Menu principale:
Questa scheda è stata estrapolata dal sito "Storia e Memoria di Bologna". Il portale dà voce ai protagonisti maggiori e minori della storia: i caduti bolognesi che persero la vita nella Grande Guerra e nella Resistenza, le vittime della strage di Monte Sole, i predecessori illustri o sconosciuti che riposano al Cimitero Monumentale della Certosa ed altri ancora.
I nomi dei protagonisti diverranno via via volti, immagini, storie che si intrecciano, fino a disegnare i contorni di un mondo che un po' ci appartiene, perché è quello da cui proveniamo.
I diversi database contenenti le informazioni sulle biografie, gli eventi, i luoghi, i monumenti e le opere, sono organizzati in scenari tematici, che rappresentano i “capitoli” di questo grande libro della memoria bolognese.
https://www.storiaememoriadibologna.it/ospedale-
L'Ospedale Sant'Orsola, fondato nel 1592 dall'Opera Mendicanti per gli incurabili, nel corso del Settecento ospita ammalati non contagiosi e “pazzi, sia uomini, sia donne”. Nel 1799 vi si aggrega l'Ospedale di San Giobbe e nel 1801 anche l'Ospedale dei lebbrosi di San Lazzaro. Nel 1814 gli sono assegnati i beni della Congregazione della Buona Morte (1606) e della Congregazione delle Dame (1660). Nel 1817 l'Ospedale Sant'Orsola si distacca dall'Opera Mendicanti. Nel 1819 il dottor Domenico Gualandi è chiamato a reggere le sorti del reparto manicomiale dell'Ospedale S. Orsola e introduce alcune importanti modifiche: per ogni paziente viene approntata una scheda sanitaria, in cui sono annotati, oltre ai dati anagrafici, le abitudini di vita, l'anamnesi recente e remota, l'esame obiettivo, la diagnosi, il decorso e l'esito della terapia. Il reparto “dementi” diventa più autonomo e individuato, benché i locali rimangano inadeguati e il numero dei pazienti troppo elevato. Nel decennio tra il 1842 e il 1851 verranno ricoverati 1.824 malati, tra “mentecatti”, epilettici e pellagrosi.La notte del 12 settembre 1867 un gruppo di malati di mente, qualificati come "convalescenti e tranquilli", attraversano a piedi la città guidati dagli infermieri per raggiungere il convento soppresso delle Salesiane in via S. Isaia, nuova sede del manicomio. Sono circa 300 i "matti" trasferiti dall' "orrido chiostro" del S. Orsola, dove erano ospitati in locali divenuti inadeguati e insalubri. A guidare questa operazione è l'insigne medico e amministratore ospedaliero Francesco Roncati (1832-
Nel 1933 vengono costruiti il nuovo padiglione d'ingresso e la clinica medica. Sono le prime realizzazioni del piano di completamento formulato già nel 1925 dall'ing. Giulio Marcovigi, commissario del Sant'Orsola e capo dell'Ufficio tecnico amministrativo degli ospedali. L'idea generale prevede vari padiglioni immersi in un grande giardino. Nel 1930, a cura della Croce Rossa, è costruita la Scuola Convitto per Infermiere Professionali.
L'ospedale è costituito da 27 padiglioni e si snoda per circa 600 metri (1 km se si considera anche l'area Malpighi) attorno ad un viale alberato centrale, che dà un senso di amenità all'ambiente micro-
È presente un sistema di tunnel sotterranei che collega quasi tutti i padiglioni, ma è ad uso esclusivo dei dipendenti e del personale autorizzato.
Gli edifici che compongono il policlinico sono numerati in ordine crescente da est a ovest. Il colore del padiglione si riferisce al settore del policlinico.
Tra il 2006 ed il 2012 sono cominciati i lavori per la realizzazione di vari nuovi edifici, e molti altri verranno profondamente ristrutturati e modificati.
Con il completamento delle nuove strutture il complesso ospedaliero avrebbe dovuto ampiamente superare i 2000 posti letto, rendendolo, secondo i dati attualmente disponibili, il più grande ospedale in Italia. Tuttavia a seguito dei tagli lineari al budget statale per la sanità, i posti letti sono drasticamente diminuiti, rendendo tale stima non più attuale.
Nasce nel 2006 Il MiscBO (Minimally Invasive Surgery Center of Bologna) è il primo centro multimediale di chirurgia mini-