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Il contenuto della scheda è tratto da due articoli (2/4/2020-
https://www.ilgiornaledipantelleria.it/pantelleria-
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In un lembo di terra, circondato da solo mare, una volta la salute degli abitanti era affidata veri e propri “missionari”, che in groppa a muli si spostavano da una casa all’altra cercando, di garantire un’assistenza medica domiciliare.
Prima della guerra a Pantelleria non esisteva una Struttura Ospedaliera. La salute pubblica veniva tutelata dall’opera “missionaria” di alcuni medici privati, come il dr. Alfonso Errera fino alla fine del 1800, il dr. Bernardo Nagar fino a metà del 1900, e molti altri, i quali facevano nascere i bambini e curavano i malati in casa e, se necessario, con assistenza domiciliare continua, ricompensati da tazzine di caffè, mustazzoli, pasticciotti e, se la permanenza si protraeva, da qualche tazza di latte o di brodo caldo.
E gli onorari? Spesso consistevano in prodotti della terra, animali da allevamento e tutto ciò che in natura i contadini potevano offrire. E questo fino agli anni sessanta inoltrati: ricordo ancora la bacinella d’acqua pulita, il sapone appena scartato e l’asciugamano di lino bianca che mia madre si premurava a preparare ogni volta che c’era necessità della visita del “dottore”…
In groppa agli asinelli questi medici “missionari” si spostavano da un capezzale all’altro per assistere i pazienti che abitavano nelle varie contrade dell’isola, fornendo ai malati gratuitamente le medicine perché potessero curare le loro affezioni con tempestività. Se erano necessarie medicine che i medici non avevano, occorreva mandarle a prendere e i tempi di consegna spesso superavano anche i quindici giorni, col rischio che arrivavano quando il malato o era guarito e quindi non erano utili o non c’era più. Erano tempi in cui i medici potevano usufruire di pochi ed essenziali strumenti di lavoro e contare molto sulla resistenza fisica e una buona reazione del paziente alle varie infezioni batteriche e virali.
I primi embrioni di Strutture Sanitarie a Pantelleria sorsero nel periodo anteguerra, in vista dell’ormai prossimo conflitto. Furono organizzate, infatti, infermerie militari sia nel Capoluogo che nelle Contrade principali e questi presidi diventarono sempre più necessari man mano che la popolazione militare andava aumentando e ci furono le prime operazioni di guerra con i primi feriti.
Durante i bombardamenti, però, le infermerie del Capoluogo dovettero interrompere la loro assistenza e andò prendendo sempre più importanza l’infermeria di Khàmma-
Terminata la guerra i militari affidarono la gestione dell’ unica infermeria rimasta in tutta l’Isola, ai civili, i quali avevano collaborato con loro in tutto il periodo di guerra e fino a quel giorno.
Nel dicembre del 1945, la Direzione Sanitaria dell’infermeria di Khamma-
Difficile per i Panteschi, abituati a chiamare il dottore in casa, riuscire a prendere l’abitudine a servirsi della nuova struttura in caso di necessità e ancor di più a volersi sottoporre ad interventi chirurgici. Bisognava escogitare qualcosa per “rompere il ghiaccio” e l’idea venne al dr. Marini il quale per dare il via e incoraggiare coloro che avevano bisogno di interventi, mise in giro la voce che avrebbe eseguito “gratis” la prima operazione. La pubblicità rivolta alla gente bisognosa anche di risparmiare portò l’effetto desiderato. Dopo poco tempo la prima paziente, superando la diffidenza, si presentò con coraggio e fiducia. Era la suocera del sig. Durante molto conosciuto in quel tempo in quanto faceva la guardia municipale. La donna aveva bisogno di operarsi di appendicite. Per qualche anno l’Ospedale rimase ad operare nella contrada di Khamma-
Testo: Io tu e Pantelleria Rosanna Gabriele