CAGLIARI Ospedale SS Trinità o Is Mirrionis - Ospedali d'Italia

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CAGLIARI Ospedale SS Trinità o Is Mirrionis

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Il contenuto della scheda l'ho trovato al link

http://web.tiscali.it/cappella.sstrinita/storia%20osp.htm


Ho provato in tutti i modi a rintracciare chi l'ha postato per condivederne i contenuti ma senza successo, quindi se chi  legge ha notizie e/o contatti da suggerire non esiti ad inviarne comunicazione alla email :

ospedaliditalia@gmail.com


Ogni concreto aiuto ricevuto verrà poi riportato nella scheda di presentazione

L'inizio dell'attività dell'ospedale "S.S. Trinità" può essere fatto coincidere con la conclusione della seconda guerra mondiale.
Tra la fine del 1945 e l'inizio del 1946 le "casermette", che sino ad allora avevano ospitato il Genio militare e l'Artiglieria, vennero occupate da alcuni Reparti Ospedalieri.
La decisione di usare tali edifici dismessi dalle forze armate, fu del Prof. Antonio Spanedda e del Prof. Giuseppe Brotzu, allora Sovraintendente Amministrativo dell'ospedale Civile.
Pare certo che le motivazioni che spinsero i due illustri studiosi, all'uso delle "casermette", fosse l'esigenza di trovare degli spazi per malati infettivi altamente contagiosi.
Infatti molti soldati sardi facevano rientro dalla guerra portando con sé evidenti problemi di ordine igienico-sanitario e si temette,  addirittura, che qualcuno dei reduci provenienti da Taranto, dove c'era stata un'epidemia di peste, potesse importare tale terribile male in Sardegna.
I'esigenza di creare un reparto "contumaciale" era quanto mai pressante, anche perché il vecchio Lazzaretto ubicato nella zona di S. Elia non era più agibile.
La peste, di manzoniana memoria, non giunse comunque a Cagliari.  .
Rimase invece il "reparto contumaciale" che fu utilizzato per alcuni casi di vaiolo e di rabbia, e successivamente (nel 1946) per i malati di tubercolosi che allora molto numerosi, sovraffollavano l'ospedale Civile.
Arrivarono in quegli anni del dopoguerra, ad Is Mirrionis anche i malati infettivi provenienti dall'ospedale Binaghi nonché i pazienti dislocati in una casa privata.
Non esistevano strade percorribili e raggiungere le casermette via via adibite a reparti ospedalieri era una vera e propria avventura. Un unico sentiero di campagna le collegava alla più vicina fermata filotramviaria praticamente irraggiungibile dopo le piogge! Nei primi periodi di attività dell'ospedale, era dunque indispensabile arrivare a piedi o in bicicletta, visto che solo pochi si potevano permettere il lusso di un'auto.
Stante la difficile viabilità, era molto problematico il rifornimento di tutte le merci, tanto che i medicinali venivano portati dall'ospedale Civile, con un carretto... a mano!
Nel dettaglio, con buona approssimazione, l'attivazione dei reparti sia avvenuta nel seguente ordine cronologico:
1) Reparto Infettivi (fine del 1945);
2) Reparto TBC (Aprile del 1946);
3) Reparto Hanseniani (Estate del 1946);
4) Reparto Cronici (fine del 1946).

