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Questa scheda proviene dal sito "carte da legare "
http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/
è un progetto della Direzione generale archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico di queste istituzioni. Partito nel 1999 con un primo programma di finanziamento per i complessi archivistici degli ospedali Santa Maria della Pietà di Roma e Leonardo Bianchi di Napoli. Il portale mette a disposizione della comunità i risultati . Essi possono essere utilizzati per scopi di studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori e per la semplice conoscenza del fenomeno manicomiale da parte di un pubblico più vasto.
Sono liberamente consultabili i dati del censimento degli archivi, alcuni strumenti di ricerca e le statistiche dei dati socio-
Carte da legare costituisce anche un percorso tematico specifico del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche).
http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/index.php?id=334&navId=0
Altre denominazioni temporali
Ospedale di San Giacomo d'Altopasso di Alessandria 1335 -
Ospedale dei pazzerelli di Alessandria 1773 -
Regio Manicomio di Alessandria 1855 -
L'Ospedale psichiatrico di Alessandria nacque a seguito della politica di decentramento verso le provincie effettuata dal governo centrale sabaudo nella seconda metà del Settecento. Infatti l'Ospedale dei pazzerelli, sorto in Torino nel 1728 con l'intenzione di raccogliere i casi più gravi da tutte le province del regno, a causa del repentino aumento dei ricoveri, ben presto non fu più in grado di soddisfare le richieste.
Pertanto, qualche anno più tardi anche in Alessandria sorse un nuovo ricovero per i mentecatti:l'Ospedale San Giacomo di Alessandria, dalla fusione operata in data 11 marzo 1778 delle due preesistenti istituzioni ospedaliere alessandrine, l'Ospedale di San Giacomo d'Altopasso e l'Ospedale dei pazzerelli.
Nel 1335 Guglielmo ed Ogerio Gamberini (o Gambarini), lucchesi, fondarono in Alessandria l'Ospedale di S. Giacomo d'Altopasso, nel 1350 Guglielmo fornì una dotazione riservando a sé ed ai suoi discendenti maschi lo ius-
Nel 1850 venne riorganizzata la struttura, sostituendo la confraternita con un organo di Direzione del Manicomio composto da 8 membri fra cui, il sindaco del Comune, il priore della Confraternita e altri membri eletti.
Nel 1832 si adottò la divisione fra reparti maschile e femminile e l'anno successivo fu eretta una nuova ala dell'edificio. Nel 1842 si iniziarono a compilare cartelle nosografiche.
Nel 1855 la denominazione dell'Ospedale divenne "Regio Manicomio" mentre al 1856 risale un regolamento che escludeva la confraternita dall'amministrazione del manicomio e introdusse una direzione amministrativa e la figura del medico capo.
Nel 1881 il comune di Alessandria cedette i locali dell'ospedale, eretto nel secolo precedente su terreni della confraternita, al ricovero di Mendicità e contemporaneamente, tra il 1871 e il 1885 avvenne il trasferimento del regio Manicomio nell'ex convento dei Cappuccini, in via Venezia, risalente all'anno 1668, adattato su progetto dell'architetto De Angelis; questa sede ebbe successivi ampliamenti e nel 1913 inglobò una polveriera lasciata dall'esercito vicino ai bastioni della città che divenne una colonia agricola ad uso dei ricoverati.
Durante la sua lunga esistenza l'Ospedale divenne un vero e proprio laboratorio di sperimentazione delle teorie mediche susseguitesi nel tempo. A testimonianza di ciò rimane oltre all'archivio, un'importantissima raccolta museale. Quest'ultima comprende strumenti di contenzione, apparecchiature scientifiche, strumentari chirurgici, reperti anatomici tra cui una raccolta di crani, manufatti degli internati ed altre collezioni.
L'ente, tra alterne vicende, ebbe vita autonoma fino al 1978 (a seguito della Legge Basaglia), anno in cui passò all'Unità sanitaria locale n. 70 di Alessandria come ambulatorio di igiene mentale, ma solo il 24 dicembre 1980 l'ospedale cessò definitivamente l'attività.
Altra fonte: Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941 pag 127