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Il contenuto della scheda è stato autorizzato dalla redazione (che ringrazio) della rivista “Castelli Romani” che, nel numero di Gennaio/Febbraio 2010, ne ha riportato il testo a firma di Luigi Galieti
Come e quando sia sorto l'ospedale a Velletri, non vi sono documenti che possano attestarlo. Le prime notizie risalgono al XV secolo. Nel 1447 Infatti, fu costruito l'ospedale da parte della Confraternita del Gonfalone, o meglio dei disciplinati di Santa Maria, sul lato sinistro della facciata della esistente chiesa di San Giovanni Battista, detto perciò chiesa di San Giovanni dell'ospedale, Fuori Porta Romana. Dagli atti della Confraternita del Gonfalone, si legge che, nel 1481, la confraternita manteneva a proprie spese, un ospedaliere con la moglie per il servizio dei malati di ambo i sessi che ascendevano al numero di 10. Nel 1556, essendo scoppiata la guerra tra Filippo II e Paolo IV, Velletri divenne scenario di guerra per cui, dovendosi rifortificare la città, si dovette abbattere l'ospedale di San Giovanni che era ubicato quasi a ridosso delle mura castellane per costruire un nuovo bastione. Nel 1557, dopo la pace di Cave, sottoscritta il 14 settembre i poveri Fratelloni si vedono impossibilitati a ricostruire l'ospedale con i propri mezzi, per cui le spese furono sostenute dal comune: infatti, il consiglio comunale di Velletri decreto’ nel pubblico consiglio che si riedificasse l'ospedale di San Giovanni, che era stato demolito per rendere più comode le fortificazioni. L'ospedale fu riaperto nel 1571, e potè accogliere nuovi ammalati e prenderne quanti si trovavano in sovrappiù dell'ospedale di Sant'Antonio. Nel dicembre del 1587, in accordo con i fratelli del Gonfalone, l'ospedale passò nelle mani dei Fatebenefratelli di San Giovanni di Dio, che ne perfezionarono il servizio. Ancora prima esisteva un ospedale, tenuto dei regolari di Sant'Antonio Abate, detti canonici di Vienna, venuti a Velletri nel Secolo XIV e rimasti sino al secolo XVI. Questi frati detti Antoniani per la loro specialità di assistere i malati affetti dal fuoco sacro o fuoco di Sant'Antonio, venivano scelti dai papi per il servizio di ambulanza in occasione di viaggi, e rientrava tra i loro compiti quello di conservare medicinali e di allestire, diremmo oggi, ospedali da campo, per il soccorso dei pellegrini attirati dalla presenza del papa; talvolta, su richiesta della popolazione locale, questi presidi sanitari potevano trasformarsi in ospedali stabili, intitolati a Sant'Antonio. Nel 1614 l'ospedale di San Giovanni fu ricostruito dalle fondamenta. Durante la famosa epidemia di peste del 1656, a Velletri furono approntati due Lazzaretti […]”per quelli che non avevano comodo nelle proprie case, uno per gli uomini a San Giovanni in Plagis, l'altro per le femmine nell'ospedale di Sant'Antonio di Vienna.”
La peste penetrò Velletri “.... dalla parte di Nettuno, come dalla parte di Roma dove la contrassero i mulattieri, che giornalmente portarono il vino, per non avere esattamente osservato le cautele prescritte: onde inutili riuscirono tutti gli stabilimenti presi per liberare la città da questo flagello. Si dilatò l’infezione per tutte le contrade, e in poco tempo tolse da questa vita un numero considerevole di cittadini: poiché dagli primo di luglio, giorno infausto come principio del male, sino al 30 maggio dell'anno seguente 1657 ascese la perdita del popolo a 2716. Nel gran furore del morbo spesso morirono 40 70 persone al giorno. Non fu restituito alla città il libero commercio prima del 24 giugno. I morti di peste furono seppelliti in San Giovanni dietro la chiesa, ma essendo numerosi, fu scavato un pozzo vicino alla piazza di detta chiesa, profondo 70 Palmi, con sotto delle grotte. Dopo che furono riempite le fosse, ne furono scavate molte altre, e quando l'epidemia di peste finì furono costruiti sopra dei muri massicci. “