BOZZOLO Ospedale Civile - Ospedali d'Italia

Vai ai contenuti

Menu principale:

BOZZOLO Ospedale Civile

Ospedali Nord Ovest > Regione Lombardia > Provincia Mantova > Provincia > A-O




Da: Relazione igienico-statistica dell’ospedale di Bozzolo dell’anno 1889 – Bignami Paolo 1890

Il vasto e maestoso fabbricato che costituisce l'Ospedale di Bozzolo, è collocato in una delle estremità più recondite della Borgata, la di cui elevazione dal suolo, non toglie all'edificio la libera circolazione di un'aria ossigenata e pura, proveniente dalla vasta e ridente campagna Cremonese. Il Reverendo Sacerdote Don Giulio Tomasina, con disposizione testamentaria, in data 11 Maggio 1728, diede la prima spinta a favorire l'erezione del Nosocomio, che avvenne nel 1789, contribuendovi eziandio, la donazione fatta da Giuseppe II Imperatore d'Austria. Fino al 1825, veniva amministrato dalla Congregazione di Carità; dopo quest' epoca, subentrava l'Amministrazione individuale, la quale cessava nel 1861, in virtù della legge 20 Novembre 1859; ora si regge secondo le norme tracciate dalla legge 3 Agosto 1862 e del relativo Regolamento 27 Novembre detto anno. Consta di due piani, equamente distribuiti, con porticati graziosi che all'interno lo girano tutto, sia nel piano inferiore, come nel superiore: possiede tre ampi cortili, nel massimo dei quali, evvi una ghiacciaia economica di grande capacità, la quale conserva ghiaccio per tutto il corso dell'anno.  I locali del piano inferiore servono per la cucina, forno, guardaroba, bagni, servizio di portineria, per la libreria, con ricca raccolta di annali di Medicina, per l'Ufficio della Direzione, pel quartierino d'alloggio della Sopraintendente e pei locali ad uso dormitori di 10 poveri vecchi del Comune di Bozzolo, sei maschi e quattro femmine, in adempimento alle disposizioni testamentarie del compaesano Giacomo Pasotti, del 1 Dicembre 1799.  Nel cortile dell'ala sinistra dell'edifizio, trovasi poi la bucateria, l'arsenale della legna, la cantina, la tinaia, e, in fondo, la stanza mortuaria, o teatro anatomico, che egregiamente si adatta alle più minute indagini necroscopiche, per essere illuminato da larga finestra, scendente fino a terra, proprio dinnanzi al tavolato in marmo, ove vengono messi i cadaveri. Senonchè, a tali vantaggi, non tanto facili in altri ospedali, si nota, purtroppo, l'inconveniente di trovarsi sottostante al locale delle operazioni chirurgiche.  Al piano superiore troviamo due vasti compartimenti pei ricoverati infermi, nell'uno si accolgono i maschi, nell'altro le femmine, ed in una stessa sala vengono curate le malattie mediche e le chirurgiche.  Esiste pure uno speciale braccio di fabbricato per le affezioni contagiose, costituito da diverse piccole stanze, ben ventilate ed areate, isolato affatto dal rimanente locale delle malattie comuni. E, sempre nel piano superiore, evvi anche il teatro per le operazioni chirurgiche, situato nel centro delle due infermerie, munito di vasta finestra, ove la luce penetra a largo zaffo in maniera di difeso da imposte lasciano penetrare dal di fuori tutta l'aria possibile ed impossibile, ne avviene pure l'impossibilità materiale di ottenere quel necessario grado di calore richiesto dalla importanza del caso e quindi un pericolo non indifferente pei poveri operandi che devono lasciare esposte le parti denudate ad una temperatura non mite. Aggiungasi l'ubicazione di esso locale, soprastante alla camera mortuaria e si aggiunga altresì il danno avere un'oratorio al di dietro fatto in modo di conservare come cloaca una miriade di miasmi, perchè privo d'aria e chiuso del pari, fra le due infermerie, senza un briciolo di luce e senza finestra; per accedere alla Camera delle operazioni bisogna attraversare tale stagno mefitico, e far passare per necessità, dal