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Gli ospedali della Melagrana” Centro studi San Giovanni di Dio Francesca Romana Bini
(1) L’Ospedale S. Anna è fondato da un soldato greco, Alessio Lascaris, nel 1567, che lo affida alla Compagnia della Misericordia e Morte. La stessa confraternita nel 1645 fonda l'ospedale della Trinità che viene successivamente inglobato al preesistente. Una bolla di Papa Benedetto XIV del 1742 pone l'ospedale sotto la giurisdizione del Vescovo il quale elegge gli amministratori: da questo momento l'assistenza è affidata a personale laico. Una svolta decisiva si ha nel 1817, anno in cui l'ospedale viene trasferito presso il convento di S. Francesco delle Scale con chiesa, orto, case e cortile annessi. A provvedere al nuovo ospedale sono chiamati i Fatebenefratelli con a capo il Padre Benedetto Verno. Uomo dotato di grandi capacità organizzative, provvede alla ristrutturazione e all'ampliamento dell'edificio. Apre un nuovo ingresso più agibile ai feriti e ai malati per evitare loro il difficile accesso attraverso lo scalone di S. Francesco. Propone la trasformazione della chiesa in un salone da adibire a camerone allo scopo di dividere i malati di Medicina da quelli di Chirurgia, adattando altri locali ad uso di ospedale militare. Inoltre nel 1840 crea il primo manicomio della zona. Nell'ingresso viene posta l'iscrizione. I Figli di S. Giovanni di Dio, a ritornare il senno ne' miseri mentecatti per cure fisiche e morali quest'ospizio instituivano il di VII Marzo MDCCCXL.
Le pressioni esercitate sull'Istituto dal manicomio da una parte e dall'ospedale militare dall'altra creano con il passare del tempo delle difficoltà di gestione e quando nel 1852 l'ospedale militare è unito a quello civile aumentano i pericoli di contagio soprattutto allo scoppio di epidemie come quella di colera del 1855.
Intanto i progetti di Padre Vernò non sono visti di buon occhio dalle autorità ecclesiastiche locali, tanto che il Vescovo e mons. Gozzi, delegato apostolico, con un Breve lo rimproverano di aver mutato indirizzo dell'Istituto il quale invece era stato fondato per persone colpite da malattie chirurgiche e mediche, con privilegio per gli abitanti di Ancona e non per i mendicanti e gli stranieri. Due anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1858, l'ospedale viene sequestrato dall'autorità militare.
Regolamento per il Pio Istituto dell’Ospitale della SS. Trinità di Ancona -
(2) L’Ospitale della SS. Trinità è sotto l'immediata tutela, e amministrazione della Ven. Congregazione di Carità di Ancona. E' sorvegliato da una Deputazione tratta dal seno della medesima. E' diretto da un Capo col titolo di Direttore Economo il quale dipende direttamente dalla Congregazione.
5. Riceve, e racoglie i poveri ammalati Uomini, e Donne purchè non siano cronici, Gallici semplici, e incurabili, come pure i feriti d'ogni genere istantanei ed urgenti salvo in questi casi i compensi che saranno stabiliti per quei che non fossero miserabili.
33. l'Ospital così diretto, è sorvegliato dal Sig. Direttore e viene servito come si è detto da appositi Impiegati. Essi sono fissati come appresso: Un Medico, Un Chirurgo, Un Flebotomo, Uno Speziale, Un Dispensiere Spenditore, Un Guardaroba Custode, Inservienti Infermieri 1 per 12, Un Cuoco, un Facchino, Un Portinaio,un cappellano.
24. Ciascuno de suddetti impiegati ha un soldo fisso che fino a nuov'ordine è mantenuto nel piede presente cogli annessi di Pane e Vino finor praticato e verrà regolato per il nuovo anno dietro bilancio preventivo della Congregazione. I medesimi prestano servigio giornaliero, e continuo con le appresso discipline.
