MILANO Dalla Cà Granda alla Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico - Ospedali d'Italia

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MILANO Dalla Cà Granda alla Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico

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Nel compilare la scheda mi sono volutamente attenuto alle informazioni basilari relative alla sua nascita in quanto sarebbe troppo banale comprimere in poche righe (per non dire pagine) una storia centenaria di un ospedale che è entrato nella storia del nostro paese e non solo. Non posso altresì riportare qualche indicazione bibliografica che, come potrete immaginare, sarebbe chilometrica.
Mi sento invece di consigliare il testo di notevole pregio “ Lo splendore della cura - Viaggio negli Ospedali storici d’Italia - ACOSI - 2022

La Ca' Granda è un edificio situato tra via Francesco Sforza, via Laghetto e via Festa del Perdono, a ridosso della basilica di San Nazaro in Brolo. Opera dell'architetto fiorentino Filarete. La costruzione dell'edificio prese avvio nella seconda metà del Quattrocento, su impulso del Duca di Milano Francesco Sforza, allo scopo di dotare la città di un unico grande ospedale per il ricovero e la cura dei malati, che precedentemente venivano ospitati in vari ospizi sparsi per la città. La decisione della sua edificazione avvenne all'indomani della conquista del Ducato di Milano da parte di Francesco Sforza, con l'intento di conquistarsi il favore dei nuovi sudditi con una monumentale opera di pubblica utilità. La prima pietra venne posata il 12 aprile 1456, a seguito del decreto con il quale il Duca faceva dono alla città del grande terreno su cui sarebbe sorto l'Ospedale. Il progetto iniziale venne ideato da Antonio Averulino detto Filarete, architetto toscano convocato a Milano dal Duca su raccomandazione di Cosimo de' Medici. La scelta dell'architetto toscano, incaricato anche della ricostruzione del castello sforzesco, testimonia la volontà di Francesco di dotare la città di un edificio costruito secondo le più avanzate tecniche di costruzione, per le quali al tempo Firenze era considerata la città maggiormente all'avanguardia. Il progetto del Filarete prevedeva un grande quadrilatero con cortili interni.  La sua realizzazione fu tuttavia solo parziale in quanto nel 1465 abbandonò Milano, e l'esecuzione venne portata avanti da Guiniforte Solari e a partire dal 1495 dal suo allievo e genero Giovanni Antonio Amadeo. Proseguì abbastanza speditamente, e già nel 1472 l'ospedale cominciò a funzionare. Morto il Solari nel 1481, i lavori proseguirono sotto l'Amadeo fino alla caduta della dinastia sforzesca nel 1499. A seguito della caduta della dinastia sforzesca, i lavori si arrestarono completamente per mancanza di fondi.  Benché nato come ospedale dei poveri, fu però fin dall'inizio un ospedale in cui si curavano malati con speranza di guarigione. Le malattie croniche venivano trattate in ospedali fuori città. Per questo motivo l'ospedale maggiore è sempre stato il centro di informazione e rilevamento della situazione sanitaria della città.  Nel 700 continua l'edificazione delle crociere dell'ala nord, verso l'antico laghetto di Santo Stefano, un tempo utilizzato per lo scarico del marmo ad uso della fabbrica del Duomo, e poi divenuto proprietà dell'ospedale stesso, fino al suo interramento nel 1857.  L'ala più recente, è costruita nella fine del XVIII secolo grazie al lascito testamentario del notaio Giuseppe Macchio. Sotto la direzione di Pietro Castelli i lavori vennero completati nel 1805. La costruzione così terminata continuò a svolgere la sua funzione di Ospedale Maggiore della città di Milano fino al 1939, quando i degenti furono trasferiti nella nuova sede, il Policlinico Universitario, costruito tra il 1895 e il 1929 in più lotti.  Il primo istituto ad essere inaugurato fu quello Ostetrico ginecologico, voluto da Luigi Mangiagalli (primo rettore dell'Università) e che oggi porta il suo nome.
