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La scheda è stata predisposta dalla Biblioteca del Comune di Mondolfo ed è tratta dal volume indicato in bibliografia sotto riportata
L’Ospedale Bartolini di Mondolfo, dal 2016 riconvertito in Casa della Salute Bartolini, fu eretto per volontà testamentaria del ricco commerciante modolese Giuseppe Bartolini che, nel 1802, lasciava un cospicuo capitale per costruire il nosocomio. L’azione del Bartolini si inseriva all’interno di una antica tradizione.
Le prime notizie che abbiamo potuto rintracciare sull’esistenza di ospedali a Mondolfo, comune del litorale adriatico marchigiano, risalgono alla fine del XIV secolo quando, nella città fortificata sul mare, si aveva l’esistenza di ben due nosocomi: l’Ospedale di S. Antonio di Vienna, di pertinenza dell’episcopato senigalliese e di cui era rettore e governatore Giovanni «Sanctis» coadiuvato da sua moglie Cecilia, e l’Ospedale dedicato a San Giacomo e S. Spirito, di cui era rettore «Vanuntius Bartoli». Nel XVII secolo, operava l’Ospedale della Misericordia di Mondolfo.
La Confraternita della Misericordia aveva il suo ospedale dalla parte a mezzogiorno presso le mura dette del Fosso, con una cappelletta a mano destra dell’ingresso eretta fin dal 1688 con permesso del Vescovo Dandini sotto il titolo di S. Maria della Consolazione, aveva “due camere pei Secolari, pei Sacerdoti, ed altra per le Donne pellegrine, nonché tre camere superiori per l’ospedaliere, con sua cantina, ed altri commodi per riporre l’entrata della Compagnia. Il Pievano Vincenzo Cavalli lasciò a detto Ospedale un censo di Scudi 200 coll’obbligo di erogare il fruttato a vantaggio dei poveri infermi” come vergava il cancelliere della Curia Vescovile di Senigallia Bernardino
Montanari.
E’ in questo contesto che viene raccolto il testamento del Bartolini: “Miei eredi universali proprietari, ed usufruttuari fò, istituisco, e colla mia propria bocca nomino e voglio, che siano tutti i poveri Infermi di questa Terra [di Mondolfo] e di lei Territorio, ed erigersi un Ospedale, quale voglio sia denominato Ospedale Bartolini”. come si legge nell’atto di ultima volontà rogato dal notaio il 27 agosto 1802. Sarà una lunga vicenda quella che poterà all’apertura del nosocomio, eretto in Ente Morale con Regio Decreto 24 settembre 1874, fortemente voluto dall’intera comunità locale e a servizio dell’intera bassa Valcesano. Gravemente danneggiato dal sisma che colpì il litorale adriatico nel 1930, l’Ospedale Bartolini venne ricostruito nelle attuali forme nel 1932, su progetto degli ingegneri Mengaroni Umberto e Patrignani Livio di Fano coadiuvati dal direttore sanitario primario del Bartolini Dott. Pietro Lelli Mami. Ulteriormente ampliato, dotato di 115 posti letto, proposto per divenire sede dei Unità Sanitaria Locale (USL) l’indomani dell’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale nel 1978, l’ospedale venne qualche anno dopo unito con quello della vicina Fano (Ospedali unificati di Fano e Mondolfo), per essere poi fortemente depotenziato nei primi anni ’90 e, solo a seguito di ingenti lavori di ammodernamento, trasformato in Casa della Salute Bartolini – inaugurata il 27 febbraio 2016 – intesa come sede di servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie in favore di un bacino di utenza di oltre 25.000 cittadini e dove trovano allocazione in uno stesso spazio fisico i servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie, anche residenziali RSA – cure intermedie, ivi compresi gli studi dei medici di medicina generale e quelli dei medici di medicina specialistica ambulatoriale, nonché prestazioni sociali, sociosanitarie ed amministrative, in una struttura moderna e perfettamente efficiente.
OPAC SBN: Storia della sanita a Mondolfo e Marotta / Alessandro Berluti