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La scheda è stata autorizzata dalla "Scuola Grande San Marco " fondata come Scuola dei Battuti nel 1260. Al suo interno esiste una biblioteca di storia della medicina.
https://www.scuolagrandesanmarco.it/docs/curare-
Nel 1527 esisteva un “Ospedaletto” dedicato alla cura e assistenza dei veneziani anziani, poveri e malati che non erano in grado di provvedere a sé stessi.
All’inizio l’Ospedaletto era poco più di una tettoia con pochi rifugi di fortuna ma lo stesso divenne molto rapidamente, grazie all’attenzione ed ai lasciti dei benefattori della Serenissima, un’area dedicata e attrezzata dove troveranno accoglienza, in edifici e strutture sempre più accoglienti e funzionali fino a 700 ospiti anziani.
Il complesso assumerà il nome di Opera di Santa Maria dei Derelitti ma a Venezia sarà per tutti sempre
“l’Ospedaletto” sebbene altre strutture con finalità di cura e assistenza condividessero nella Serenissima questo appellativo.
Ed è appunto nell’Ospedaletto, adiacente all’attuale Ospedale Civile, e più esattamente nella sua “Infirmaria” che dal 1527 e per i successivi 500 anni si daranno il cambio medici dedicati alla cura specifica
degli anziani, una sorta di “protogeriatri”, i quali accomunati dalla dedizione totale al loro servizio, contribuiranno nei secoli a migliorare sempre più i canoni specifici di assistenza al malato anziano nella comunità.
Vi è infatti documentazione relativa, ad esempio, all’attenzione e studio della dieta dell’anziano, alle attività occupazionali (l’attuale terapia occupazionale), le prime vaccinazioni di massa di comunità, le osservazioni epidemiologiche ed altro ancora.
Agli inizi del ‘900 l’Ospedaletto entrerà nell’orbita dell’adiacente Ospedale Civile in pieno sviluppo e saranno in seguito gli internisti di quest’ultimo, appunto sulla spinta dei nuovi concetti geriatrici provenienti da oltremanica, che prenderanno in mano la Direzione ed evoluzione dell’Ospedaletto ed in particolare con il Prof. Bruno Finzi il quale, allievo del geriatra emerito prof. Greppi (fondatore nel 1950 della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia), contribuirà a migliorare e modernizzare l’attività della struttura tra gli anni ’50 e 60.