medesimo, anche l'ammalato, con quanta reverenza alle Leggi di Lister. A fianco di ciascuna infermeria trovansi pure le latrine, poveri buchi antigienici, che attendono l'opera dell'Amministrazione, perchè così neglette come sono al presente, non soddisfano alle esigenze della scienza. Il servizio Ospitaliero viene disimpegnato dai due Sanitari, stipendiati dalla Congregazione di Carità. Al Medico Primario spetta la cura delle malattie del dominio medico, al Chirurgo Primario quelle del dominio chirurgico. Il primo assume il titolo di Direttore, avendo particolare sorveglianza sulla partita scientifica e disciplinare dello Stabilimento, per cui direttamente da lui dipende il personale subalterno. La sopraintendente ha  mandato di ricevere e distribuire le merci per la consumazione ed usi necessari, di custodire e rispondere a tutto quanto trovasi nello Spedale, sia in oggetti mobili, biancheria, lane, utensili, come di quanto è raccolto nei magazzini, guardaroba, legnara, e via, tenendo di tuttociò regolari registri.  Per l'assistenza degli ammalati, vi sono quattro infermieri, due uomini e due donne. Gli uomini, compiuto il loro servizio di turno, possono allontanarsi dallo Stabilimento, mentre le infermiere devono costantemente rimanere in luogo ove ricevono il relativo vitto ed alloggio. A loro, oltre il disimpegno di sala, incombono diversi altri mandati, tra cui il basso servizio di cucina, allo scopo di coadiuvare nelle proprie bisogna, la Cuciniera. Epperò mentre tale distribuzione di attributi torna di non poco utile alla parte amministrativa, nulla lascia a desiderare, perciò che si riferisce all'assistenza dei poveri ammalati, diuturnamente assistiti e sorvegliati dalla infermiera di guardia la quale, con modi urbani e caritatevoli, lenisce i loro dolori e porta il balsamo del conforto là ove occorre, con amorosa carità.
Perciò, quantunque il servizio sia tutto laico l'ammalato trova quanto desidera anche in fatto di Religione, chè, un Sacerdote della vicina Parrocchia, celebra Messa nell'Oratorio dello Stabilimento, in determinati giorni, e prodiga, a chi lo desidera, l'aiuto spirituale. Le visite Mediche sono regolate da speciale orario, sancito dal Direttore. Pei necessari consulti, quanto per le operazioni chirurgiche, per le necroscopiche e per ogni altra scientifica emergenza, i due Sanitari si prestano vicendevole aiuto, stendendo poi i risultati delle loro osservazioni, riferibili alle diverse entità patologiche, affidate alle singole loro cure, sovra apposito registro nosologico che rimane in custodia nell'Ufficio della Direzione. Per le visite del pubblico, assegna pure il Direttore determinate giornate e sta di piantone alla porta un inserviente, onde impedire che agli ammalati vengano portate dall'esterno sostanze nocive, od altro.  Quando poi qualche infermo desideri la visita di un parente od estraneo, anche in giornate ed ore non ammissibili al pubblico, la Sopraintendente, sentito il Direttore, acconsente, senz'altro, l'accesso; il quale accesso però è vietato, in via assoluta, sia nei giorni stabiliti dall'orario quanto all'infuori di essi, allorchè nell' Ospedale si accolgono vaiolosi od affetti da malattie contagiose in genere. Non vengono ammessi infermi inferiori all'età di 7 anni; per antica consuetudine si ricevono pure ammalati del vicino Comune di San Martino dall’Argine, allorchè sia comprovata la loro miserabilità e vi siano posti disponibili. Mentre, per quelli d'altri Comuni, i quali desiderano fruire della cura nosocomiale, viene stabilita una retta giornaliera di L. 1, oltre le medicine che si conteggiano a parte. Pari tassa è pure fissata pei degenti, qualora, dietro consulto di cronicità, sieno giudicati affetti da malattia di lunga durata o di natura incurabile. Tutti poi indistintamente, onde ottenere il