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Da “Cave com’era” 1994 Antonio Mancini e Umberto Camilloni pag. 36
“L'ospedale Mattei fu istituito da Teresa Mattei con testamento del 4 giugno 1867, allo scopo di creare un luogo ove i malati poveri di Cave potessero essere curati.
La signora Mattei lasciava la sua casa "da cielo a terra" disponendo che, dopo la sua morte, fosse ristrutturata per farne l'ospedale da lei voluto; come pure lasciava, a titolo di legato, diversi terreni con i cui frutti si doveva mantenere l'istituzione, disponendo che gli stessi non fossero mai venduti, permutati o legati da vincoli di sorta, ma tenuti nel presente stato e sempre migliorati. Nominava amministratore e direttore dell'istituto don Giacomo Bracco, sacerdote di sua fiducia; ma nominava anche una commissione per controllare l'operato dell'amministratore e direttore, composta dall'erede Francesco Mattei e dai parroci pro-
L'istituzione doveva essere assolutamente laica e indipendente, e se qualsiasi autorità, ecclesiastica, governativa o civile, si fosse intromessa in qualche modo nella gestione dell'istituto, tutti i beni legati all'opera dovevano ritornare al legittimo erede Francesco Mattei.
L'ospedale fu realizzato nel 1870 e per molti anni funzionò come prescritto dal testamento. Ma poi, per effetto della legge 17 luglio 1890 n°6972 riguardante le istituzioni pubbliche di beneficenza l'Ospedale, al pari di tutte le altre opere pie di Cave, fu concentrato nella Congregazione di Carità che, nel 1937, diventerà Ente Comunale di Assistenza.
Il 24 maggio 1908 la Congregazione di Carità assunse in proprietà tutti i beni dell'ospedale. I terreni furono, in seguito, venduti per acquistare titoli di rendita consolidata, con i cui frutti si continuò a mantenere in vita l'istituzione.
L'Ospedale Mattei era un piccolo ospedale: aveva soltanto sei posti letto, ma provvedeva a distribuire gratuitamente le medicine ai poveri del paese, ed era anche dotato di un ambulatorio ed una sala chirurgica di pronto soccorso. Queste ultime attrezzature furono costruite nel 1909 con il ricavato di una grande lotteria che ottenne il patronato di Giovanni Giolitti, Presidente del Consiglio dei Ministri di quell'epoca. Il Comitato d'onore era composto di persone illustri, ciascuna delle quali offerse un dono. Anche il Re, la Regina e il Presidente del Consiglio inviarono i loro doni.
Rimase in attività fino alla seconda guerra mondiale per essere poi piano piano abbandonato.”