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37. Il Flebotomo deve abitare nell'Interno dell'Ospitale per li bisogni momentanei tanto di giorno che di notte. Questo sarà incaricato delle ispezioni di bassa chirurgia accompagnerà il medico, e il chirurgo nella loro visita giornaliera porterà al registro i nomi dei malati, distribuirà ai medesimi le medicine, e si presterà ai bisogni contingibili dei malati.
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94. Non si riceve alcun malato senza che sia munito di un biglietto sottoscritto conformemente alla modula annessa in calce del presente.
95. Si fa eccezione dei feriti gravi, per i quali si farà rapporto entro 24 ore alla Deputazione che coprirà il Direttore con ordine di ritenere il ferito se farà diligenza perchè il feritore sia responsabile, e rifonda la Congregazione.
96. I biglietti sopramentovati sono portati in filza dal Sig. Direttore, e comprovati per essere verificati dalla Deputazione, e a fine di mese serviranno d'appoggio nei mensili che presenterà il Direttore.
97. Tosto che un infermo arriva all'Ospedale è spogliato de' suoi propri panni, i quali sono consegnati al custode, che ne tiene registro di affardella, e ripone sopra il nome del proprietario. Se ha denari o roba preziosa sono consegnati al Direttore che dietro autorizzazione della Deputazione ne usa secondo le particolari circostanze del malato. Nel caso che tutti o in parte restino a benefizio dell'Ospitale il Direttore li porta nel registro come alla modula e si attiene a quanto è in essa prescritto.
98. L'Infermo spogliato de' suoi panni ove si conosca necessario viene lavato, rasato, e nettato da ogni immondezza.
99. Si dà dopo ciò a ciascuno una camicia, un beretto ed un capotto dell'Ospitale, che riconsegna partendo.
100. I malati una volta collocati in Sala vengono regolarmente visitati respettivamente dal medico, e dal chirurgo curati secondo le regole, e assistiti dai serventi infermieri con metodo, e orario uniforme.
101. Il Medico oltre le prescrizioni degli opportuni medicinali fissa per ogni mattina il loro trattamento a tutto vitto, a mezzo vitto a dieta.
102. Il trattamento a tutto vitto sarà di 12 once di pane al giorno, due once di minestra, 4 once di Carne, e 12 once di vino, e once 2 di zuppa la sera.
103. Il trattamento a mezzo vitto sarà di 6 once di pane due once di minestra 2 once di carne, e 6 Once di vino, e 2 once di zuppa la sera.
104. Il trattamento a tutta dieta sarà brodo, e ova. Questo trattamento tuttochè diverso dall'attuale sarà posto in corso col primo di Luglio.
105. Il medico a norma delle circostanze potrà arbitrare sulle sue ordinanzioni in iscritto.
106. L'Infermo che non ubbidisce al Direttore, agli Infermieri, ai Professori è scacciato definitivamente dall'Ospitale.
107. E’ proibito assolutamente sia in istato di malattia, sia di convaliscenza ai malati l'uso della Pippa a tal fine è autorizzato ogni infermiere di guardia in caso di contravenzione di levare al malato, e la pippa, e la provisione che fosse stata ad esso introdotta di nascosto eseguendo rigorosa visita tanto nel letto del malato che in quelli de suoi più prossimi.
108. E' vietato di far visitare i malati nelle ore della distribuzione del cibo, e della visita de' Professori, ed in quella della Messa, e Preci, e in altra che saranno dichiarate secondo le stagioni coll'intesa della Deputazione, e indicate alla porta interna.
109. Nessuno potrà uscire nelle ore permesse alcun malato senza licenza del Direttore, il quale non potrà accordarla che nei limiti seguenti.
110. Ai parenti del medesimo sesso riconosciuti, permanentemente ogni terzo giorno, e in tempo di convalescenza una volta la settimana, agli estranei che ne richiedano, una volta in tutto il corso della malattia. Trattandosi di sesso diverso le licenze saranno sottoposte alle prescrizioni generali sul tempo qui sopra accennate colle modalità che seguono e nei limiti che si soggiungono.