ricovero nell'Ospedale, devono munirsi di apposita cedola, vistata dal Direttore, circa al genere di malattia e colla approvazione del Presidente della Congregazione di Carità. Agli indigenti è pur l'obbligo di procurarsi l'attestato di miserabilità dal Sindaco del Comune di provenienza, mentre gli agiati, a qualunque Comune o Provincia appartengono, possono venire accolti dietro deposito o garanzia e col semplice attestato Medico, vistato dal Direttore a controfirmato dal Presidente della Congregazione di Carità. Pei militari di terra e di mare, cui fosse richiesta la cura nell'Ospedale, la Direzione militare di Verona soddisfa alle spese nosocomiali, giusta speciale contratto. Il Direttore assegna anche il comparto a ciascun ammalato e, se trattasi di morbo contagioso nel qual caso l'infermo non è ammesso a cura gratuita - dispone pel collocamento in luogo appartato, sotto la sorveglianza di speciali infermieri. Circa il trattamento curativo, la Congregazione di Carità lascia libero campo ai Sanitari di esperire tutti quei rimedi, anche nuovi, che la scienza e l'esperienza hanno proclamato meritevoli di attenzione. Senonchè, premendo all'Amministrazione di accoppiare al buon servizio terapeutico la minor spesa possibile, senza ledere per altro le esigenze dell'Arte salutare, stabiliva di portare una modificazione al Regolamento interno, nel senso d'impedire vengano somministrate agli infermi quelle medicine le quali sono introdotte nella pratica sotto il titolo di specialità e che costano un occhio del capo; lasciando facoltativo al curante di ammettere tra queste le più usate nella pratica, quali, i globoli arsenicali, i globoli di digitalina, l'olio di Merluzzo ferruginoso, le acque salso-jodiche di Sales, e via. Relativamente all'igiene dello Stabilimento, poco si ha a dire di nuovo, essendo questo un privilegio tassativo all'0spedale di Bozzolo, fin dal suo nascere. Le lunghe, alte e spaziose sale, entro le quali dimorano gli infermi, illuminate da luce diretta per mezzo di numerose e capaci aperture, i cortili salutati sempre dal sole che vi manda il bacio della vita, i porticati snelli, sotto le cui volte passeggiano i convalescenti nei giorni di pioggia, mentre compensa tutto ciò l'avvilimento del povero, obbligato a mendicare la Carità dell'Ospizio, impedisce il divulgarsi delle forme Nosocomiali, e facilita l'andamento favorevole delle cure. A lode della presente Amministrazione, questo ramo importante della branca Igienica ha trovato poi nuove e salutari riforme, tra cui quella del riscaldamento delle sale degli infermi mediante stufe apposite a sistema Staib, mercè, le quali il calore emanasi uniforme per tutto l'ambiente, facilitando così l'esplorazione di parti malate, nonchè la medicazione di lesioni chirurgiche, senza esporre il paziente al rigore del freddo. Senonché, come ogni medaglia ha il proprio rovescio, anche questa buona riforma soffre inconvenienti non pochi, ad esempio, quella di rendere l'aria troppo stagnante e quindi viziata, da non potersi facilmente correggere nemmeno coi ventilatori; e l'altro dei guasti nella conduzione del fumo, molto facile ad avvenire, per cui si innonda la sala di una nube nerastra che fa tossire. Epperò, stimasi qui non fuor di luogo, sottoporre, all'esame dell'Onorevole Congregazione di Carità, alcune proposte in argomento, tendenti a togliere le poche lacune, delle quali è fatto cenno nella presente relazione: 1) Aggiungere ai caloriferi, posti nelle infermerie, anche l'uso dei camini, i quali si potrebbero accendere soltanto all'occorrenza e le cui allegre baldorie concorrono al rinnovamento dell'aria, meglio di tutti i nefogeni del mondo; istituendo così una corrente atta a distruggere quei microbi morbigeni che, o poco o tanto, serpeggiano in camerate abitate da numerosi degenti. E tale