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CONSELVE Ospedale

Ospedali Nord est > Regione Veneto > Padova città e Provincia

Il contenuto della scheda deriva "INTEGRALMENTE" da:  L’ospedale civile di Conselve – sue origini e sviluppo – Gino Meneghini – Soc. Cop. Tipografica - 1940

E' noto che in Monselice sin dall’8° secolo esisteva una cappella sotto il nome di S. Maria del Verbo, custodita da 27 cristiani chiamati " Discipuli di Nostro Signor Gesù Cristo".
Nel 1316 essi si ridussero in corpo o confraternita col titolo di Servi di Dio. Nello stesso secolo la fraglia cambiò il proprio nome in quello di S. Maria dei Battuti. Da questa confraternita ebbe origine l'ospedale chiamato collo stesso nome, che accoglieva gli infermi del sito, i forestieri privi di mezzi e malati, dava alloggio per sole tre giornate ai pellegrini di passaggio che erano muniti dei loro legittimi passaporti e delle autentiche fedi di confessione e comunione; prestavano cure i medici locali gratuitamente e se i degenti erano gravi, o affetti da malattie a lungo decorso, venivano trasportati a Padova.
Il pio ospedale di S. Maria di Conselve, chiamato anche dei pellegrini è sorto sotto le insegne crociate, durante gli oscuri tempi del feudalismo ecceliniano, ha lasciato lungo tutto il dominio Veneto (1405-1797), tracce della sua esistenza ed operosità; giunto sulla soglia dell'800, travolto dal turbine napoleonico, decadde.
Salvo un tentativo nel 1862, che non ebbe felice esito, un nuovo ospedale, risorse agli albori del 20° secolo.
Non abbiamo alcun elemento che ci riveli il nome del suo fondatore, ma è molto probabile che esso sia stato voluto dalla famiglia Conti, come del resto posteriori documenti glielo attribuiscono. Dobbiamo escludere che la fondazione sia venuta per opera di una fraglia, giacchè in nessuno dei documenti trovati, sia all'ospedale che alla parrocchia, non si parla mai di una fraglia di S. Maria.
E' noto che l'ospedale nel 1562 possedeva alcuni terreni ed uno stabile con fabbriche minori adiacenti e che in esso vi avevano dimora fissa un sacerdote chiamato Priore  ed un custode. L'ospedale provvedeva al ricovero dei pellegrini e dei viandanti ed al loro sostentamento e cure in caso di malattia; disponeva per un'annua distribuzione di grazie nuziali a donzelle di Conselve indigenti e meritevoli; elargiva settimanalmente razioni di pane “bine” ai poveri del luogo; accoglieva inoltre i neonati che nascostamente venivano colà depositati.
Nel 1598 l'Ospedale di S. Maria, sotto il protettorato Conti, aveva già il suo statuto, era regolarmente riconosciuto dalla Repubblica Veneta, Istituto di pubblica beneficenza, e perciò, retto da un consiglio di amministratori chiamati bancali  e sottoposto al controllo della vicaria.  
Verso la fine del 1700 l'ospedale, rimasto allo stato primitivo in quanto ospizio di poveri infermi ed ammalati, e  col sorgere nei centri maggiori e limitrofi di nuovi ospedali perdette la sua importanza. Nel 1794 fu adibito ad uso scolastico.
Nel 1836 lo stabile dell'ospedale rimasto libero per il concentramento delle varie classi delle scuole elementari sparse in paese in un unico fabbricato, ed inadatto a qualsiasi altro uso pubblico, fu restaurato e poscia ceduto in affitto.
Nel1870, l'amministrazione dell'istituto di S. Maria fu sciolta ed i suoi beni furono trasferiti alla Congregazione di Carità.