Nel 1963, abbattuto e spostato il muro di cinta, vennero inglobate altre quattro "casermette", fino ad allora abitate dai senzatetto, ex sfollati, sbandati, trasferiti in alloggi comunali di nuova costruzione.
I padiglioni più esterni, vennero  adibiti al ricovero dei pazienti affetti da TBC.
Tale esigenza scaturiva dall'enorme numero di ammalati che non trovavano più possibilità di ricovero presso l'ospedale Sanatoriale di Monte Urpino (ospedale Forlanini, in seguito chiamato ospedale Binaghi )
Ben presto questi spazi risultarono insufficienti, per la grande quantità di ammalati, ben 250 in pochi anni. Fu pertanto necessario utilizzare altri padiglioni.
Unica arma atta a combattere la Tubercolosi era la Streptomicina, scoperta da Waksman nel 1944, ma estremamente difficile da trovare sul mercato. In città la sua distribuzione veniva fatta dal medico Provinciale Prof. Aresu che riuscì ad ottenere un dosaggio medio giornaliero di 30-50 gr./die.
Fu creato un repartino, a gestione universitaria, che si chiamò proprio "Reparto Streptomicina" dotato di circa 25 letti.
Agli inizi degli anni `50, tali spazi vennero abbandonati dagli universitari e divenne il II TBC donne, reparto utilizzato per l'assistenza di anziane tisiche.
In quegli anni furono numerosi gli interventi di toracoplastica, di fenicoexeresi e di Jacobeus, eseguiti sia dal primario del reparto, ma ancor più dal suo Aiuto, Dott. Antonio Sias .
Si lavorava tra mille difficoltà, i locali e le attrezzature disponibili erano poco idonei e non esistevano serrande alle finestre (furono montate solo nel 1952), la sala operatoria veniva riscaldata con stufette elettriche; quando mancava la corrente l'infermiera di sala operatoria era costretta a mettere in moto un gruppo elettrogeno con motore a scoppio. Non esisteva l'anestesista!
Accanto alla chirurgia toracica, c’era il padiglione di TBC pediatrico, che da sezione per pochi bambini ammalati di Tubercolosi divenne, successivamente, un vero e proprio reparto di pediatria.
Alla Pediatria furono assegnati anche i posti letto del reparto Poliomielite aperto nel 1959, che ospitava i bambini affetti da questa terribile malattia. In Sardegna si registravano circa 80 casi di malati ogni anno.
Erano affidati alla cura del Dott. Zanda e del Dott. Argiolas, e nel 1960 tutto il reparto fu denominato, tramite atto deliberativo formale, "Divisione di Pediatria con annessa Sezione TBC".
Negli anni `60, la diffusione della TBC aveva assunto un tale incremento che quattro padiglioni su sei, erano stati occupati da questi ammalati. Solo con l'introduzione di due nuovi farmaci, l'Isariazide e il PAS, si determinò una importante diminuzione del fenomeno epidemiologico e soprattutto subentrò l'esigenza di spostare il problema terapeutico dalla struttura ospedaliera al medico di famiglia, o a struttura sanatoriale della penisola come Sondalo o Arco.
Molti reparti TBC, cominciarono ad avere le corsie vuote sino a che, in pochi anni, da quattro reparti si ebbero due reparti TBC e un altro padiglione  viene diviso per ospitare il Reparto di Traumatologia e la Divisione di Medicina II.
Appare quindi che le "casermette", nate per scopi ben diversi dal ricovero e cura dei pazienti, furono un rifugio per malati "difficili" che trovavano pochi spazi negli "ospedali veri" e che venivano ghettizzati in un luogo distante dal centro abitato e non certo piacevole dal punto di vista alberghiero. Sembrò, dunque, "logico" nel 1946 trasferire i "Lebbrosi" in un padiglione di Is Mirrionis.
Nel 1946, è da segnalare un bando di concorso appare  per un posto di Primario di un reparto di nuova istituzione: il reparto Cronici.
Aveva inizialmente 10 posti letto che in breve tempo divennero 30, poiché la richiesta di ricovero era sempre più imponente: cancerosi, cirrotici, osteomielitici, anziani affetti da malattie croniche.
Nel 1970 il reparto "Cronici" cambiò nome e divenne reparto Lungodegenti ma un anno dopo fu scisso in Div. Geriatria e Div. Lungodegenti.
Se fatiscenti erano i locali di cui stiamo raccontando, altrettanto precaria era la situazione delle attrezzature e dell'apparato tecnologico. Basti pensare che il primo apparecchio radiologico (Ohio Nuclear) dell'ospedale Is Mirrionis fu una donazione dell'esercito USA che, rientrando in patria, aveva pensato di abbandonare.
Tale strumento a raggi X, venne installato, nel reparto TBC uomini. Era formato da un grosso tubo scoperto e da uno schermo, montato su un cavalletto che veniva spostato a mano.
Nonostante emettesse raggi in tutte le direzioni, funzionò per vari anni, sino a quando, per effetto delle norme protezionistiche, il Prof. Ladu, fisico esperto qualificato, lo mise fuori uso per essere completamente privo di protezioni.
Il reparto TBC donne, aveva una sola diagnostica, una camera scura, una stanzetta per la refertazione.
Molti servizi, continuarono, in quel periodo, a dipendere dall'ospedale Civile di Cagliari  sempre più insufficiente a soddisfare le esigenze sanitarie della popolazione.
Proprio per queste ragioni 1'attività dell'ospedale di Is Mirrionis andava sempre più aumentando e qualificandosi nelle varie specialità ancor oggi presenti.
E' pur vero che rimase sempre un luogo di seconda scelta, tanto che molti medici ed infermieri anziani ricordano di aver sentito l'allora Direttore Sanitario Dott. Lullo Loi urlare nel suo ufficio: "Ti sbatto a Is Mirrionis!".


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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