu affidata ad un contabile e la cura dei malati ad un gruppo di medici condotti della città; in seguito, con l'elezione di un medico a direttore amministrativo, venne creata una équipe di sanitari che si occupò della struttura in modo esclusivo.
Nel 1871 venne indetto un concorso al quale parteciparono 22 medici, tra cui Cesare Lombroso, che dal 1872 assunse la guida dell'ospedale, apportando miglioramenti delle condizioni igienico-
I primi anni del Novecento videro piccole e medie migliorie, ma, nel 1928, la Commissione di vigilanza sui manicomi denunciò la gravissima deficienza igienico-
Negli anni della seconda guerra mondiale si registrò un aumento delle spese per il ricovero degli alienati. I degenti furono trasferiti nei vicini luoghi di cura e il manicomio fu adibito dagli Alleati ad ospedale militare. Neppure a guerra finita, a causa dei danni subiti dal fabbricato e della mancanza di materiale mobile, si poté far rientrare i degenti: la normale attività riprese soltanto nel 1947.
Nel 1962 a Pesaro fu aperto un Centro di igiene mentale che assisteva i dimessi e nel 1964 si adottò un sistema organizzativo per "settore", consistente nella divisione della provincia in sei aree di assistenza, in modo che l'equipe medico-
Dopo l'emanazione della legge 180/1978, l'Ospedale ha seguito le vicende amministrative degli altri manicomi marchigiani e nel 1981 è stato trasformato nel Centro residenziale di assistenza socio-
Altra fonte: Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941 pag 166