Seguì su progetto dell'Ing. Emilio Speroni, il Padiglione Litta di Chirurgia. Il padiglione venne inaugurato il 4 giugno 1895 e fu allora ammirato dai tecnici italiani e stranieri.  L'esempio fu poi subito seguito, dando così corso alla creazione di quei padiglioni che dovevano rappresentare un primo rinnovamento dell'assistenza ospitaliera milanese.  Francesco Ponti, con testamento 9 dicembre 1892, disponeva fra l'altro quanto segue: «...allo scopo di  ricordare eternamente il ben fatto de' miei maggiori, lascio a' miei nipoti Ettore Ponti fu Andrea, Emilio ed Amerigo fu Antonio lire italiane seicentomila coll'obbligo che fra loro d'accordo abbiano ad erogare la somma a vantaggio di una benefica istituzione già esistente, sia fondandone una nuova [...]». Fu così che a seguito di accordi intervenuti fra Ettore Ponti, a nome anche dei cugini, ed il Consiglio degli Istituti Ospitalieri di Milano, si diede vita ad una pia istituzione, annessa all'Ospedale Maggiore ma autonoma ed intitolata : << Causa Pia Francesco Ponti per gli Infortuni sul Lavoro ».  Si provvide alla costruzione, su disegno dell'Ing. Emilio Speroni, di due padiglioni, uno per la cura chirurgica con preferenza agli operai colpiti da infortuni sul lavoro, l'altro per la cura meccanica funzionale degli organi offesi venne destinato all'insegnamento della tecnica delle operazioni chirurgiche. L'inaugurazione dei padiglioni avvenne nel 1900 e nel 1902.
Ai Padiglioni Ponti ne seguivano altri due importanti, di pediatria medica e chirurgica, eseguiti essi pure su disegno dell'ingegnere Speroni, presero il nome di « Paolo Beretta », nome del figlio della benefattrice, e cominciarono a funzionare nel 1904. L'Amministrazione ospitaliera per conto proprio provvide alla costruzione di un nuovo padiglione di chirurgia femminile che compiuto nel 1907 venne intitolato, nel 1930, a Pietro Moscati, a ricordare il grande chirurgo del secolo diciottesimo. Prossimo al Padiglione Moscati il Consiglio Ospitaliero, coi mezzi forniti dalla cospicua donazione di Antonio Biffi fatta a tale scopo, costruì un nuovo padiglione, deliberando di ospitarvi due divisioni, una comune di medicina e l'altra di specialità e precisamente neuropatologica, intitolata a Serafino Biffi, fratello del benefattore ed insigne neurologo. Essa era la prima che sorgeva in Italia e servì di esempio a molti altri ospedali. Le due divisioni incominciarono a funzionare nel 1912. Tra questo Padiglione ed il Padiglione Moscati sorse nel 1928, su progetto dell'Ing. Emilio Maiocchi e donato da Enrico Borghi, un edificio che dapprima servì come integrazione dei comparti chirurgici vicini, Litta, Ponti e Moscati e, dotato di ampio anfiteatro e di sale di studio e laboratori, venne anche destinato all'insegnamento della Semeiotica chirurgica.  Nel 1938 fu adibito a residenza del corso di perfezionamento in igiene e tecnica ospedaliera.
Padiglione importante per la destinazione e la capacità di ricovero è quello chirurgico intitolato ai fratelli Zonda, inaugurato nel 1915, e che ebbe anche ad ospitare i feriti della grande guerra. Un gruppo di edifici ospitalieri tra i più moderni è rappresentato dai Padiglioni G. B. Monteggia, Coniugi Sacco e Bruno Granelli. Il primo sorse nel 1929;  il progetto è dell'ingegnere Antonio Bertolaia.  Il secondo fu costruito su area residuata dalla demolizione del vecchio Ospedale di S. Antonino. Edificato con la precisa destinazione a Clinica Medica della R. Università, è riccamente dotato, oltre che di laboratori scientifici, anche di un reparto di radiologia. Venne inaugurato nel 1929.
Nel novembre 1930 il Gr. Uff. Ezio Granelli faceva costruire a sue spese, su disegno dell'Architetto Griffini, un modernissimo padiglione destinandolo ad Istituto di Patologia medica. Esso riuscì un modello del genere anche per la larghezza dei mezzi con i quali il donatore volle provvedere all'arredamento razionale e distinto. Le infermerie sono da due ad un massimo di sei letti, vi sono sale di soggiorno e logge antistanti ed un magnifico «  solarium».  Fra questo complesso di padiglioni di cura diretta e per la massima parte di cliniche universitarie, dobbiamo notare l'edificio per l'accettazione degli ammalati e guardia e quelli per i servizi generali.  Ideato dall'ingegnere Angelo Radaelli, sorse su l'area lasciata libera dopo la demolizione dell'antico Brefotrofio di Santa Caterina alla Ruota. Venne inaugurato nel 1914 ed è ritenuto, per l'epoca, tra i migliori in questo campo ed il suo funzionamento soddisfa pienamente ai bisogni della cittadinanza. Esso è integrato dal vicino padiglione di osservazione e di isolamento.  