Il 27 maggio 1856 Francesco Piccinali, cittadino emerito di Conselve, all'età di 71 anni moriva in Padova, dove si era ritirato da qualche anno, senza eredi diretti lasciando, con disposizione testamentaria, tutti i suoi beni per una metà alla chiesa e l'altra ai  poveri infermi della parrocchia: Il testatore fece obbligo però ai beneficiati di far celebrare per sè varie Messe in perpetuo, di corrispondere al fratello Giuseppe, ed alla morte di questi al nipote Agostino, due lire venete al giorno loro vita natural durante. Il Piccinali dispose che se venisse eretto in Conselve un Ospedale, la metà, della sostanza, quella cioè destinata ai poveri infermi della parrocchia, sia trasferita al detto ospitale.
Dopo la morte di Francesco Piccinali, l'idea della fondazione di un ospedale civile, era entrata nella persuasione del popolo che riteneva ormai la sua realizzazione di indispensabile necessità per Conselve.
Nel marzo 1861 venne istituito un Comitato di 4 membri chiamato: Commissione per la fabbrica dell'ospedale in Conselve  allo scopo di studiare e di tracciare il piano finanziario per la fondazione di un ospedale distrettuale.
Postasi all'opera per la raccolta dei fondi, la Commissione, coll'adesione dei comuni di tutto il distretto, colle offerte in denaro ed obbligazioni per un triennio di molti cittadini: col ricavato di feste di beneficenza pro ospedale, raccolse nel 1862 complessivamente la somma di L. 80.000.
La Commissione spedaliera, intervenne presso il Comune di Conselve, quale erede morale dell'ex ospedale di S. Maria, presso l'arciprete e la fabbriceria per i diritti testamentari sull'istituto Piccinali, affinchè i rispettivi patrimoni fossero trasferiti al nuovo ente spedaliero.
II Comune rispose non potersi esso pronunciare in merito alla richiesta sino a che l'ente non abbia costruito l'ospedale e questo non sia già in grado di funzionare.
Si iniziò così, nel 1863, la fabbrica di un bel edificio, che  ebbe termine l'anno successivo. Lo stabile solidamente costruito, con pianterreno sopraelevato, è diviso trasversalmente da un corridoio centrale ai lati dei quale sono disposte dodici stanze. Si accede al piano superiore da un'ampia scala in marmo che gira attorno alle pareti del vasto atrio di entrata e che conduce in una grande sala centrale illuminata da tre grandi finestroni uniti da un poggiolo. Laterali alla sala ed al lato sud, corrispondente alla facciata, si aprono due corridoi i quali conducono alle stanze che sono distribuite tre per ogni lato.
Il costo complessivo dell'edificio raggiunse la bella cifra di lire venete 122.000, superiore di parecchio al preventivo di spesa e dei fondi disponibili. La commissione perciò, ancora prima di iniziare l'arredamento dell'ospedale, fu costretta a contrarre un debito di L. 42.000.
Sospesi i lavori per mancanza di mezzi e constatato che, salvo imprevisti fortuiti, per allora bisognava continuare a raccogliere fondi prima di assumere nuovi impegni, il comitato promotore su richiesta della Giunta comunale, deliberò di cedere in affitto il nuovo fabbricato al Comune che ivi avrebbe provvisoriamente collocate le scuole comunali elementari maggiori, minori e l'asilo infantile.
Nel 1873 i creditori dell'erigendo ospedale, constatata  ormai la impossibilità che il comitato sia in grado di far fronte agli assunti, ottennero dal Tribunale di Padova che il fabbricato fosse posto all'incanto.
Il Comune di Conselve trovato l'ambiente di suo gradimento e perciò adatto per essere definitivamente adibito a scuole comunali, ed anche conveniente per il prezzo, lo acquistò alla pubblica asta per la complessiva somma di L. 34.000.
Dopo la stipulazione del contratto di vendita e la liquidazione concordata coi creditori, i vari offerenti, riuniti in assemblea, non senza esprimere un voto augurale che l'idea della fondazione di un ospedale a Conselve venga in un prossimo avvenire con maggior fortuna da altri raccolta dichiararono sciolta la Commissione Pro ospedale.
