SAN DANIELE DEL FRIULI Ospedale S.Antonio Abate - Ospedali d'Italia

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SAN DANIELE DEL FRIULI Ospedale S.Antonio Abate

Ospedali Nord est > Regione Friuli Venezia Giulia > Provincia di Udine

Il contenuto della scheda e stato elaborato integralmente dal Comune  della Città  di San Daniele del Friuli con la supervisione e collaborazione del Sig. Sergio Danielis che per 45 anni ha vissuto nel mondo della sanità seguendone da vicino l’evoluzione partecipando tra l’altro al progetto per la costruzione dell’Archivio storico del Fondo Ospedale.
Ho quindi deciso di “postare” anche la parte riguardante la storia di tale processo per mettere in evidenza di quanto lavoro è stato fatto (e ci sarà ancora da fare) per arrivare al documento sottoriportato.


L’Archivio storico dell'Ospedale S.Antonio Abate di San Daniele.

La lunga storia dell'Ospedale S. Antonio di San Daniele e le vicende che lo hanno accompagnato lungo tutto l'arco temporale che va dalla sua nascita, nel 1274, ad oggi è minuziosamente documentata. Le principali fonti alle quali attingere le informazioni si dispongono su due distinti piani:  la documentazione storica, attualmente raccolta e riunita in un unico fondo dedicato "fondo ospedale" con sede nella Biblioteca Guarneriana - Sezione Antica (consultabile), oppure tramite la Teca digitale della Biblioteca Guarneriana http://teca.guarneriana.it/.
Le pubblicazioni di varie ricerche e approfondimenti, studi sulla storia dell'Ospedale di San Daniele, redatti da storici, ricercatori e professionisti del settore, sono raccolte e conservate presso la Biblioteca Moderna.
Le varie Amministrazioni del Comune di San Daniele , d'intesa con l'Azienda Sanitaria, si sono impegnate nel recupero e riordino di tutta la documentazione storica dell'Ospedale San Antonio di San Daniele. Questo importante ed oneroso impegno, concretamente si è articolato su tre distinte "fasi". La prima  si è concentrata esclusivamente nell'individuare le varie sedi degli archivi (molte delle quali inadeguate), nel raccogliere e riunire tutta la documentazione e nell' inventariare il materiale raccolto. Questa fase è stata gestita (operativamente) da un gruppo di lavoro spontaneo che ha operato in stretto contatto e su mandato delle Istituzioni coinvolte (Azienda Sanitaria, Comune). Tutto il lavoro svolto per il recupero dei documenti è stato seguito costantemente dalla Soprintendenza Archivistica di Trieste e dalla direttrice della Biblioteca Guarneriana.
L’Amministrazione comunale, per la seconda fase del Progetto cioè la realizzazione di un portale informatizzato, si è avvalsa della Coop. Guarnerio, altamente specializzata, che ha impiegato dei professionisti, con la supervisione della direttrice della Biblioteca. Il 20 gennaio 2017, con un convegno sono stati illustrati i risultati. Per la terza fase, che completerebbe la realizzazione di un portale informatizzato del "fondo" Ospedale San Antonio di San Daniele, l'Amministrazione ha richiesto un adeguato finanziamento ed è in attesa di reperire i fondi necessari per il completamento del progetto.

