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Verso il 1189 Giuberto de Ponte, detto Grasso, personaggio di primo piano della Chiavenna di allora e amico carissimo del Barbarossa lasciò per testamento una casa e un terreno per farne un ospedale dei poveri. Già 13 anni prima i canonici di San Lorenzo chiedevano fondi per curare i bisognosi. Fu così che il più antico ospedale della Valtellina e Valchiavenna fu aperto nei pressi della Collegiata di San Lorenzo.
Si ritiene più una casa di ricovero che ospitale di infermi in quanto, oltre a un piccolissimo numero di infermi, vi si rifugiavano eziandio dei miserabili del paese e forestieri mancanti di tutto e di qualsiasi mezzo di sostentamento.
Fino all'ultima ristrutturazione del 1978 si vedevano ancora le scritte divisorie fra maschi e femmine. Non risulta che l'ospitale dei poveri di Santa Maria Rotonda, questo il suo nome, sia mai servito da Lazzaretto per le pestilenze, nemmeno durante quella del 1629/32. Per questo si preferisce aprire due Lazzaretti alla Berta e a Bette.
L'ospedale servì invece durante l'epidemia del colera del 1855.
Alla fine del Seicento lo stabile fu ristrutturato ed eretto in luogo Pio elemosiniere. Vi venivano alloggiati pellegrini per una notte e assistiti i malati. A metà 700, con la diminuzione dei viandanti, gli amministratori organizzavano la distribuzione di pane nelle case dei poveri bisognosi. Furono 76 le famiglie soccorse nel 1770 a domicilio con più di 1500 lire di pane, oltre a soldi e medicinali.
Nell'anno 1833 i malati ricoverati furono 10 in tutto, affidati alle cure del medico condotto e di un infermiere.
Continuò ad avere misera vita fino al 1861 anno in cui, interamente consunti rendite e capitali, fu costretto a chiudere. Prese allora provvisoriamente in affitto 2 locali a San Bartolomeo, per non lasciare sul lastrico alcuni poveri senza casa e proseguire l’assistenza a domicilio con alcuni infermieri. Si spendevano quarantamila lire all'anno per i poveri e 600 per medicinali e per la gestione. Pochi anni dopo, grazie ad una sottoscrizione pubblica, fu acquistato il Palazzo Bazzi con relativo terreno e in esso fu allestito un nuovo ospedale civile che inizia l'attività il primo settembre 1877 con il ricovero dei soli ammalati acuti.
Con il regio decreto 26 marzo 1885 viene eretto in Ente morale amministrato dalla Congregazione di Carità.
Nel 1902 gli interventi chirurgici divennero regolari con medici provenienti dall'Ospedale Maggiore di Milano. 10 anni dopo si aggiunse una nuova Ala con 40 posti letto e, in seguito, fu aperto il ricovero con 50 malati cronici. L'ultimo atto fu negli anni 60, l'ampliamento dell'ospedale e la chiusura del Ricovero nel 1962 con la costruzione della nuova casa di riposo ai Raschi.
Nel 1900 cominciò ad accettare anche malati a pagamento e dal 1902 si poterono effettuare gli interventi operatori, grazie alla collaborazione dei chirurghi dell'Ospedale Maggiore di Milano. Nel 1912 una donazione della Cassa di Risparmio di Milano consente la costruzione di un nuovo edificio su due piani nel terreno del palazzo Bazzi, ove trovarono posto 40 letti in due vaste corsie e varie camere singole. Il vecchio Palazzo venne adibito a ricovero dei vecchi, ai servizi di cucina, al dormitorio del personale e agli uffici. La legge sugli ospedali del 30 settembre 1938 numero 1631 classifica l'ospedale di Chiavenna “infermeria”. Alla fine degli anni trenta i posti letto sono saliti a 60; 20 letti di per medicina, 20 per chirurgia, 4 letti per ostetricia, 10 per l'isolamento e 6 camere singole per dozzinanti. Notevolmente deficitario il personale medico. Il direttore dell'ospedale è ancora il medico condotto che non ha alloggio in ospedale. Non vi sono altri medici; è una situazione veramente insostenibile e l'amministrazione lo fa presente in una relazione del 1942: nei casi di urgenti gravi necessità il paziente deve attendere con santa rassegnazione che le suore rintracciano il direttore, poi che questo, vagliate le urgenze delle visite della clientela privata, si rechi all'ospedale. Sarebbe veramente assurdo pensare di costruire, aggiornare, migliorare, attrezzare l'ospedale, senza voler risolvere la deficienza medica dell'ente. Ritenuto indifferibile l'impianto dell'organico medico viene proposto che ad affiancare il direttore sia assunto un assistente medico fisso e che venga stipulata una collaborazione continuativa con un chirurgo di Bellano. Nella relazione viene anche stilato un programma tecnico costruttivo.
Solo negli anni 60 del 1900 inizia un'opera di ammodernamento.
Bibliografia
Contract n° 20-
Previdenza di malattie e malattie sociali dall’Unità alla prima guerra mondiale-