L'esistenza di queste nuove costruzioni ospitaliere aveva reso necessario provvedere ai relativi servizi generali non essendo sufficienti, per l'aumentato numero di ammalati, quelli dell'antico ospedale. Si addivenne alla costruzione di speciali edifici per la cucina con refettorio e dormitorio infermiere e per altri servizi.   Un edificio che ebbe diversa destinazione da quella originaria e che ancora dovrà subire cambiamenti è il padiglione « Annetta e Carolina Bosisio ». Costruito come sede dell'«Istituto per la cura antirabbica» ben presto si dimostrò insufficiente a tale scopo per la sua limitata capienza. Venne inaugurato nel 1926, ma nel 1930, salvo gli opportuni adattamenti, fu adibito a sede della Scuola Convitto Professionale per infermiere.  La Scuola ormai fiorente e tra le prime d'Italia, si trovò ottimamente sistemata, ma nell'ottobre del 1939 venne trasferita nell'apposito grandioso padiglione al Nuovo Ospedale Maggiore, mentre il Padiglione Bosisio ospitò l'Istituto d'Igiene. Nel 1914 venne inaugurato il nuovo Istituto Anatomo Patologico, che sostituiva la vecchia « Brugna ».  Sorsero altre notevoli costruzioni ospitaliere. Il Padiglione « Cesarina Riva » di urologia, che cominciò a funzionare nel 1911.  Un gruppo notevole di edifici ospitalieri che costituisce per se stesso una vera e propria unità nosocomiale è l'ospedale Dermosifilopatico che è clinica universitaria.  Il progetto venne predisposto dall'Ing. Speroni, e l'Ospedale, inaugurato nel 1908, era tra i più vasti e migliori del genere. Di esso fa parte la sezione Fotoradioterapica, collocata in apposito Padiglione, che porta il nome del suo fondatore «Ambrogio Bertarelli» e che venne dotato da questi di tutti gli apparecchi più moderni per le applicazioni fotoradioterapiche.  Nel 1928, il prof. Bertarelli fece dono di un nuovo padiglione, primo istituito in Italia, per la Crenoterapia inalatoria salsoiodica e solforosa e per le cure con le emanazioni di radium.  Insieme allo spostamento si era deciso di creare un altro grande ospedale generale: l'area venne trovata a Niguarda. Il nuovo ospedale di Niguarda fu realizzato tra il 1932 e il 1939. L'ospedale di Niguarda mantenne il nome di Ca' Granda, mentre il Policlinico tenne il nome di Ospedale Maggiore oggi Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico.  L’antica sede della Ca Granda, dal 1958, è sede dell’Università Statale di Milano.  Ulteriori "propaggini" dell'ente ospedaliero furono l'Ospedale San Carlo Borromeo e l'ospedale Città di Sesto San Giovanni. L'ente venne successivamente smembrato, dando così autonomia a diversi istituti, mentre altri nacquero indipendentemente e vennero inglobati successivamente come la clinica De Marchi ed il  Regina Elena. Per lo sfollamento dei suoi cronici l'Ospedale seppe costituire un'ottima succursale in Cernusco sul Naviglio.
Nel 1886 vennero collocati i primi 180 letti nella Villa Greppi, adattata a simile ufficio dall'ing. Speroni, il quale, per il 1887, costruiva anche due padiglioni di complessivi 200 letti. La villa servì da cronicario femminile e i due padiglioni per i cronici maschi. Questa funzione fu interrotta nel 1912, perchè i locali suddetti furono adibiti a ricevere i tubercolotici dell'Ospedale Maggiore. Ma nel 1923 essi ripresero la loro attività primiera di ricoverare i malati cronici di medicina, mentre nel 1936 furono posti anche numerosi letti per i cronici di chirurgia.  Come propaggine dell'Ospedale Maggiore, che lo gestisce dalla sua origine, possiamo considerare anche l'Ospedale Sanatorio Vittorio Emanuele III in Garbagnate Milanese, di proprietà del Comune di Milano. Fu nel 1913 che l'Amministrazione Greppi decideva la costruzione di un moderno ospedale per la cura di ammalati di tubercolosi acquistando allo scopo una vasta superficie di terreni nella pineta di Garbagnate Milanese.  I lavori vennero iniziati nel 1914, in esecuzione al progetto predisposto dall'ingegnere Ferrini, e interrotti durante la guerra europea ma subito ripresi, poterono essere ultimati nel 1923.  Un padiglione ostetrico-ginecologico fu costruito a Saronno dall'Ospedale Maggiore con fondi dell'eredità Morandi, e la gestione ne è affidata al locale Ospedale di Circolo.


Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Ca%27_Granda  ;   https://it.wikipedia.org/wiki/Policlinico_di_Milano   -  Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941




 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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