Breve riassunto della storia dell'ospedale

L'esistenza del Pio Ospedale di S. Antonio di S. Daniele potrebbe risalire almeno al 1308, anno nel quale viene consacrata la chiesa di S. Antonio così dedicata in quanto eretta al servizio dell'Ospedale: l'istituzione nasce laica nonostante i numerosi tentativi dei Patriarchi di Aquileia e dei Priori Agostiniani dell'omonima istituzione di Udine di vincolarla o di subordinarla. Il fatto poi che l'Ospedale designasse nelle posizioni di vertice unicamente laici ha di certo contribuito a una maggiore apertura sia nei confronti della scienza medica sia nei confronti della società e dei suoi diversi componenti. Il sito originario era quello dell'attuale Municipio di S. Daniele. Il Pio Ospedale era governato da una Confraternita (o Fraterna): l'organo base era il Consiglio o Assemblea Generale della Fraterna, costituito da tutti i Confratelli iscritti alla medesima, che provvedeva all'elezione delle diverse cariche degli altri organi che costituivano la Fraterna e deliberava su alienazioni e acquisti degli immobili. Eletti dall'Assemblea erano i Camerari che avevano compiti di contabilità, di controllo dell'andamento dell'Ospedale, dell'arredo e delle richieste di medicinali. Ai Camerari seguiva il Consiglio dei XII della Fraterna, organo deliberante sulle spese ed affari ordinari. A questi si aggiungeva inoltre il Cancelliere-notaio, assunto con regolare concorso, che aveva tra gli altri il compito di stendere i verbali,  i contratti e presenziare alle cause; il sindaco ovvero un legale per le cause più complesse; il priore, responsabile diretto della gestione ordinaria dell'ospedale. Tutto ciò evidenzia un forte impegno laico che non ha impedito il coinvolgimento della chiesa di affermare, attraverso un sentito impegno civile verso i più bisognosi, la volontà di vivere la religione in maniera più sentita e concreta: ne deriva che il numero dei beneficiari era in continua espansione e il cospicuo numero di lasciti testamentari, acquisto terreni , case , proprietà e donazioni ne sono una testimonianza.
La fioritura delle istituzioni ospedaliere è stata determinata anche dall'avvio del movimento crociato e dal grande impulso ai pellegrinaggi ad esso collegato: San Daniele era un punto di passaggio e di sosta che portava vivacità e scambi culturali. Ne è testimonianza l'attività artistica di Martino da Udine, meglio conosciuto come Pellegrino da San Daniele, appellativo probabilmente attribuito per le origini straniere del padre, a cui si devono importanti affreschi nella chiesa di S.Antonio Abate annessa all'Hospitale e ora Duomo di San Daniele e la cui commissione dovrebbe essere riscontrabile nelle carte d'archivio.
L'ospedale è una istituzione ancora viva e attiva che a partire dalla sua fondazione si è dipanata nel corso dei secoli fino ad evolversi ai giorni nostri in struttura di ricovero organizzata per garantire il primo livello di assistenza e cura a pazienti con patologie acute. La storia che emerge dalla lettura dei documenti che costituiscono il prezioso archivio, quindi, non sono importanti solo per tracciare una storia della medicina del territorio friulano ma anche per delineare le vicende della città, le condizioni di vita economiche e sociali come pure gli eventi straordinari di cui fu teatro tra cui carestie, guerre ed epidemie.