Durante la guerra del 1915-18 l'intero edificio scolastico venne adibito ad ospedale militare di riserva. Alla fine del  conflitto il fabbricato era ridotto nel massimo disordine tanto che il Comune chiese di essere rifuso dei danni di guerra.
Dopo la cessione del fabbricato dell'ospedale al Comune e la sua definitiva destinazione a Scuole Comunali elementari, e dopo lo scioglimento del Comitato promotore l'idea della fondazione di un ospedale a Conselve non tramontò, anzi col trascorrere degli anni essa trovò sempre nuovi e maggiori consensi.
Verso il 1880 il paese era ormai persuaso che l'iniziativa, appoggiata da autorevoli rappresentanti del Governo Italiano, non avrebbe sostanzialmente incontrata una seria difficoltà.
Con la fondazione di un civico ospedale, Conselve avrebbe segnato una avanzata tappa sulla via del suo sviluppo sociale e civile; avrebbe reso un grande servigio al popolo e particolarmente a quello minuto e povero; avrebbe infine data una continuità morale ad una opera pia prettamente conselvana, l' ANTICO OSPEDALE Dl S. MARIA.
Durante la seduta consigliare del 12 marzo 1873 nella quale si approvò l'acquisto del fabbricato spedaliero, già deliberato dalla Giunta, alcuni consiglieri avevano proposto che il Comune dovesse cedere il detto fabbricato a quella Commissione che un giorno potesse provare di avere sufficienti mezzi da restituirlo allo scopo per cui era stato eretto. La Giunta però fu di parere contrario e non ritenne nemmeno opportuno di presentare l'istanza al Consiglio comunale.
La Commissione spedaliera constatata l'impossibilità di avere a conveniente prezzo uno stabile suscettibile di riduzione, procedette  all'esame delle varie zone del paese per l'acquisto del terreno sul quale erigere il fabbricato. Il luogo che meglio si sarebbe prestato fu un appezzamento di terreno di proprietà Toffano Ferdinando, della superficie di circa due campi padovani con tre casette sovrapposte.
L'acquisto di detto fondo fu trattato  nello stesso anno 1899. Il terreno in argomento quasi fosse stato da una volontà ignota e coordinatrice predisposto, era simmetricamente adiacente alle proprietà e stabili dell'antico spedale di S. Maria e dell'altro fabbricato costruito nel 1862.
In possesso del terreno, Mons. Francesco Beggiato incaricò l'On. Ing. Leone Romanin Jacur di studiare e presentare il progetto di un ospedale la cui costruzione non verrebbe subito eseguita che parzialmente. Presentato ed offerto gratuitamente, il progetto riuscì di pieno gradimento della Commissione spedaliera, per il concetto della costruzione aperta dell'edificio e per il suo orientamento, che offriva all'intero ambiente il massimo di luce e di aria. Nella stessa primavera del 1900 si procedette alla immediata esecuzione della parte centrale del fabbricato.
Durante la costruzione di questa prima parte dell'edificio spedaliero, la Commissione allo scopo di ottenere un sollecito decreto di riconoscimento giuridico dell'opera pia, per entrare in possesso prima di tutto dei beni dell'istituto Piccinali si accinse alla compilazione dello statuto organico dell'erigendo ospedale.
Con lettera in data 11 aprile 1901 la Commissione spedaliera con a capo Mons. Beggiato già presidente dell'istituto Piccinali, si rivolge alla Congregazione di Carità, amministratrice di quei beni per chiedere, e ciò per espresso desiderio della Giunta Prov. Amm., che a complemento della pratica legale già inoltrata per l'erezione in ente morale dell'ospedale, fosse rilasciata una deliberazione che riconosca essersi verificata la condizione posta dal testamento Piccinali pel passaggio all'amministrazione del nuovo ospedale dell'istituto omonimo. La stessa lettera segnala inoltre che nello statuto del nuovo ospedale il presidente della Congregazione di Carità figura tra gli amministratori dell'Opera pia.
