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Il contenuto della scheda proviene integralmente dal testo: Gli antichi ospedali della città di Piacenza, Armando Sironi, curato dalla Banca di Piacenza – 2001.
Ringrazio la Direzione della Banca di Piacenza per la condivisione e autorizzazione all’uso dei contenuti.
Fondato nel 1093 da un gruppo di nobili già distintosi per altre munifiche donazioni alla Chiesa, fra i quali troviamo i Mancassola, Muglani, Diotisalvi, Pallastrelli, Aliprandi e Seccamelica, cioè il fior fiore della nobiltà piacentina, e dato in uso ai monaci di Vallombrosa. Contemporaneamente questi nobili «di comune accordo di tal Chiesa e Monastero fondarono, e di assai ricchi beni lo dotarono insieme con l'Hospitale, che sotto il titolo di S. Marco vi accrebbero». Sorse sull'area di S. Benedetto, di cui continuò per molto tempo a portare il titolo, assorbendone le residue rendite e pertinenze, alle quali se ne aggiunsero di nuove per il tramite di donazioni e legati distribuiti in tempi diversi. Abbandonato dai Vallombrosani «per guerre, carestie e pestilenze» nel 1341 fu assegnato dal Papa Eugenio IV ai Canonici Regolari di S. Agostino i quali vi restarono fino alla costruzione del Castello di Pier Luigi Farnese, avvenuta a partire dal 1547 proprio sull'area del Monastero. La Chiesa di S. Marco fu però risparmiata e forse adibita a deposito; saltò in aria assieme al castello nel 1805 per lo scoppio di un deposito di munizioni dell'Esercito Napoleonico.