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Questa scheda proviene dal sito "carte da legare " http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/ ; è un progetto della Direzione generale archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico di queste istituzioni. Partito nel 1999 con un primo programma di finanziamento per i complessi archivistici degli ospedali Santa Maria della Pietà di Roma e Leonardo Bianchi di Napoli. Il portale mette a disposizione della comunità i risultati . Essi possono essere utilizzati per scopi di studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori e per la semplice conoscenza del fenomeno manicomiale da parte di un pubblico più vasto.
Sono liberamente consultabili i dati del censimento degli archivi, alcuni strumenti di ricerca e le statistiche dei dati socio-
Carte da legare costituisce anche un percorso tematico specifico del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche).
http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/index.php?id=314&navId=0
Raniero Carnevali nel 1900 adibì a clinica privata per malati mentali la "Villa di Colle Adriatico" appartenente alla sua famiglia, accogliendo 25 pazienti assistiti da 14 infermieri e utilizzando per la cura dei malati l'idroterapia e l'elettroterapia. La clinica fu denominata "Casa di cura e riposo per infermi e convalescenti di malattie nervose e del ricambio".
Nel 1922 fu inaugurata una nuova struttura denominata "Ville di Colle Adriatico" per malati convalescenti e nervosi, ma non si hanno notizie più precise in merito a questi nuovi edifici.
Durante il secondo conflitto mondiale la Villa di Colle Adriatico fu utilizzata dai tedeschi come ospedale militare.
Successivamente, fino al 1950, continuò sicuramente ad esistere come casa di cura e ad ospitare malati mentali. Tra il 1950 e il 1960, probabilmente nel 1959 come sembrerebbe attestare la documentazione rinvenuta, fu chiusa e la struttura fu venduta all'Opera nazionale pensionati d'Italia (ONPI), che la trasformò in una casa di riposo per anziani, rilevando i beni immobili e mobili.
In questo periodo, quasi sicuramente, i malati mentali furono trasferiti all'Ospedale psichiatrico provinciale San Benedetto di Pesaro.