Alla richiesta la Congregazione di Carità aderì con formale deliberazione in data 5 aprile 1901 con l'oggetto: Cessione all'Ospedale Civile di Conselve dell'amministrazione dell'istituto Piccinali.
Alcuna pratica risulta essere stata svolta dalla Commissione, circa i beni dell'antico Ospedale di S. Maria.
Non appena terminato il lavoro di compilazione dello statuto, i Commissari lo inviarono sollecitamente per la sua approvazione al Consiglio Comunale di Conselve che, approvandolo,
fu inviato alla Giunta Prov. Amministrativa.
Dopo l'approvazione provinciale, lo statuto fu sottoposto all'esame del Consiglio di Stato che, con R. Decreto 26 Agosto 1901, l'Ospedale di Conselve, fu dichiarato Ente Morale in considerazione che esso dispone già di un fabbricato proprio e di rendite sufficienti per il suo funzionamento.
Lo statuto organico dell'ospedale risultò così composto di 27 articoli dei quali i primi tre riguardano la costituzione, la sede e lo scopo dell'Ente; altri tre sono relativi alle ammissioni dei poveri assunti a spese del Comune, di dozzinanti e casi d'urgenza; i successivi undici riguardano l'amministrazione, la presidenza, il consiglio e le sue adunanze; e gli ultimi dieci, vertono sul servizio interno : sanitario, segreteria, personale di servizi.
Costituito così dal solo corpo centrale, fu inaugurato il 30 dicembre 1901 ed aperto il giorno successivo, con  una disponibilità di N. 20 letti.
Nel 1938 L'istituto Piccinali venne fuso coll'amministrazione dell'ospedale e con tale atto cessò ogni ingerenza del Comune su quei beni.
Iniziò così l'ospedale la sua gestione con mezzi certamente inadeguati, ma colla speranza e la fiducia che il tempo, sicuro alleato di tutte le buone iniziative, avrebbe gradualmente date le possibilità alla pia istituzione di svilupparsi e di perfezionarsi.
Assistevano inizialmente i malati alcune suore della Misericordia con qualche infermiere, ed il servizio sanitario era disimpegnato dai due medici condotti del paese; servizio che era prestato gratuitamente per i malati poveri di Conselve e mediante una gratificazione, per tutti gli altri.
Sin dalla fondazione non risulta che all'ospedale sia stata data ufficialmente alcuna denominazione, né assegnato alcun  patrono o nome, ma solo chiamato : OSPEDALE CIVILE Dl CONSELVE. Nel 1905 troviamo già istituito il reparto maniache inviate con speciale contratto dal nosocomio provinciale.
Negli anni 1906 e 1908 vengono costruite le due ali laterali anteriori dell'ospedale per avere la possibilità di accogliere i malati che anche dai comuni del mandamento venivano inviati.
Dal 1908 al 1911 per il collocamento di un maggior numero di degenti nel reparto psichiatrico e per l'istituzione di una Casa di Ricovero  vengono costruiti i due rami del fabbricato di destra e di sinistra che si sviluppano nella parte posteriore dell'ospedale.
Nel 1910  l'ospedale assume l'incarico della locanda sanitaria comunale, ed a tale scopo viene costruita una nuova cucina con annesso refettorio.
Il progressivo aumento delle degenze spedaliere e la sempre maggior importanza che l'ospedale andava assumendo, rese necessaria la presenza di un chirurgo stabile. Subito dopo la venuta del nuovo primario, nel 1912, fu costruita ed attrezzata una moderna sala operatoria che venne collocata nella parte posteriore del corpo centrale del fabbricato.
Nel 1914 vengono prolungate le sale occupate dalle maniache e costruite alcune adiacenze adibite a magazzini e cantina.
Allo scoppio della guerra mondiale 1915-18 il Presidente mise a disposizione dell'Ospedale Militare Territoriale di Padova, metà dello spazio disponibile dell'ambiente spedaliero per essere adibito ad Ospedale Militare di Riserva per cura e ricovero dei militari feriti e malati.
