Il contenuto della scheda è tratto integralmente dal testo Gli Ospedali della Melagrana – Giovanni Giordano – Centro Studi San Giovanni di Dio – 1988 – scheda di Eugenio Loreti
Ringrazio la Provincia Romana dei Fatebenefratelli per l’autorizzazione-condivisione dei contenuti riportati
Le prove storiche dell'esistenza di questa istituzione le troviamo dopo l'anno 1526 (data dell'ultimo saccheggio e incendio di Zagarolo, ordinata da Clemente VII per domare la tracotanza dei Colonna ribelli). La troviamo precisamente nell'anno 1529, nell'istromento rogito il 26 luglio che ci informa della consegna da parte del Priore dell'Ospedale Elia Capanna, ai parenti di un forestiero morto nell'ospedale, di una in-gente somma di denaro trovatagli addosso. Il 12 settembre 1603, nella parte narrativa dell'istromento rogito dal notaio Rodomonte Cani si legge testualmente quanto segue: Essendo che l'Ill.mo ed Ecc.mo Don Marzio Colonna Duca di Zagarolo, negli anni passati col consenso, presenza e volontà della Comunità di Zagarolo, abbia fondato un ospedale laico e non soggetto all'Ill.mo e Rev.mo Vescovo di Palestrina, né di altri, ma libero ed esente da ogni onere per servizio dei poveri infermi della detta Terra di Zagarolo. E sebbene per lo spazio di tre quattro anni in detto Ospedale non possa abitarvisi e dimorare a cagione della nuova fabbrica da farsi a maggior comodità dei sopradetti poveri infermi, e volendo ora il detto Ill.mo ed Ecc.mo Don Marzio Colonna, dare e concedere in perpetuo ed a maggior comodo dei poveri infermi il detto Ospedale alla Società di S. Giovanni di Dio detta volgarmente FateBeneFratelli.
Ma una interessante e dettagliata descrizione la troviamo negli atti della visita pastorale effettuata dal Cardinale Giuseppe Spinelli nel 1754. Ne trascriviamo alcuni brani:
L'Ospedale consta di 5 corsie, nella prima delle quali c'è un altare dedicato a San Giovanni Battista, sul quale non si celebra la messa. In questo locale vi sono cinque letti. Nella seconda corsia vi sono due letti per i sacerdoti. Nella terza vi sono due letti per i pellegrini. La quarta è di pertinenza dell'ospedalario (forse una sorta di custode-infermiere) ed altro personale di servizio. Nella quinta stanza ci sono tre letti per le donne. Prima del 1500 l'ospedale si trovava in piazza S. Mazia e affidato alla cura della confraternita del Corpo di Cristo della Parrocchia di S. Pietro. Nel 1603 Marzio Colonna affidò la gestione all'ordine dei religiosi di S. Giovanni di Dio. Aumentò la rendita annua a scudi quaranta. In seguito Marzio Colonna con l'autorità e facoltà del Cardinale Di Florenzia demolì l'ospedale per ricostruirne uno nuovo più ampio e funzionale e per l'ampliamento della piazza. Dopo di ciò la gestione fu affidata nuovamente alla Confraternita del Gonfalone (ex Corpo di Cristo), che doveva pensare alle spese per il mantenimento dei poveri infermi sia degenti in ospedale sia che stiano in casa. Doveva occuparsi, inoltre, in osservanza delle disposizioni del medico, degli infermi provenienti dalla città di Palestrina. Con il passa-re degli anni anche la nuova sede divenne inadatta ed insufficiente, perciò si impose la necessità di trasferire l'ospedale in una sede più idonea e confortevole. Ciò si poté realizzare con decreto del Cardinale Marco Antonio Colonna nella Sacra Visita del 10 agosto 1787. In esecuzione di quanto stabilito in tale decreto, i Priori della Confraternita del SS. Sacramento (già Corpo di Cristo e poi del Gonfalone) presero contatto con il Principe Don Giuseppe Rospigliosi, allora Duca di Zagarolo, perché si facesse la permuta dei locali di Borgo S. Martino con due case di sua proprietà. L'azione andò a buon fine, e finalmente il 14 febbraio 1797 fu stipulato il contratto. Ottenuta l'autorizzazione della Sacra Congregazione del Cardinal Vescovo di Palestrina, l'Ospedale si stabilì in piazza Massimo D'Azeglio ove tuttora si trova.