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Dalla Difesa https://www.difesa.it/GiornaleMedicina/Pagine/StoriaPoliclinicoMilitareRoma.aspx
L’Ospedale Militare di Roma è pregno di storia sia al di sopra che al di sotto delle sue fondamenta; quindi per comprendere appieno il significato culturale e storico dell’Ospedale è opportuno cominciare l’esplorazione cronologica a partire dal sottosuolo ovvero dalle sue radici spirituali e mistiche che conferiscono ad esso una forte anima cristiana. Il Celio, uno dei sette colli su cui l’antica Roma si estendeva – anzi l’ultimo in ordine temporale ad essere compreso nella cerchia muraria di epoca repubblicana – faceva parte della Regio II della divisione Augustea della città, detta Caelimontium; in realtà, anticamente, il colle veniva chiamato Querquetulanum, ovvero il colle delle querce. Solo più tardi al colle si sarebbe imposto il nome attuale, dovuto a Caelius Vibenna, valente condottiero etrusco, uno dei fratelli di Vulci con l’aiuto del quale, Servio Tullio sarebbe riuscito ad occupare prima il Celio poi il resto di Roma, di cui divenne il suo VI Re. Con la riforma di Augusto tra il 10 e il 4 a.C. , il Celio diviene la seconda regione della città; in epoca Costantiniana aveva 7 Vici o Rioni, 3600 Insulae o palazzi d’affitto, 127 Domus o palazzi privati, 85 bagni pubblici, 65 fontane e 15 forni per il pane. La caratteristica della zona fu quella di ospitare numerose caserme, case da gioco, postriboli, abitazioni aristocratiche, nonché luoghi di culti orientali e misteri riguardanti in particolare la venerazione di Cibele, la Dea dei leoni, e Attis, suo figlio, divinità originarie dell’Asia minore, esattamente dell’Anatolia. Testimonianza dei riti misteriosi che si svolgevano in nome delle due divinità è la Basilica Hilariana di cui tratteremo successivamente. Con l’avvento del Cristianesimo la zona si arricchì di ospedali e ospizi in genere come quello assai antico dello Xenodocum, annesso all’antico oratorio dei SS. Erasmo e Abbacciro (che sorge nell’ambito dell’Ospedale Addolorata). Gli accampamenti più noti nella zona del Celio (i cosiddetti Castra Caelimontana) ove sorge il Policlinico Militare di Roma furono principalmente: 1) I castra aequitum singularium che ospitavano un corpo scelto di cavalleria al servizio personale dell’Imperatore (area della Basilica di S. Giovanni); 2) I castra peregrinorum che erano una specie di caserma di soldati provinciali impiegati in Roma per funzioni particolari (area di via S.S. Rotondo); 3) La statio cohortis vigilum, una sorta di coorte di pompieri o polizia urbana (di cui furono trovate incisioni nel 1882 presso l’ingresso dell’Ospedale). I resti della Basilica, unici reperti visibili nella zona del Policlinico Militare, sono venuti alla luce in seguito alle ricerche archeologiche iniziate con i lavori di ristrutturazione del nosocomio nel febbraio 1987. Si narra che in questa sede si praticassero dei riti particolari, legati come detto al culto di Cibele e Attis. Secondo la leggenda questi ultimi sarebbero discesi da Enea e ciò spiega il carattere quasi ufficiale del culto, nonostante le pratiche violente e il carattere orgiastico che contraddistinguevano tale venerazione. Il viaggio attraverso la storia del Policlinico Militare di Roma lascia il sottosuolo per proseguire adesso all’aperto quando correva l’anno 1870 e la capitale del regno fu trasferita a Roma. La città di allora era urbanisticamente del tutto impreparata a ricevere il governo della nuova nazione e dovette essere dotata, in breve tempo, degli edifici necessari ad accogliere le pubbliche amministrazioni, tra le nuove costruzioni furono comprese anche quelle di carattere militare a causa della maggiore concentrazione a Roma delle truppe. L’Ospedale Militare fu aperto nella prima metà del 1873 adattando il convento annesso alla Chiesa di S. Antonio Abate sull’Esquilino, vicino alla Basilica di S.Maria Maggiore. Era una soluzione provvisoria, di ripiego, infatti con il passare degli anni la presenza delle truppe in città aumentò drasticamente, per cui si rese necessaria l’edificazione di un nuovo Ospedale Militare. Con un Decreto del 14 dicembre 1880 venne prevista la costruzione di due Ospedali Militari, uno principale ed uno ausiliario, rispettivamente capaci di 500 e 400 posti letto. Preoccupazioni di ordine igienico sanitario avevano infatti escluso, nel 1881, la costruzione di un unico nosocomio di 1000 posti letto, preferendo la soluzione di due ospedali separati: quello principale sulla sinistra del fiume Tevere e quello ausiliario alle pendici del Monte Mario. Accantonata la costruzione dell’ospedale ausiliario, la scelta dell’area su cui edificare quello principale cadde sul colle Celio, sia per la sua posizione strategica in una periferia tranquilla e silenziosa, sia perché immerso nel verde di parchi e orti, tra le vestigia dei ruderi romani e le strade poco trafficate. Il 15 luglio 1885, veniva effettuata la “posa della prima pietra”. Con una semplice cerimonia veniva cominciato il più grande nosocomio militare d’Italia. Per la costruzione dell’Ospedale venne demolita nel 1888 la Villa Casale, una delle ville rinascimentali (XV-