l'Hospitale San Antonio di S Daniele nasce approssimativamente tra la fine del 1200 e l'inizio 1300. Risulta peraltro, da alcune pergamene, che si conservano in Biblioteca Guarneriana, che da epoca anteriore al 1300 esisteva già uno stabilimento di pubblica beneficienza sotto la denominazione di "albergo dei poveri", nel quale pernottavano e venivano curati anche pellegrini. L'ospizio viene gestito dalla confraternita San Antonio. Con la fine delle crociate, i pellegrinaggi si attenuano progressivamente e si sviluppa l'assistenza agli stanziali (ammalati poveri, cronici e vecchi impotenti al lavoro);  la gestione dell'Ospizio è sostenuta finanziariamente con donazioni e cospicui lasciti testamentari dettagliatamente censiti.
Lo slancio e la generosità a sostegno del pio ospizio non si attenua ma aumenta con il tempo. Nel luglio del 1769 si portarono a termine i lavori degli alloggi riservati alle donne. Vennero ricavati nel primo dei due solai-granaio due camere per le ammalate. Si avviano lentamente delle iniziative per dare dignità e riservatezza ai degenti.
Nel 1790, Bradamante Nussi vedova Pellarini dispone un cospicuo patrimonio vincolato per sussidio di medicinali forniti a domicilio per infermi poveri e per il mantenimento di malati non abbienti accolti in ospedale. Questa diffusa pratica di vincolare le donazioni ad uno specifico scopo, appare oggi, un primo embrione di assistenza a domicilio. Inizia così una nuova attività assistenziale da parte dell'Ente: l'assistenza dei poveri a domicilio per l'importo del reddito dei vari lasciti. Si comprende che la povertà non si cura in ospedale. Con l'arrivo dei francesi a San Daniele nel 1797 l'ospedale viene occupato dai militari che depredarono le derrate alimentari riservate ai degenti creando problemi di sopravvivenza. Molte famiglie e sandanielesi offrirono ospitalità nelle loro abitazioni ai ricoverati che erano stati sloggiati, dimostrando un alto spirito solidaristico. Questa pratica solidaristica è un tratto culturale, ancora oggi presente nel territorio sandanielese.
Il 5 dicembre 1793 il Consiglio della Confraternita di San Antonio presenta supplica al Senato Veneto per essere autorizzata alla riscossione di un "Bezzo" per boccale su tutto il vino vendibile in paese, anche sostenere la spesa di L.32.907 per l'ampliamento del fabbricato dell'ospedale. E' un primo inizio di tassa per la sanità. Nel 1811 le disposizioni napoleoniche imposero la soppressione delle Confraternite che si riorganizzano in Congregazioni di carità. La direzione acquistò in seguito a delibera d'asta il 16 febbraio 1866, dalla nobile famiglia Ciconi, l'ex Convento delle Monache Servite, già dei P.P. Domenicani, ove vi trasferì l'Ospedale.  Il 28 Aprile 1881 vengono approvati gli stati organici dell'Ospedale con Reale Decreto.

Vengono definiti gli scopi dell'Istituto:
- accoglie, mantiene e cura gratuitamente: a) ammalati poveri di ambo i sessi residenti a S. Daniele; b) cronici e vecchi impotenti al lavoro, [...]

Il Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale istituì la retta di degenza. Per rispettare la volontà stabilita nei vari lasciti e donazioni, che vincolavano l'Ospedale ad assistere gratuitamente gli indigenti, il Comune di San Daniele attestava la condizione del ricoverato che aveva diritto all'assistenza gratuita (con un certificato di miserabilità, oggi reddito di cittadinanza).
Nel 1873, dopo varie esperienze professionali, il dott. Vidoni Giacomo si trasferì a S. Daniele assumendo in parte la presidenza della Commissione Sanitaria. Lavorò con spirito creativo e pionieristico ammodernando l'assetto organizzativo ed igienistico dell'ospedale. Sotto la sua direzione impose una severa selezione del personale. Fu, in primo luogo, fondatore del locale manicomio. Sperimentò la concessione della libertà ai ricoverati, che sotto una vigilanza di tipo familiare (affido eterofamiliare) potevano svolgere attività lavorative (ergoterapia - ludoterapia) sia interna all'ospedale sia esterna.
E' così che la sua opera, in qualche misura, anticipò la rivoluzione Basagliana. La Legge n.36 del 14 febbraio 1904 istituì i manicomi provinciali. Il R.D. 16 agosto 1909 n.615 il regolamento sui manicomi e sugli alienati. Il manicomio dell'ospedale di San Daniele divenne succursale provinciale. Alla morte del dott. Giacomo Vidoni subentrò alla direzione dell'Ospedale il dott. Francesco Righi che gestì l'ente tra le due guerre. Il Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale istituì, nella pianta organica, la Divisione Psichiatria. Il primariato venne assegnato al dott. Raffaele Calabria che da subito dovette occuparsi anche dei 320 ospiti nella succursale psichiatrica. Avviò una bonifica degli ambienti per ridare dignità agli ospiti. Contemporaneamente intraprese un'intensa azione volta all'inserimento sociale dei degenti. Va ricordato che tra i 320 reclusi nella succursale ben 37 erano reclusi della Prima Guerra Mondiale. L'impegno clinico e il riassetto tecnico-organizzativo, per la presa in carico e la continuità delle cure a domicilio, favoriranno, successivamente, l'avvio del Centro di Salute Mentale. Il contratto di lavoro nazionale che prevedeva la riduzione delle ore di lavoro settimanali, ed il riposo settimanale, del personale dipendente, ha stimolato la Direzione dell'Ospedale ad istituire una scuola per infermieri professionali. Oltre l'impegno per adeguare gli organici, un articolato piano pluriennale prevedeva anche la riqualificazione del personale già dipendente. Nel 1968, la Legge n.132 (Legge Mariotti) estese il diritto all'assistenza ospedaliera a tutti i cittadini. La Regione Friuli Venezia Giulia, con il riordino delle strutture ospedaliere, il San Daniele divenne ospedale generale di zona con il seguente assetto organizzativo di servizi e competenze:
Settore degenze: l'ospedale presenta  una disponibilità totale di 232 posti letto per acuti. Il settore lungodegenti è dotato di una divisione autonoma con buoni indici di dinamica e attività (degenza media 43 gg.).  Annessa all'Ente una casa di riposo con 50 posti letto. Il settore per acuti si articola in medicina, chirurgia, pediatria. Esiste anche una sezione di ostetricia-ginecologia aggregata, con scarsa attività (259 parti). Esiste una divisione di psichiatria che si avvale dipartimentalmente delle degenze della medicina, con altro indice di attività, particolarmente ambulatoriale.
La dinamica del settore per acuti presenta un numero medio-basso di accolti, con bassa media di degenza. Buono l'indice di occupazione. Indici generali di funzionamento nella norma.
Settore servizi: Esistono e sono funzionanti in regime autonomo i servizi di: radiologia, laboratorio analisi, anestesia e rianimazione. Esiste una direzione sanitaria. Sono svolti in formula aggregata o vicaria i seguenti servizi: accettazione - pronto soccorso, centro di raccolta del sangue, cardiologia, recupero e rieducazione funzionale. Esiste una scuola per infermieri generici. I servizi funzionanti in regime autonomo presentano buoni indici di carico. Buono il livello della attività e le attrezzature. Scarsamente qualificato il personale addetto. I servizi funzionanti in regime aggregato presentano le generali insufficienze segnalate per gli ospedali esaminati precedentemente. Buona l'attività del servizio di recupero e rieducazione funzionale aggregato alla divisione lungodegenti. Scarso il gettito della scuola per infermieri generici.