111. Il Padre può visitare la figlia e viceversa, la Madre il figlio e viceversa, il Marito la Moglie e viceversa. Gli altri gradi non possono essere ammessi che nel caso di assoluta, e provata mancanza dei Genitori. Le visite così permesse quanto alla Sala delle Donne dovranno inoltre essere assistite di occhio sorvegliante, e presente di un’infermiera.
112. Chiunque si permettesse un cenno solo di irregolarità o violenza sia verso i malati, sia verso gli assistenti sarà notato, immediatamente espulto, e denunziate al Commissariato di Polizia, coll'intesa della Deputazione, che autorizzerà questa misura nei termini, che crederà convenienti.
113. Niuna visita, potrà durare più di un quarto d'ora.
114. Il presente titolo a grandi Caratteri sarà copiato con forme e affisso alla porta di ogni Sala.
115. Alla Residenza del Portinaro vi sarà pure affisso il presente, ed inoltre una Tabella indicante le ore, nelle quali è permessa la visita.
116. Ogni tre mesi per massima a diligenza degli infermieri sono lavati i pavimenti delle Sale dei malati.
117. La sala delle donne sarà coadiuata dagli uomini per tale sola circostanza.
118. Le biancherie saranno cambiata ogni 15 giorni e più sovente occorrendo, e ordinandolo il medico, le paglie ogni sei mesi.
119. Non si accordano i materassi, che nelle malattie gravi, e nell'inverno soltanto.
120. I pagliarecci almeno quei degli uomini saranno onninamente trapuntati.
121. In caso d'infezione, o moltiplicità di malattie comunicabili saranno lavati più spesso i pavimenti, e praticate le disinfettazioni coi metodi dell'arte.
122. Giornalmente poi si netteranno da tutte le lordure, frantumi, di cibo [...] nei modi, che sarà ordinato dal Sig. Direttore.
123. La sala delle Donne è diretta e sorvegliata dal Sig. Direttore come tutte le altre sale.
124. E’ assistita da tre infermiere, una delle quali è la capo infermiera, ed è responsabile dell'esecuzione dei regolamenti.
125. Le infermiere non possono uscire dal recinto della sala, ed annessi, ne recarsi per qualunque titolo nelle sale degli uomini, o altri luoghi dell'Ospitale.
126. Non possono introdurre Persone nella sala senz'ordine o permesso dal Sig. Direttore.
127. Non possono curare, e dar medicina alle malate ne ad alcuno di fuori, nè ritenere o comprare medicinali.
128. Non possono somministrare, ne provvedere alle malate altri commestibili che quelli prescritti dai professori.
129. Non possono far lavorare le ammalate per loro conto ne per l'Ospidale, nè per conto proprio.
130. Debbono esser presenti nella sala tutte le ore di visita, le ore del pranzo, e della cena per servire le ammalate trasportando dalla rota l'occorrente.
131. E' impedito all'infermiere il penitenziare o battere le ammalate per qualunque caso salvo il rapporto al Sig. Direttore, che procederà coll'intesa della Deputazione.
132. E' Permesso per turno l'uscire dall'Ospitale ad un'infermiera per giorno due ore nel tempo d'estate, e un'ora in tempo d'inverno.
133. I malati non potranno esser dimessi 1) senza licenza del medico, o chirurgo dell'Ospitale, i quali saranno tenuti a darla tosto assicurata la guarigione; 2) senza che abbiano restituito il vestiario dell'Ospitale; 3) senza che abbiano soddisfatto il pio loco del loro debito se non fossero stati ricevuti per Carità. Il Direttore sotto queste condizioni dà ordine della dimissione e lo fà eseguire indilatamente.
134. La Tumulazione de' Cadaveri dei malati morti nell’Ospitale si farà nel Cemeterio annesso a tutto carico e diligenza degli addetti in passato a quest'incarico, e coi mettodi soliti.
135. Non potrà sottoporsi alla sezione ascedomica nessun cadavere se non dai Professori curanti nell'Ospitale rendendone intesa la Deputazione.