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In queste poche righe abbiamo riassunto (a nostra discrezione) il contenuto ben più ampio del testo “Gli Ospedali di Brindisi” tra storia, realizzazioni e ricordi scritto da Pino Balsamo ex dirigente Amministrativo dal 1952 al 2000.
Ringraziamo l’Ufficio Stampa dell’ASL di Brindisi per l’autorizzazione all’utilizzo dei contenuti del Testo
Con legge 27/10/1927 il Governo Mussolini istituì l'assicurazione obbligatoria dei lavoratori contro la TBC e l'istituzione dei consorzi provinciali antitubercolari, gestiti dalle amministrazioni provinciali per il ricovero e la cura delle persone affette da tisi. Con deliberazione del 6/6/1931 l'Amministrazione Provinciale concesse l'incarico della costruzione di un ospedale Sanatoriale alla Cassa Nazionale delle assicurazioni sociali, denominata successivamente Istituto Nazionale fascista della Previdenza Sociale, che aveva ricevuto il compito di gestire il ricovero dei malati di TBC. A Brindisi il progetto della costruzione del nosocomio sanatoriale, affidato all'ingegner Antonio Cafiero, fu approvato dal provvedimento alle opere pubbliche di Puglia con decreto del 15/12/1932 numero 8703 per un costo di lire 4 milioni 300mila e con autorizzazione a contrarre il relativo mutuo; successivamente il costo dell'opera venne ridotto a lire 3 milioni in conseguenza della revisione dei prezzi e per uniformare la costruzione alle nuove tendenze rivolte a centralizzare i servizi. Il complesso, inaugurato nel 1936, venne edificato all'estrema periferia della città, al centro di un vasto parco arredato da alberi ad alto fusto; era costituito da un monoblocco con grandi vetrate ed ampi balconi per rispondere all’esigenza di aria pulita, di una zona a verde per il passeggio degli ospiti ed un'igiene di vita idonea. L'ospedale, intitolato a Cesare Braico, medico Garibaldino, aveva una consistenza di ben 316 posti letto con un affollamento medio che non supera mai i 150 ricoveri, a cui accudivano medici effettivi, funzionari amministrativi, infermieri, ausiliari, inservienti ed operai, oltre ad una congregazione di suore addette alla direzione delle sale di degenza ed ai servizi generali.
Con il passare degli anni, e precisamente nel 1940, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, anche a Brindisi il numero dei malati di tubercolosi, già esiguo, si ridusse considerevolmente, specie per le tecniche di terapia preventiva e della diagnosi precoce, per cui il Prefetto con il decreto numero 905 del 15/6/1940, dispose la requisizione del Braico destinandolo al ricovero di marinai in servizio presso il comando Marina della città o in transito sulle navi da guerra che si fermavano nel porto di Brindisi. L'occupazione del sanatorio durò fino all'agosto del 1945, quando, cioè, a fine delle operazioni belliche, il comando della Marina Militare riconsegnò i locali all'INPS. Pur continuando a ricoverare i pochi malati affetti da TBC ed al fine di fronteggiare la modesta attività ricettiva di tubercolotici, il Braico, sin dal 1960, cominciò ad accogliere i figli sani di genitori ammalati o già guariti, trasformandosi gradualmente in preventorio antitubercolare, tanto che nel 1965 fu costruita la nuova palazzina per ospitare i piccoli degenti. Con legge 12/11/1968 numero 132 e successivi decreti del 1969, che apportarono sostanziali mutamenti nella struttura degli ospedali, distinti in Generali, specializzati e lungodegenti e classificati in ospedale di zona, provinciali e regionali, il Braico venne staccato dall'INPS e fuso con l’Ente ospedaliero A. Di Summa. Il Braico venne destinato esclusivamente a preventorio antitubercolare con una capacità ricettiva di circa 60 bambini assistiti. Nel 1979 si convenne utilizzare in complesso quale sede dell'Istituto Provinciale alberghiero, di aprire alla città il parco e mantenere alcuni locali per servizi sanitari, quali centro per le tossicodipendenze, l'allergologia, le vaccinazioni, nonché per deposito di arredi e per l'archiviazione delle cartelle cliniche del A. Di Summa.