NAPOLI Ospedale di Beneficenza - Ospedali d'Italia

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NAPOLI Ospedale di Beneficenza

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Il contenuto della scheda proviene dal sito "Derive Suburbane" che contiene un vasto archivio online di fotografie, informazioni e narrazioni incentrato esclusivamente sui luoghi abbandonati della Campania.


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Si chiamava Ospedale di beneficenza e fu fondato nel 1872: così è solennemente segnato su una targa all'ingresso dell'edificio, e così riportano alcune fonti locali. Invece l'iscrizione che svetta sulla facciata anteriore, o meglio sulla sommità dell'abbaino, segna il 1902, data in cui è stata probabilmente ultimata l'antica struttura che oggi è visibile nel suo stato pressoché agonizzante. La funzione, implicita nel nome, era quella di soccorrere e accogliere i meno abbienti e i bisognosi. Un proverbio recita: "Fa' del bene e
scordatelo", ma l'ingrato destino di questo complesso ospedaliero, costruito per aiutare gli esclusi, è stato quello di essere esso stesso scartato e dimenticato.
Eppure, chi arriva all'Ospedale di beneficenza dal lato del cortile, preceduto da un elegante cancello, nota un giardino ben curato. Le stesse facciate esterne lasciano supporre un restauro avvenuto in tempi non troppo lontani. Alle spalle del nosocomio monumentale, tuttavia, un edificio ben più nuovo versa in condizioni di evidente degrado. In tal caso la storia è molto più recente ed assolutamente più breve: nel 1992 furono investite più di un miliardo di vecchie lire per annettere all'Ospedale di beneficenza un'ala moderna su più piani, fornita di attrezzature all'avanguardia in quegli anni. Ma in un batter d'occhio, ovvero già nel 1995, i vertici sanitari campani ne decretarono la dismissione. Da allora ci sono state discussioni e convegni, il caso è finito su una nota trasmissione TV nazionale, ma non è cambiato nulla: ad oggi il complesso risulta chiuso, visibilmente depredato e parzialmente vandalizzato. Le vicende più note, dunque, narrano l'ennesimo caso di spreco di denaro pubblico. Il risultato: uno dei tanti edifici fantasma in Campania, vuoto e devastato.
Una porta aperta ci ha introdotti nell'ospedale: all'interno è decisamente malridotto, ma tra cumuli di polvere e detriti abbiamo scoperto diverse apparecchiature mediche utilizzate durante i pochi anni di attività. Nel reparto di radiologia i macchinari sono ancora al loro posto: quello per i raggi-x, modello Prestilix 1600, è fuori uso (un cartello ne testimonia il guasto) ma è esternamente ancora integro, così come i pannelli di comando al di là della vetrata di separazione.
Ammassate in alcune stanze troviamo innumerevoli attrezzature ormai datate, quasi pezzi d'antiquariato tecnologico: incredibile che siano ancora tutte li.
Aggirarsi in solitudine nella penombra e tra le stanze consunte e ammuffite di questo nosocomio fa un certo effetto, e diversi scorci potrebbero stuzzicare i ricordi d'infanzia degli appassionati di film e videogiochi horror. Non molto diversa è l'atmosfera all'interno del vecchio Ospedale di beneficenza. Ai piani superiori, corridoi e camere sono altrettanto scarnificati, e in più di un ambiente le pareti sono annerite da probabili incendi passati. Una stanzetta, forse adibita a scopi votivi, presenta un affresco sul soffitto, per il resto gli oggetti e gli arredamenti sopravvissuti tra queste mura si contano sulle dita di una mano.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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