Menu principale:
Di questo ospedale, nel Web, ho trovato solo il link di Wikipedia che, ci tengo a sottolineare non dà garanzie sulla validità dei contenuti
Il progetto è ospitato dalla Wikimedia Foundation, che non può essere ritenuta responsabile di eventuali errori contenuti nel sito.
Ogni contributore è responsabile dei propri inserimenti.
Il lavoro che, in questo momento, sto facendo è quello di contattare sia le Amministrazioni locali sia le strutture sanitarie ad essi afferenti nella speranza di trovare, soprattutto, l’aiuto di qualche Amministratore che, come ho avuto modo di verificare, prenda a cuore questo progetto che, ad oggi, non ha eguali se non nel Testo “Ospedalità antica in Sicilia” del Prof. Mario Alberghina dell’Università di Catania che ben vent’anni fa ha svolto una ricerca, appunto, su tutti gli Ospedali siciliani.
Naturalmente se chi legge ha notizie e/o contatti da suggerire non esiti da inviarne comunicazione alla email :
ospedaliditalia@gmail.com
Ogni concreto aiuto ricevuto verrà poi riportato nella scheda di presentazione
https://it.wikipedia.org/wiki/San_Lazzaro_di_Savena#mw-
La natura del nome San Lazzaro di Savena è duplice: la prima parte è da ricondurre al lazzaretto che nel Basso Medioevo era stato elevato a oriente dell'antica cinta muraria di Bologna e che attorno al quale, nei secoli, sorse la comunità sanlazzarese. Va ricordato che, in origine, la località ospitante il nosocomio era chiamata Ronco Maruni, la quale divenne San Lazzaro di Roncomaruno, proprio per la presenza dell'edificio, e in seguito abbreviato in San Lazzaro; al fiume Savena che oggi lambisce i suoi confini da nord a sud, la città deve invece l'altro tratto della propria denominazione. Infine, mediante un Regio Decreto del 1862, il comune assunse l'attuale denominazione di San Lazzaro di Savena. All'epoca della prima cinta muraria di Bologna, presso la chiesa di San Michele dei Leprosetti, vi era anticamente un lebbrosario (la via Emilia, percorsa frequentemente, era un vettore diffusore di epidemie e comportò la creazione di lazzaretti per isolarne i colpiti). Con l'espansione della città, l'ospedale venne trasferito a tre miglia da Bologna, in una località di campagna chiamata Ronco Maruni (un antico documento riporta come funzionante tale ospedale già nel 1214). Nella disponibilità dell'edificio (governato da un rettore nominato dagli stessi infermi, i quali gli conferivano il potere di rappresentarli e di amministrare i loro beni) vi erano anche un oratorio, un pozzo, un'area ortiva e una cimiteriale. L'ospedale diventò poi una commenda affidata a varie famiglie nobili (come quella Isolani o degli Albergati). In particolare, nel XVI secolo la famiglia Alamandini (con il rettore Girolamo Alamandini) si rese protagonista della riedificazione dell'edificio ospedaliero e del restauro ed ampliamento di quello ecclesiastico. Successivamente, con provvedimenti in motu proprio, prima Papa Sisto V, quindi Urbano VIII nel 1624 ed infine Innocenzo X, assegnarono la commenda ad altre famiglie gentilizie. Nel 1692 la struttura ospedaliera e la chiesa andarono sotto l'amministrazione dell'Opera Pia dell'Ospedale degli esposti di Bologna.
Verso il 1700 l'abitato si sviluppò con maggior intensità attorno alla chiesa e al nosocomio (la lebbra già da alcuni secoli aveva avuto una decisa riduzione).L'ospedale fu soppresso durante la dominazione napoleonica nel 1801.