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Ho interpellato il Comune di S.B. Del Tronto nella persona del Sig. Giuseppe Merlini, che, oltre ad essere il responsabile dell'Archivio storico del Comune è anche l'autore del testo “ San Benedetto del Tronto, città adriatica d'Europa, II edizione – 2014, che gentilmente ha estrapolato la parte relativa all'Ospedale Madonna del Soccorso che “posto” integralmente così come mi è stata fornita.
L’inarrestabile sviluppo della parte bassa di San Benedetto, quindi della “Marina”, rese necessario la presa in considerazione della costruzione di un Ospedale, che da tempi remoti e fino al XVIII secolo era ubicato sull’antica via del Castello (struttura di modeste dimensioni distrutta in seguito al bombardamento aereo del 27 novembre 1943). Per volere del Padre Gioacchino Pizzi, che lasciò tutti i suoi averi per la costruzione dell’ospedale, l’ipotesi di nuove opere urbane venne concretizzandosi. Così finalmente, il nove novembre del 1843, veniva posta la prima pietra dell’ospedale “Madonna del Soccorso” e, al giugno del 1848, la struttura si era innalzata sino al cornicione. Quando, nel luglio del 1855, San Benedetto veniva attaccata da una tremenda epidemia di colera, che in quel periodo affliggeva pure altre contrade della penisola, l’Ospedale (al 1853 risale la bella facciata in stile neoclassico), non ancora aperto al pubblico, veniva adibito a Lazzaretto.
All’Ospedale andarono numerosissimi lasciti delle famiglie più agiate di San Benedetto oltre a donazioni di benefattori.
Solo nel dopoguerra, quando il senso di rinascita facilitò la ricostruzione e l’aumento della popolazione, si sentì la necessità di costruire un nuovo Ospedale in sostituzione del precedente. L’occasione della donazione della villa (grazioso edificio neoclassico con ingresso monumentale) e del podere della Signora Agata Voltattorni dette l’impulso per la costruzione del nuovo e più grande Ospedale “Madonna del Soccorso”. Il definitivo trasferimento della struttura ospedaliera da Via G. Pizzi a Via S. Pellico è del 1961.
L’edificio su via Pizzi, in stile neoclassico, era inizialmente costituito da due corpi di fabbrica: uno rettangolare ed uno retrostante a pianta ottagonale; la parte interna (quella ottagonale) del vecchio Ospedale è stata distrutta e l’intera struttura annessa al corpo della Scuola Media Sacconi. Invece rimane superstite, dopo attento restauro, la facciata originaria eseguita (così come tutto il progetto) dall’architetto ascolano Ignazio Cantalamessa su imitazione del “Reale” di Torino. Interessante il portico d’ingresso con due colonne in laterizio con capitello in pietra che sostengono un’alta trabeazione in pietra, con iscrizione che corre per tutta la facciata, e le figure ad altorilievo in cotto.
L’intestazione sopra le colonne di granito recita: MARIA SUCCURRE MISERIS – A. D. MDCCCLIII. Sempre del 1853 è il rosone decorato a rilievo dall’ascolano Francesco Farnesi.