Menu principale:
Questa scheda proviene dal sito "carte da legare " http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/ ; è un progetto della Direzione generale archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico di queste istituzioni. Partito nel 1999 con un primo programma di finanziamento per i complessi archivistici degli ospedali Santa Maria della Pietà di Roma e Leonardo Bianchi di Napoli. Il portale mette a disposizione della comunità i risultati . Essi possono essere utilizzati per scopi di studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori e per la semplice conoscenza del fenomeno manicomiale da parte di un pubblico più vasto.
Sono liberamente consultabili i dati del censimento degli archivi, alcuni strumenti di ricerca e le statistiche dei dati socio-
Carte da legare costituisce anche un percorso tematico specifico del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche).
http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/index.php?id=474&navId=0
L'Ospedale, istituito nel 1898, grazie ad un lascito testamentario di Antonio Pancrazio, medico, deputato provinciale e presidente del Consiglio di amministrazione presso l'Ospedale civile dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia, venne inaugurato nel 1900 e affidato in gestione al vicino Pellagrosario di Mogliano Veneto, fondato dall'ingegner Costante Gris.
Sin dall'origine, l'Istituto medico pedagogico e, in particolare modo, la Colonia agricola sono stati fortemente legati da stretti rapporti istituzionali agli Ospedali psichiatrici di San Servolo e di San Clemente di Venezia: infatti la colonia agricola di Marocco di Mogliano Veneto (TV) funzionava come una vera e propria sezione staccata dei manicomi centrali veneti di San Servolo e di San Clemente. Qui venivano generalmente inviati e ospitati i pazienti definiti "dementi cronici e tranquilli", in grado di svolgere il lavoro dei campi e di occuparsi delle tipiche mansioni e attività richieste nella conduzione dell'azienda agricola di campagna, dotata di casa colonica con 70 posti letto, di 15 ettari di terreno coltivabile, di stalla, porcile, pollaio e officine diverse. La colonia così concepita assolveva il duplice compito di mettere in pratica da un lato la cura dei malati, utilizzando come cura anche l'ergoterapia, e dall'altro quello di rifornire gli ospedali psichiatrici della laguna di alcuni generi alimentari prodotti in campagna. Questo stretto legame trova conferma nei fondi archivistici di tutti e tre gli Istituti ospedalieri, dove la documentazione sanitaria (in particolare le cartelle cliniche) testimonia i frequenti trasferimenti di malati da un istituto all'altro, quella contabile gli scambi di generi alimentari, vestiario, medicinali ed altro che dalla terraferma giungevano in laguna e viceversa
Nel 1978, alla chiusura definitiva dell'Ospedale psichiatrico di San Servolo, vengono trasferiti a Marocco 108 pazienti, di cui 74 uomini e 34 donne, che si aggiungono ai 232 malati già presenti, di cui 156 uomini e 76 donne, per un totale di 340 presenze, alcune delle quali tuttora in loco: la sede infatti è stata trasformata in un Centro di salute mentale afferente al Dipartimento di salute mentale.