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Questa scheda proviene dal sito "carte da legare " http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/ ; è un progetto della Direzione generale archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico di queste istituzioni. Partito nel 1999 con un primo programma di finanziamento per i complessi archivistici degli ospedali Santa Maria della Pietà di Roma e Leonardo Bianchi di Napoli. Il portale mette a disposizione della comunità i risultati . Essi possono essere utilizzati per scopi di studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori e per la semplice conoscenza del fenomeno manicomiale da parte di un pubblico più vasto.
Sono liberamente consultabili i dati del censimento degli archivi, alcuni strumenti di ricerca e le statistiche dei dati socio-
Carte da legare costituisce anche un percorso tematico specifico del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche).
http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/index.php?id=825&navId=0
Il manicomio dell'Osservanza fu costruito nel 1890 a seguito del bisogno crescente di posti letto nel manicomio centrale non più in grado di soddisfare le richieste di ricovero provenienti da un numero crescente di province, anche di altre regioni; così il suo direttore, Luigi Lolli decise di costruire una struttura decentrata estesa su un'area che, con la colonia agricola, raggiungeva circa 75.000 metri quadrati. Il nuovo manicomio dell'Osservanza, fu esemplato sul modello ideato dall'Accademia delle Scienze di Parigi, risalente al 1788, ma ritenuto ancora il più idoneo e perfetto. Esso era costituito da padiglioni indipendenti ed aveva una capienza di circa 1000 degenti.
Dopo la morte del Lolli in entrambi gli ospedali si creò una situazione di vero e proprio degrado che costrinse la Congregazione di carità imolese a porre in vendita i due stabili, sia quello che ospitava il manicomio centrale, adiacente all'ospedale di Santa Maria della Scaletta, che quello che costituiva la struttura di complemento detta dell'"Osservanza". Mentre la sede centrale fu acquistata dalla Provincia di Bologna nel 1897, l'"Osservanza" rimase di proprietà imolese. Si determinò così la compresenza in Imola di due strutture manicomiali autonome, che ospitavano ciascuna pazienti di provenienza diversa e affetti da differenti patologie. All'Osservanza in particolare erano ricoverati i malati che non provenivano dalla provincia di Bologna e quelli affetti da patologie mentali croniche. A inizio del Novecento l'ospedale, dovendo ospitare un numero sempre maggiore di pazienti, fu ampliato.
La gestione dell'assistenza psichiatrica fu trasferita, a seguito della riforma sanitaria del 1978, all'Unità sanitaria locale, gli ospedali psichiatrici imolesi furono formalmente chiusi nel 1996.