Nel 1926 l'ospedale fu corredato di un completo e moderno apparecchio radiologico e radiografico.
Nell' anno 1929 in tutto l'ambiente spedaliero fu applicato il termosifone. Lo stesso anno allo scopo di avere acqua potabile migliore e più abbondante venne eseguita con l'indicazione anche di un rabdomante, la trivellazione di un pozzo artesiano. La tubatura del pozzo fu spinta sino alla profondità di m. 268, ma l'acqua che pur in copiosa quantità ne scaturì, non risultò all'esame chimico affatto potabile per contenere una quantità eccessiva di  cloruri, tali da renderla inadatta anche a qualsiasi altro uso domestico. Dalla fonte rimasta aperta, si è riscontrato una costante uscita di metano; anzi l'amministrazione provvide al dosaggio del gas, per una sua eventuale utilizzazione.
Pressati dalla necessità di avere dell'acqua buona, gli amministratori tentarono lo scavo di un pozzo sistema Norton della profondità di 40 metri, ma anche questo diede risultati poco soddisfacenti: l'acqua presentava su per giù gli stessi difetti di quella, del pozzo artesiano.
Sempre nel 1930, viene compilato ed approvato un nuovo regolamento organico dell'ospedale, e costruita un'altra ala di fabbricato per il reparto psichiatrico in continuazione di quella a sinistra dietro l'edificio spedaliero.
La lavanderia a vapore con bollitore ed autoclave fu collocata in un nuovo stabile appositamente costruito nel 1933.
Adiacente alla Casa di ricovero e su terreno ceduto gratuitamente dall'ospedale, fu fondato ed il 28 ottobre 1937 inaugurato, il dispensario di igiene sociale, eretto dal Consorzio Antitubercolare Provinciale.
Con il 1 luglio 1937 il Presidente della Congregazione di Carità, cessa di far parte del Consiglio spedaliero in seguito all'applicazione della nuova legge Comunale fascista che istituisce l'Ente comunale di assistenza che accentra in sè le amministrazioni di tutti gli Istituti di carità ed assume l'incarico delle assistenze pubbliche locali.
Con decreto prefettizio in data 15 settembre 1937, viene sciolta l'amministrazione dell'ospedale e nominato un commissario.
Nel 1939 viene riformato ed approvato il nuovo statuto organico dell'ospedale.
Dopo circa tre anni di reggenza commissariale la Prefettura nel luglio del 1940 provvede alla nomina di una regolare amministrazione.
Il personale addetto all'assistenza, esclusi i sanitari, è costituito da quindici suore, dieci infermieri e venticinque infermiere.
L'ospitale oltre alle sale comuni, capaci di N. 150 letti, è fornito di N. 8 grandi stanze per dozzinanti a due posti: per l'ammalato ed un famigliare. Esso possiede pure un'ampia sala da lavoro, un capace guardaroba ed uno spazioso refettorio.
Annesso alla cucina trovasi un completo e moderno frigorifero elettrico con due celle di complessivi m3 12 che può produrre oltre due quintali di ghiaccio al giorno.
Ha già avuto inizio e con ottimi risultati, l'utilizzazione del gas uscente dal pozzo artesiano. La cucina ed il forno per l'acqua calda vengono ora quasi integralmente alimentati dalla sorgente di metano.
Allo scopo di raccogliere e di utilizzare tutto il gas che il pozzo può dare nell'intera giornata, l'amministrazione ha provveduto alla costruzione di un gazometro della capacità di oltre 40 m3 .
L'ospedale possiede una autolettiga per i trasporti degli ammalati e feriti ed è fornito di un impianto moderno per la somministrazione dell'ossigeno terapeutico sistema Cecchet
Sin dal 1934 l'ospedale è socio perpetuo della Croce Rossa Italiana.
Scoppia il secondo conflitto mondiale quindi qualsiasi iniziativa viene rimandata al dopo guerra.



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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