CUGGIONO Ospedale SS.Benedetto e Geltrude - Ospedali d'Italia

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CUGGIONO Ospedale SS.Benedetto e Geltrude

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Il contenuto di questa scheda è stato autorizzato dalla testata "corrierealtomilanese.com" che, nella persona del dott. Francesco Maria Bienatti,  segnala che la firma dell'articolo è del Dott. Giuseppe Leoni esperto di storia locale.

http://www.corrierealtomilanese.com/2019/12/03/il-compleanno-dellospedale-di-cuggiono-1929-2019/


L'ospedale di Cuggiono è uno dei più antichi dell'area dell'ovest milanese, essendo stato eretto nel XVIII secolo grazie ad un lascito testamentario del possidente terriero Benedetto Gualdoni, nato e residente a Milano, ma con case e terre a Cuggiono. Nel suo testamento redatto il 4 aprile 1762, sottoscrive:
«Compassionato io testatore per lo stato deplorabile degli infermi poveri della terra di Cuggiono li quali e per la distanza dall'Ospitale Maggiore di Milano e per il quasi universale aborrimento che hanno questi terrieri a portarsi al detto Ospitale Maggiore stanno miserabilmente nelle loro case senza il modo con cui provvedere al mantenimento e medicinali bisognevoli. Perciò giacché a Dio non è piaciuto di darmi figliolanza, sono venuto alla determinazione che tutti i miei beni siano destinati ad un Ospitale da erigersi in Cuggiono e a dotare nubende povere di Cuggiono da scegliersi ogni anno».
Fu probabilmente già il medico condotto Domenico Zucchetti, scomparso nel 1730, a suggerire al Gualdoni l'idea di devolvere il proprio discreto patrimonio alla costruzione di un ospedale da chiamarsi Luogo Pio San Benedetto, anche per non vedere il  triste spettacolo degli ammalati cuggionesi portati all'Ospedale Maggiore di Milano su carretti malfermi o barchetti lungo il Naviglio Grande.
Morti sia il Gualdoni che la moglie usufruttuaria, nel 1790 il lascito appariva però insufficiente per l'apertura e la gestione dell'auspicato nosocomio e pertanto si rese necessaria la creazione di un'associazione per seguire i malati a domicilio che rimarrà tale sino al 1807 quando in essa vennero riunite le Congregazioni di Carità che facevano capo allo Stato. Tutto cambiò nel 1825 quando, con la morte della cuggionese Geltrude Beolchi, questa per testamento lasciò tutti i suoi beni alla Congregazione di Carità perché realizzasse questa finalmente la volontà del Gualdoni.
L'eredità comprendeva tra le altre cose un palazzetto di famiglia che venne trasformato in ospedale, grazie all'operato del valente architetto Luigi Canonica. L'opera ebbe inizio il 30 aprile 1835.
La struttura rimase tale sino alla Prima guerra mondiale quando, di pari passo coi progressi della medicina, si renderà necessario espandere ulteriormente l'ospedale. Il nuovo ospedale venne riprogettato e inaugurato l'8 dicembre 1929.  La struttura dell'ospedale vecchio passò di proprietà al municipio di Cuggiono che dapprima lo affittò ad alcuni artigiani e poi, dal 1948, lo vendette all'Istituto Mater Orphanorum (in origine fondato a Castelletto nel 1945), per l'accoglienza di giovani orfane.
L’ospedale ebbe sempre infermiere laiche fino a quando, nel 1929, in seguito al lascito di 100mila lire dell’ingegnere Carlo Cornelli (l’ideatore della centrale elettrica, il quale portò la luce elettrica in paese) vennero licenziate e sostituite con otto suore del Cottolengo di Torino (rimaste fino al 1988).
Nell’estate 1954 iniziarono i primi lavori di restyling, ma fu solamente nel 1974 che prese corpo il nuovo blocco operatorio ed il Pronto Soccorso. Poi ci fu la costruzione di un nuovo padiglione.
Era il tempo della riforma sanitaria: dai Comitati di Zona (legge regionale 37/1972) si passò alle Unità Socio Sanitarie Locale (U.S.S.L.) dove la ‘gestione politica’ della salute aveva preso il sopravvento, per arrivare infine alle Aziende Sanitarie Locali (A.S.L. poi ASST), dove l’aspetto manageriale delle strutture sanitarie sembrerebbe aver preso il sopravvento.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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