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Tratto integralmente da: Il Lazzaretto di San Colombano al Lambro : architettura recuperata Annibale Maestri
Il pio luogo che a S. Colombano al Lambro si denomina « Il Lazzaretto » deve le sue origini al contagio scoppiato in parrocchia nell'anno 1630. I documenti particolari dell'avvenimento e cioè le carte che ci fanno edotti del manifestarsi del contagio, della conseguente creazione del Lazzaretto e degli sviluppi successivi della fondazione, si trovano nei diversi Archivi di S. Colombano e in quello della Curia Vescovile di Lodi. Purtroppo la pestilenza non si fermò ai primi casi, ma si sviluppò e infierì, oltre che nel 1630, anche nel successivo 1631. Ne venne per conseguenza che nella valletta scelta per la sepoltura di primi appestati, si andò formando un vero e proprio Lazzaretto pel ricovero e l'assistenza ed i colpiti dal contagio. Dal testamento dell'appestata Dalla Porta risulta che nel Lazzaretto avevano stanza gli appestati degenti e il prete incaricato della cura d'anime dei contagiosi, che venivano così isolati dalla popolazione ancor sana. E risulta ancora che il prete, oltre le cure spirituali, aveva anche l'autorizzazione di raccogliere le deposizioni testamentarie. E si può dedurre dal complesso delle risultanze che nella valletta prescelta per la sepoltura degli appestati per necessità di cose venne formandosi una specie di Ospizio di fortuna fatto forse di tende o di baracche o di casoni pel ricovero degli appestati. E l'ospizio ebbe fin d'allora il nome di «Lazzaretto». E come ebbe il prete per il servizio religioso, deve aver avuto il medico per la debita assistenza e per le cure sanitarie dei ricoverati; e i servizi procurati dalle pubbliche autorità locali, a cui venne in aiuto la carità dei privati con lasciti e oblazioni, come risulta dai documenti.