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Già nel 1389 si ha notizia di ben sette Ospiti a Tarquinia, dei quali sussiste quello di S. Spirito.
Un nuovo Ospedale, fondato in epoca imprecisata e gestito, in un primo tempo, dalla locale Confraternita di S. Croce, passò nel 1586 ai Padri di S. Giovanni di Dio, detti « Fate Bene Fratelli ». Questi Padri nel 1590 lasciarono tale incarico, per riprenderlo nel 1592 e conservarlo per oltre tre secoli e cioè fino al Maggio 1918, epoca in cui furono sostituiti dalle Suore della Piccola Casa del Cottolengo, di Torino.
Per Statuto, provvedeva alla cura dei soli uomini ed era destinato alle comuni malattie, escluse le venereosifilitiche e le infettive in genere.
Successivamente, per necessità sociali e per nuovi indirizzi, subì importanti evoluzioni, ammettendo alla cura anche le donne.
Così l'antico «Ospedale di S. Croce » divenuto poi « Ospedale Municipale Maschile » ha assunto il nome di «Ospedale Civile».
Eretto in Ente Morale fu disciplinato dapprima dallo Statuto Organico approvato con R. D. 4 agosto 1880 e successivamente da altro Statuto approvato con R. D. 17 aprile 1910.
Trasferito nel 1933, in una nuova sede, ha amministrazione autonoma, ed è disciplinato dallo Statuto approvato con R. D. 17 maggio 1933.
Rappresentato da quattro padiglioni, con un corpo centrale, e da tre altre costruzioni minori, la casa degli infermieri coi bagni pubblici, la lavanderia coi locali di disinfezione e, all'estremo angolo Sud Ovest, gli ambienti per le autopsie con la camera mortuaria.
La costruzione principale è a due piani ed ha anteriormente i due maggiori ingressi; è costituita da un corpo centrale con due padiglioni laterali a destra e due a sinistra, e nei due maggiori centrali si sviluppano le grandi corsie con le numerose camere accessorie.
I quattro padiglioni e il corpo centrale comunicano tra loro per mezzo di una lunga galleria che può funzionare da ampia veranda sia al primo piano che al piano superiore.
Nel corpo centrale è l'abitazione delle Suore coi locali destinati ai servizi ad esse inerenti al primo piano la Cappella, il refettorio, il guardaroba e laboratorio; al secondo piano il dormitorio comune come è richiesto dalla Regola, due camere per le Suore addette al servizio notturno e al servizio di farmacia, una destinata ad infermeria, una ampia, al guardaroba privato delle Suore, altre accessorie e i gabinetti da bagno.
Questi due piani sono al disopra del così detto seminterrato. protetto da intercapedine, dove è la grande cucina, la dispensa, la cantina e posteriormente i locali per le caldaie destinate al doppio impianto di riscaldamento.
Nei due padiglioni maggiori stanno le principali corsie, le chirurgiche al primo piano per averle a livello della camera operatoria, le mediche al secondo, e gli infermi possono essere disposti in modo che uno dei padiglioni accolga gli uomini, l'altro le donne.
Nei due padiglioni minori ed esterni, in quello di levante e al secondo piano si trovano le corsie secondarie e al primo piano il gruppo dei locali che si riferiscono alla camera operatoria.
In quello di ponente è l'ambulatorio al primo piano e le camere a pagamento al piano superiore.
La camera operatoria è al primo piano del padiglioncino di levante, sporge all'esterno, ed è circondata da invetriate per usufruire del massimo di luce che in tale ambiente non è mai superflua od eccessiva.
Di lato ad essa, che è la principale, ve n'è una minore per le operazioni settiche e a queste due sale si accede per un corridoio ai cui lati sono distribuite varie stanze per la sterilizzazione del materiale chirurgico, per i lavandini, per l'armamentario ed altre accessorie.
Al primo piano del padiglione esterno verso ponente, oltre ai locali di ambulatorio e pronto soccorso, vi sono quelli destinati al gabinetto radiologico, agli specialisti, ai Sanitari interni, all'Amministrazione, alla Direzione, alla Segreteria, all'Economato in modo che ogni rapporto col pubblico si limita a questo padiglione che comunica con tutto il resto dell'Ospedale per la lunga galleria che si apre al pubblico soltanto nelle ore di visita dei parenti agli infermi.
L'Ospedale ha un patrimonio cospicuo derivante dalle private beneficenze verificatesi nel periodo della sua lunga esistenza.
Numero totale dei letti: in attrezzamento normale 150; in attrezzamento straordinario 230; epidemia 300.
Fonte: Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941