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La storia di questo ospedale l'ho trovata nel mio lungo "navigare" nel WEB
Proviene da un testo del Dott. Generale Pietro Ferrari (scomparso nel 1945), dal titolo "studi di storia lunigianese" scaricabile gratuitamente dal link
https://www.liberliber.it/mediateca/libri/f/ferrari_pietro/studi_di_storia_lunigianese/pdf/ferrari_studi_di_storia_lunigianese.pdf
Intorno all'anno Mille lungo le principali vie di pellegrinaggio in Europa sorsero strutture per l'assistenza ai pellegrini; lo Spedale di Altopascio, tuttavia, assunse una importanza particolare, tanto che nel 1191 il re di Francia Filippo Augusto lo cita semplicemente come Le Hopital, l'ospedale per antonomasia.
Una delle prime testimonianze dello Spedale è quella di Nikulas di Munkthvera, un abate islandese che nel 1154 compì un pellegrinaggio a Roma e lasciò un diario di viaggio in cui Altopascio è citato come Ospizio di Matilde (Mathildarspitali), in quanto la fondazione ne viene attribuita alla famosa contessa. L'alta torre dell'Ospizio, con il fuoco sempre acceso sul terrazzo, e la sua campana, la Smarrita, rappresentavano un importante punto di riferimento nelle zone paludose che la circondavano. Nell'ospedale i pellegrini potevano sempre trovare ricovero, cure e cibo. L'ospitalità dei frati era così rinomata che venne citata anche da Giovanni Boccaccio, che nella decima novella della sesta giornata del Decameron fa dire a fra' Cipolla che Guccio Porco, il suo servo, aveva un "cappuccio sovra il quale era tanto untume che avrebbe condito il calderon d'Altopascio". La tradizione si è tramandata fino ai giorni nostri, e durante i festeggiamenti per la festa di San Giacomo, a fine luglio viene distribuito del cibo (pasta, fagioli, ecc) da un grande calderone allestito in piazza.
L'ospedale di Altopascio divenne il più grande e attrezzato nel suo genere in tutta Europa, tanto che i pellegrini lo denominavano semplicemente "l'ospedale " Raggiunse anche un alto grado di specializzazione nella cura degli ammalati; secondo Piero Bargellini il termine "pappino", che veniva dato agli infermieri toscani, potrebbe derivare non dalle "pappe" somministrate agli ammalati, ma dall'attributo di "altopascini", poi semplicemente "pascini", con cui erano chiamati i migliori assistenti ospedalieri.
Il borgo murato, fondato nella seconda metà dell'XI secolo, subì nel tempo diversi rimaneggiamenti, ampliandosi e modificandosi. Il complesso comprendeva, oltre all'Ospedale, la torre campanaria e la chiesa di San Jacopo. Circondato da una robusta cinta da mura, aveva l'aspetto di un fortilizio; vi si accedeva dalla turrita porta degli Ospedalieri, tuttora esistente. Tra il XV e il XVI secolo lo Spedale divenne prima fortezza, poi fattoria, amministrata dalla famiglia Capponi e successivamente dai Medici.
Testo: " Dell'hospitale di San Jacopo di Filattiera " -