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Da: Aria di casa nostra: un comune ossolano Premosello Chiovenda nella sua storia e nei suoi personaggi – Erminio Ragozza – Comune di Premosello Chiovenda 1994
L'idea dell'ospedale per cronici e tubercolotici poveri, nacque nella mente dei fratelli Bolzani negli ultimi decenni dell'800. L'albo d'oro comincia con i loro nomi; poi quelli degli amici da loro stessi interessati, tanti altri minori fino alla donazione nel 1922 fatta dal prof. Giuseppe Chiovenda di 125.000 lire al quale il consiglio comunale, nella seduta dell’aprile 1922, espresse i più vivi ringraziamenti facendo contemporaneamente invito al presidente della Congregazione di carità perché iniziasse le pratiche di erezione in ente autonomo.
Si riporta la lettera del prof. Chiovenda del 9 Aprile 1922; Egregio Signor Sindaco; Egregio Signor Presidente della Congregazione di Carità di Premosello:
Animato dal convincimento che ciascuno deve adoprarsi per rendere meno dura ai suoi simili la legge del dolore sotto cui l'umanità è nata, e desideroso di contribuire nella misura che mi è concessa all'incremento della beneficenza pubblica nella mia terra natale, ho considerato che l'opera a cui meglio può giovare in quest'ora il mio concorso è l'Ospedale Civile, alla fondazione del quale già si è rivolta l'iniziativa di vari premosellesi e che, con l'alimento di nuovi capitali potrà rapidamente esser posto in grado d'inaugurare la sua benefica azione. Quest'opera garantirà ai malati non abbienti un'assistenza sanitaria accurata e confortevole, ed anche ai malati non bisognosi darà modo di ricevere in paese quelle cure urgenti o speciali a cui la casa privata non è adatta: oltre a ciò servirà a diffondere la conoscenza e la pratica di quelle regole di pubblica e privata igiene, che sono fattore cosi notevole del benessere generale: e infine ecciterà sempre nuove forme d'attività pietosa e nuove manifestazioni di solidarietà umana. Ho pertanto deliberato di destinare al costituendo Ospedale Civile di Premosello un capitale in titoli del debito pubblico consolidato 5% del valore nominale di lire centoventicinquemila e del valore effettivo al corso attuale di lire centomila circa, fruttanti l'annua rendita di lire 6.250. E poichè desidero vedere coi miei occhi, se Dio mi aiuta, i frutti della mia offerta e concorrere colla mia collaborazione a renderla più feconda, intendo che la consegna di questi titoli, coi cuponi del semestre in corso nel giorno della consegna, non sia rimandata al momento della mia morte, ma avvenga entro un mese dal giorno in cui l'Opera Pia dell'Ospedale sarà eretta in Ente Morale con amministrazione separata ed autonoma. Né altre condizioni saranno poste alla predetta disposizione se non queste due: 1) Che il capitale di cui sopra rimanga in perpetuo impiegato nell'Opera a cui l'ho destinato, intendendosi che qualunque destinazione diversa darà diritto a me ed ai miei eredi di chiederne la restituzione; 2) Che io sia chiamato a far parte dell'Amministrazione dell'Ospedale, o sia chiamata a farne parte in mia vece persona da me designata, o, in mancanza, persona designata dai miei eredi. Di quanto precede mi onoro dar comunicazione alle SS.L.L. sollecitando la Loro diligenza a voler prontamente iniziare e condurre a termine le pratiche amministrative per la costituzione del nuovo Ente e per la necessaria autorizzazione. Le spese dell'atto di donazione saranno a mio carico. Con distinta osservanza Prof. Giuseppe Chiovenda.
Lo statuto fu approvato il 29 luglio 1923; perchè l'opera potesse essere eretta in ente morale, nel 1925, il Comune concorse con 3000 lire di contributo continuativo. Il decreto di erezione in ente morale giunse nel 1926. L'inaugurazione ufficiale dei locali con una grande manifestazione civile e religiosa avvenne il 2 ottobre 1927. L'ospedale dalle prime forme generiche di assistenza ai malati assunse man mano la sua specializzazione di ostetricia. Una nuova sede inaugurata nel 1959 che costò oltre 250 milioni. Di questi solo 35 furono ottenuti con un mutuo, e 3 a fondo perduto per l'impianto radiologico, mentre per la restante cifra l'ospedale si è autofinanziato. I risultati dal punto di vista sanitario furono notevoli: dai dieci letti del 1926 si passò ai 53 letti della fine degli anni Sessanta: negli ultimi anni in media si ebbero 1300 ricoverate annue con circa 700 parti annuali. Conseguentemente l'Ospedale Maternità di Premosello si era largamente affermato e vi affluivano degenti dall'Ossola, dal Verbano e Cusio e anche dal basso Novarese. Famiglie più o meno illustri sceglievano questa clinica per far venire al mondo i loro eredi. Nato e sviluppatosi localmente, verso la prima metà degli anni '70 anche per l'ospedale premosellese si cominciò a parlare di collegamenti con altre strutture sanitarie e nel maggio del 1974 ebbero luogo incontri per valutare la possibilità di un concentramento fra gli ospedali di Premosello e Domodossola, con una integrazione dei servizi e potenziamento degli stessi ospedali. La clinica premosellese disponeva allora di 60 posti letto e, a livello medico, disponeva in proprio di un organico di 2 ginecologi e di un pediatra, mentre per servizi di carattere generale quali la chirurgia o l'anestesia faceva ricorso al prestito di personale specializzato da altri ospedali. In ospedale operavano accanto al personale medico e paramedico anche le suore: le prime arrivarono nel 1927 e si trattava di religiose dell'ordine delle Suore Vincenzine di Novara, rimaste fino al settembre del 1951: a sostituirle giunsero le Suore Orsoline del Sacro Monte di Varallo Sesia, che rimasero per circa un anno, avvicendate poi dalle Salesiane dei SS. Cuori, un ordine sorto in Puglia e che per la prima volta veniva ad operare in alta Italia. Presenti dal 1952, nel febbraio del 1980 le Suore salesiane dei SS. Cuori lasciarono l'ospedale e a nulla valsero i tentativi per mantenerle ancora nella struttura premosellese.
Con la legge 833/1978 venne completamente riorganizzato il sistema sanitario italiano, e così l'ospedale premosellese, l’amministrazione nel 1981, venne unificata nell'ambito della neonata Unità Sanitaria Locale n. 56. Con l'approvazione della legge 194/78, che legalizzava l'interruzione volontaria della gravidanza, tali interventi vennero praticati anche nella clinica di Premosello Chiovenda, divenendo poi numericamente predominanti rispetto ai parti che vi avevano ancora luogo: nel 1982 a fronte di 50 nati si erano avute 126 interruzioni di gravidanza, mentre al San Biagio di Domodossola nello stesso arco di tempo si erano avuti rispettivamente 612 parti e 97 I.V.G. Il reparto di Ostetricia-