L'evento sismico che ha colpito il Friuli nel 1976 provocò gravi danni al chiostro ed ai diversi reparti di degenza dell'ospedale evidenziando anche le più vistose criticità dell'organizzazione sanitaria del sandanielese. Un Ospedale obsoleto, superato logisticamente e centrato solamente sulla cura dei malati, una sanità ospedalecentrica. La rapida ricostruzione consentì di realizzare una moderna struttura ospedaliera disposta su tre specifiche aree: - un'ampia piastra che ospita il pronto soccorso, l'emergenza, i servizi diagnostici e le attività ambulatoriali specialistiche; - un'ala in verticale realizzata su più piani per le degenze; - l'area dedicata ai servizi tecnologici. A tutt'oggi l'ospedale è una struttura ben articolata tra degenze, servizi diagnostico-strumentali e rispondente alle più avanzate disposizioni normative sulla sicurezza. La fase della ricostruzione ha consentito all'Ospedale di aprirsi alle esigenze del territorio. L'intesa tra Ospedale e Comunità (Consorzio Volontario della Comunità Collinare) ha permesso di realizzare un' efficace rete di servizi socio-sanitari sul territorio.
La Legge 833 del 1978 istituì il Servizio Sanitario Nazionale e l'Ospedale di S. Daniele entra a far parte dell'U.S.L. n.6 del sandanielese. La storia, la consolidata cultura solidaristica maturate nel tempo ed il costante impegno innovativo, hanno preparato un fertile terreno per l'avvio della Riforma del Servizio Sanitario Nazionale.
La documentazione disponibile sulla storia dell'Ospedale è abbondante e dettagliata, fruibile da tutti i cittadini che la richiedano. Anche le ricerche storiche e le pubblicazioni riferite alle vicende dell'Ospedale sono numerose e disponibili presso la Biblioteca Guarneriana.



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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