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Il contenuto della scheda è tratto integralmente da: Storia dell’Ospedale civile di Codigoro – Giorgio A. Finchi -
Fino al 1872 Codigoro sicuramente non ebbe nessun luogo dove i malati venivano accolti per cure. La prima idea sorse dalla necessità creata dalla grave alluvione del 1872.
Senza di questa l'ospedale o non sarebbe assolutamente sorto, oppure lo sarebbe stato in chissà quale luogo della bassa; probabilmente anche fuori di Codigoro. Dunque si potrebbe dire, che il padre dell'ospedale sotto questo punto di vista, fu il Po.
Esisteva il « Ricovero di Mendicità » come opera pia, amministrato dalla Congregazione di Carità, fondato dal Comune di Codigoro con deliberazione consigliare del 22-
Il 2-
Nell'articolo 7 ed 8 del capo terzo dello statuto organico dell'opera pia infermeria, si può leggere che « nell'infermeria saranno accolte le persone d'ambo i sessi nate o residenti nel comune di Codigoro e che dalla Congregazione siano state riconosciute indigenti epperciò meritevoli di assistenza. L'infermeria accoglie altresì gli estranei al comune che trovandovisi di passaggio o temporaneamente, o vi si ammalassero [...]». Ancora all'articolo 9: «Non saranno ammesse nell'infermeria le persone, tanto indigene quanto estranee, che fossero colpite da malattie croniche o contagiose ». Detto statuto risale al 12-
Il servizio di sorveglianza era affidato ad un custode e quello sanitario al medico Dott. Pianori, fino al 1886, l'anno in cui Codigoro e Mezzogoro furono funestate da una grave epidemia di colera, calamità che indusse l'amministrazione comunale a creare condotte mediche a Codigoro ed una a Mezzogoro.
Le condotte di Codigoro furono affidate al Dottor Giovanni Massart cui fu affidata anche l'assistenza sanitaria ai degenti dell'infermeria; ma è facile intuire quanto sia stato laborioso conciliare il servizio della condotta con quello dell'infermeria, l'attrezzatura della quale era talmente rudimentale da non acconsentire all'ambiente il titolo di « ospedale » vero e proprio.
Tuttavia l'ospedale così com'era, svolgeva nella maniera migliore che sempre gli fu possibile, il suo importante ruolo di luogo dove i malati venivano accolti per le cure. Si può raccontare che, circa intorno al 1910-
Una volta giunto in quello che era considerato l'ospedale, venne sottoposto alle cure del caso; venne messo in «trazione» per ridurre nel modo migliore la frattura, in una stanza illuminata dalla tremula fiammella di una mezza candela di sego che lasciava intravvedere nella penombra le travi del soffitto sconnesse ed in disordine. Dopo circa un mese il paziente venne dimesso guarito. L'andatura però ne aveva alquanto risentito tanto che zoppicò per tutto il resto della sua vita. Non esistevano apparecchi radiologici in ospedale, allora!
Il figlio di questo fratturato, racconta che durante i lavori di pietosa riesumazione della salma del padre, per ricomporre le ossa nell'ossario del cimitero di Pomposa, ci si accorse che il femore fratturato si era mal consolidato, con accavallamento dei monconi di frattura e di conseguenza, venne spiegata la ragione, della deambulazione difficoltosa.
Le condizioni di manutenzione in cui trovavasi l'ospedale andavano sempre più decadendo, e così venne trascurato per molti anni. Nel 1886, venne incorporato dall'Amministrazione Comunale, che provvide a nominare nel suo seno il presidente della Congregazione, e ad incaricare il medico condotto della direzione dell'ospedale.
La prima cartella clinica conservata nel nosocomio, è del 1924. È di una certa P. Q. di anni 20, accolta in ospedale il giorno 8-
I lavori di restauro sono ormai inderogabili.
Da un sopralluogo eseguito da parte dell'Ufficio tecnico comunale è stato rilevato che il fabbricato trovasi in tale deplorevole stato di manutenzione da presentare un serio pregiudizio all'incolumità dei degenti e del personale ospitaliero e tale da richiederne urgenti lavori di restauro.
Si dice anche che l’ospedale deve venire fornito di ogni conforto moderno, quale riscaldamento a termosifone, luce elettrica, gabinetti, bagni, ecc.; segno evidente che fino ad allora l'Ospedale aveva funzionato nelle condizioni di più grande disagio!
Un consigliere propone che oltre alle L. 100.000, per restauri ed ampliamenti all'ospedale venga stanziato a bilancio del 1925 una somma in omaggio al Nome Augusto di S. M. il Re, per l'arredamento della sala operatoria e della sala disinfezioni, nella speranza che l'iniziativa del comune venga seguita dai cittadini fino alla concorrenza della spesa di un maggiore arredamento in corrispondenza alla nuova sistemazione del fabbricato. L'iniziativa approdò a buon fine per il generoso concorso dei cittadini.
Il 20-
Si assiste a progetti di lavori di ampliamento che vieppiù ingrandiscono e perfezionano il nosocomio, con l'istituzione di più accoglienti sale di degenza, apparecchiature sanitarie, laboratorio analisi, sale operatorie adeguatamente attrezzate, sale radiologiche e di terapia fisica, con personale medico-
Si arrivò al 1955 allorquando tale situazione fu oggetto di attento esame da parte dell'Istituto di Medicina Sociale di Roma, tanto che in occasione del secondo convegno nazionale tenutosi a Ferrara dal 13 al 15 giugno 1955 constatata la deficiente situazione sanitaria della zona più depressa del basso ferrarese, a pag. 48 dei suoi atti si legge quanto segue: «…e palesemente insufficiente anche l'ospedale civile di Codigoro, dotato di appena 50 letti.
L'amministrazione dell'ospedale civile di Codigoro predispone nell'anno 1956 un progetto di ampliamento dell'edificio ospedaliero portando il numero dei posti letto da 56 a 116. Con decreto del Presidente della Repubblica in data 5-
Nel 1961 viene istituita la divisione medica. Nell'arco di 14 anni, si passa dai 50 letti del 1955, ai 206 del 1969.
L’ospedale riceveva anche contributi ed elargizioni da privati cittadini: arredamento biblioteca, arredamento sala a due letti, numerosi contributi per intestazione letti da privati cittadini; e altri contributi minori, ma non per questo meno bene accetti, l'elencazione dei quali sarebbe troppo lunga. Dal 1967 è fornito di autoambulanza per il trasporto di malati. Nel 1968, viene dichiarato “Ospedale Generale di Zona”.