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Il contenuto della scheda deriva integralmente da: La cura attraverso l’arte a cura del Conservatore del patrimonio storico e artistico AUSL della Romagna Sonia Muzzarelli.
Ci tengo a sottolineare che tutto il lavoro è stato svolto in accordo con la Direzione Generale che ne ha caldeggiato la divulgazione.
Si tratta di un “cofanetto” contenente vari opuscoli, riccamente iconografati e ricchi di bibliografia, che riportano sia la storia degli ospedali come pure la descrizione del loro patrimonio artistico.
Per informazioni contattare: patrimoniostoricoeartistico@auslromagna.it
L’ospedale degli infermi venne aperto nel 1699 su iniziativa della confraternita dei battuti Bianchi. L’Ospedale degli infermi di Bagnacavallo, come molte istituzioni simili, è stato ricavato da un preesistente convento dei Padri Girolimini.
Sia la municipalità che i privati elargirono ingenti somme che incrementarono gli introiti dell'istituto, anche se il maggior aiuto arrivò dal Monte di Pietà che, con facoltà impartita da Papa Clemente XII tramite una breve del 1702, donarono più di tremila scudi al nuovo nosocomio.
Nel 1708 i beni di alcune soppresse congregazioni e di un piccolo ricovero a Traversara confluirono nell'ospedale che veniva comunque, sostenuto da molte donazioni di benefattori.
Questi lasciti portarono ad una vera fioritura dell'ospedale che potè aumentare il numero degli assistiti.
Nel 1830, l'amministrazione si rese conto che era necessario un locale più ampio per la gestione degli infermi e acquistò il monastero del Padri Girolimini che fu restaurato ed adattato alle esigenze di un nosocomio. Nel 1841, nel glorno dedicato a San Michele, venne inaugurato.
Tra gli scopi elencati nello statuto organico dell'Ospedale degli infermi di Bagnacavallo, approvato dalla Congregazione nella seduta del 10 novembre 1874, si sottolinea l'obbligo di curare gli oratori delle ex confraternite del Battuti Bianchi e Neri, della Misericordia e dei Terziari dato che i beni di queste soppresse confraternite erano confluiti nel nuovo ospedale.
Oltre a ciò l’ospedale aveva lo scopo di accogliere e mantenere e curare gratuitamente sino all'esito della malattia poveri infermi della città o del territorio, di raccogliere ed inviare a Faenza i reietti della ruota di Sant'Anna provenienti dalla città e dal circondario, di distribuire ogni anno due sussidi dotali a favore di due povere fanciulle della città e del territorio prossime a maritarsi e di adempiere alla celebrazione delle messe nei periodi di festa nella chiesa annessa al nosocomio. L'ospedale inoltre sostiene le spese per gli utensili sacri e per la manutenzione di diverse chiese ad essa legate.
Il presidio ospedaliero fu sempre amministrato e diretto dalla locale Congregazione di Carità ed in seguito, in epoca fascista, dall'ECA dalla quale fu però decentrato nel 1939. Dopo essere stato assimilato nei servizi dell'Azienda USL di Lugo, nel 1995 l'ospedale è stato disattivato e convertito in una struttura di servizi sanitari.