introduzione importa una spesa assai piccola, avuto riguardo al fatto che i camini si trovano di già, nel mezzo di ciascun infermeria, costituiti a bell'apposta fin dall'impianto della sala, ora otturati per lasciar posto al moderno sistema di riscaldamento economico (per modo di dire) e che la legna costa relativamente poco all'Amministrazione, la quale ha  molti tenimenti propri, alcuni anche condotti ad economia;  2) Adornare lo Stabilimento di un piccolo giardinetto; le aiuole verdeggianti, i viali puliti, l'ombra ristoratrice delle ombrellifere, farebbero di questo luogo il più bel ritrovo della pace, influenzando sulla salute degli infermi, abbisognevoli di respirare bene e sospirare il meno possibile;  3) Relativamente alla camera mortuaria, si fanno voti perchè venga tolta dal luogo ove trovasi al presente, essendo contrario ad ogni buon principio d'igiene che i malati abbiano ad essere soprastanti alla sala delle necroscopie e i convalescenti passeggino sotto le finestre, quasi sempre aperte, del teatro anatomico, da dove si sprigionano gli odori più ingrati e si contempla lo spettacolo raccapricciante di qualche cadavere tagliato a pezzi. E se ciò non si potesse attuare, è prudente, in allora, trasportare altrove il locale delle operazioni chirurgiche;  4) Esprimesi del pari il desiderio che anche l'Oratorio, ubicato nel centro delle infermerie, venga tolto di lá, o, quanto meno, accomodato in modo da impedire il grave guaio, oltre accennato, qual'è quello di essere al presente una cloaca di miasmi, dannosi agli ammalati ed a coloro che li assistono;  5) Merita altresì un pronto assetto alle latrine togliendo loro qualsiasi causa di malsania, proveniente dalle emanazioni ammoniacali sprigionantisi dalle canne d'immersione.  I curati nel corso dell' anno 1889 sommano complessivamente a N. 257, dei quali, per N. 148 appartenenti al dominio Medico e per N. 109 al dominio Chirurgico; Di questi ne uscirono guariti N. 173, migliorati N. 34, non migliorati N. 6, morti N. 14. - Simile cifra di decessi, realmente rilevante per un Ospedale nelle condizioni igieniche di questo di Bozzolo, non risponde alla entità delle svariate forme morbose accolte e curate in esso, imperochè, alcuni degli infermi ai quali venne dato ricetto si trovavano in gravissime condizioni di salute, al punto d'essere già esaurite per loro le cure dell'Arte innanzi l'accettazione nel Nosocomio, oppure per l'età decrepita e per la stessa malattia a corso cronico non potevasi in niun modo porger loro qualsiasi aiuto, sorvegliando soltanto a chè lo stelo appassito della grama esistenza resistesse a lungo al regresso gelido della morte.  Si rimane impressionati dal numero eccessivo di ammalati di petto a confronto di quelli d'altre affezioni.  Oltre quelle di petto, rileviamo assai frequenti le affezioni degli organi digerenti, e qui del pari è necessario ricordare come, molti di tali ammalati, debbano attribuire la causa delle loro sofferenze all'abuso ed alterazione delle bevande alcoliche.  In chirurgia, figurano frequenti le ottalmie granulose, mercanzia a buon prezzo lasciataci in deposito dalle truppe francesi nel 1850. E veramente questo è lo strascico di tutte le armate belligeranti: la sifilide, le congiuntiviti d'ogni natura, in special modo le granulose, la peste, la rogna e tant’altre bazzecole, sono i regali postumi delle guerre, le quali perchè dispendiose alle Nazioni e fomiti appunto d'ogni più grave malanno, dovrebbero essere una buona volta cassate dal libro mastro dell'Umano progresso, sostituendo al Conduttiero d'esercito il Maestro di scuola. Tale, ritiensi, dovrebbe essere il convincimento generale; che, se, per converso, totus mundus me sibilat et mihi plaudo.





 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
Torna ai contenuti | Torna al menu