SCILLA Ospedale civile Scillesi d’America - Ospedali d'Italia

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SCILLA Ospedale civile Scillesi d’America

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http://www.malanova.it/2016/03/11/ecco-perche-e-come-nacque-lospedale-scillesi-damerica/

La prima e la seconda guerra mondiale bloccarono l’emigrazione con gli USA, che si riaprì dopo il 1946. Molte furono le famiglie emigrate che si affermarono negli USA, nel campo della cultura, dell’industria, del commercio e della politica.
Tra i primi emigrati che tornarono a Scilla nel dicembre del 1947 per passare il Natale con i loro familiari, i signori Francesco Facciolà e Rocco Giordano, che furono spettatori di uno spiacevole inconveniente, il trasporto di un malato in ospedale a mezzo macchina di noleggio, chiamata da Villa San Giovanni. Quell’infermo era Francesco Picone, papà di Rocco, Domenico e Paolo e marito di Siclari Angela. Il medico curante che ordinò il ricovero era il compianto dr. Luigi Sidari, al quale il sig. Facciolà chiese notizie della situazione sanitaria scillese e del malato e seppe, così, che a Scilla non c’era un’autoambulanza per il trasporto degli ammalati a Reggio Calabria in Ospedale.
Nel 1600 il nostro paese aveva un ospedale donato dalla Principessa Giovanna Ruffo. Dopo tre secoli la situazione sanitaria scillese era quella che si era offerta agli occhi del sig. Facciolà e del sig. Giordano, i quali d’accordo con il dr. Sidari ed altri concittadini lanciarono l’idea di sensibilizzare i loro compaesani in America per la raccolta di fondi per offrire agli scillesi almeno una indispensabile autoambulanza. Tornati in America i sigg.ri Facciolà e Giordano intrapresero la nobile crociata. Il sig. Raimondo Bellantoni fu Orazio assunse l’incarico di propagandare l’iniziativa, bussando a tutte le porte dei nostri concittadini nel Bronx per incontrare il dr. Raffaele Bellantoni, il quale gli fece notare che più dell’ambulanza sarebbe stato più idoneo un progetto di infermeria, tipo piccolo ospedale del paese. Fu così che durante la seduta del 16 gennaio 1949, in Port Chester, nacque l’idea di un Ospedale a Scilla. Il compito era arduo, ma le difficoltà non avvilirono le buone intenzioni.
Nel corso dell’anno 1949 si costituì ufficialmente il Comitato “Scilla Community Hospital Hund”  . Il 22 luglio 1949 il comitato esecutivo d’America decise di invitare a mezzo lettera alcuni nostri concittadini residente a Scilla, affinchè costituissero un comitato pro erigendo ospedale che agisse in sintonia con la loro organizzazione. Con la sua competenza amministrativa, il Notaio Gioffrè avviò l’azione del Comitato Scillese ed il 4 aprile del 1952 il Comune firmò l’atto di cessione del suolo edificatorio e l’incarico del progetto fu dato all’arch. Antonino Bagalà di Palmi. Tale progetto fu inviato in America e approvato dalla Scilla Community, tornò in Italia ed iniziò il suo iter per gli uffici competenti del Genio Civile e di quello sanitario provinciale.
Nel 1953 iniziarono i lavori per la costruzione dell’opera con trattativa privata di tre ditte scillesi, Giuseppe Bellantoni, Vincenzo  Famà, Placido Briganti. I lavori si conclusero, felicemente, con l’inaugurazione nel 1956 del complesso ospedaliero munito di lapide con dicitura “Per munifica donazione degli Scillesi D’America, edificato.”. Il nostro Ospedale Scillesi D’America fu dotato anche delle attrezzature moderne sempre a carico dei nostri concittadini emigrati. L’Ospedale iniziò la sua funzione con l’apertura dei due reparti di chirurgia e ostetricia, con a capo il Direttore Sanitario provvisorio Prof. Pietro Panuccio, che nel 1962, in qualità di Sindaco di Scilla, si recò in America per ringraziare, personalmente, i nostri concittadini. Il 5 aprile del 1961 il nostro ospedale perfezionava le convenzioni di assistenza con le varie: Cassa Mutua, Coltivatori Diretti, Artigiani, INADEL e Commercianti. Con la riforma sanitaria l’Ospedale Scillese D’America veniva riconosciuto Ente Morale, potendo usufruire di finanziamenti da parte dello Stato. L’impegno del personale sanitario dei primi decenni fece crescere l’ospedale, divenendo, così, una struttura efficiente con vari reparti. C’era soltanto da augurarsi che non andasse sprecato il sacrificio di oltre 50 anni di impegno.
Da diversi anni a questa parte, invece, la riforma sanitaria ha, purtroppo, fortemente, penalizzato l’Ospedale Scillesi D’America, svuotandolo di reparti e di servizi sanitari essenziali per i cittadini scillesi e per i cittadini di tutto il comprensorio, assistendo fino ad oggi alla chiusura dei vari reparti ed alla riconversione in Casa della Salute.
Lettera aperta di Rocco Picone


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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