Menu principale:
La scheda deriva integralmente dal testo “Ospedalità antica in Sicilia” del Prof. Mario Alberghina dell’Università di Catania che ben vent’anni fa ha svolto una ricerca su tutti gli Ospedali siciliani. Contattato non ha esitato, oltre a farmi dono del testo, a darmi la completa disponibilità ad attingere al volume riportandone fedelmente i conte-
Voglio aggiungere che, fino ad ora, a parte la mia iniziativa di raccogliere la storia degli ospedali italiani, il volume del Prof. Alberghina è, insieme a quello di Giuseppe Castelli Gli ospedali d'Italia del 1941, unico nel suo genere.
Nel 1374, il vescovo mons. Eneco Alemannia promosse la fusione di tutti i piccoli ospedali cittadini in un unico ospedale per gli uomini detto di Santa Maria della Pietà, amministrativamente retto dal Senato cittadino. Nel 1555 fu fondato un piccolo ospedale per le donne, detto di Santa Caterina e Santa Lucia. I due ospedali furono affidati ai Fatebenefratelli provenienti da Messina nel 1591, sempre sotto il controllo amministrativo del Senato che doveva provvedere ai salari ed onorari per il medico, il chirurgo, il barbiere, la lavandaia, il notaro, l’aromataro, e la struttura prese il nome di “Ospedale di S. Giovanni di Dio”. Inoltre, un Ospedale degli Incurabili fu eretto dallo stesso Senato nel 1555, sotto la protezione di Santa Lucia. Nel primo Ottocento, fu aperto invece un ospedale per meretrici, lontano da quello delle donne.
Dopo il 1869, gli ammalati furono ospitati nell’edificio dell’ospedale militare del convento delle suore Teresiane, accanto alla chiesa di Santa Teresa (XVIII sec.). Di fronte al lato meridionale del complesso esiste una traversina chiamata Rua Esculapio. Negli anni ’20 del secolo scorso, il convento-
Nel 1876 l’ospedale si spostò in un orfanotrofio nel convento affidato alle suore ospedaliere di carità della Misericordia e della Santa Croce di Via delle Vergini, dietro la chiesa di Montevergine (1625), con ingresso in piazzetta San Rocco (le stesse suore prestavano servizio come infermiere nell’ospedale), rimanendovi e formando il nucleo dell’ospedale civico. Successivamente la nuova struttura ospedaliera prese il nome di “Umberto I”.
L’ospedale dei Fatebenefratelli, con annessi l’aromataria, la chiesa della Madonna di Loreto o della Visitazione e il convento (2 religiosi e 20 posti letto nel 1833) in piazza Duomo, fu raso al suolo nel 1882 per costruirvi al suo posto il palazzo del Museo Archeologico Regionale, oggi occupato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali.
Il nuovo “Umberto I”, fuori Ortigia, è sorto negli anni ’50 (primo monoblocco attivato nel 1953), con successivi potenziamenti (1971, secondo monoblocco; 1977, terzo monoblocco) fino ai nostri giorni.