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La scheda deriva integralmente dal testo “Ospedalità antica in Sicilia” del Prof. Mario Alberghina dell’Università di Catania che ben vent’anni fa ha svolto una ricerca su tutti gli Ospedali siciliani. Contattato non ha esitato, oltre a farmi dono del testo, a darmi la completa disponibilità ad attingere al volume riportandone fedelmente i conte-
Voglio aggiungere che, fino ad ora, a parte la mia iniziativa di raccogliere la storia degli ospedali italiani, il volume del Prof. Alberghina è, insieme a quello di Giuseppe Castelli Gli ospedali d'Italia del 1941, unico nel suo genere.
Collegato alla Chiesa di San Pietro presso le mura esisteva uno “spedale d’infermi d’ambo i sessi” cui era annesso un asilo per trovatelli (1558).
Assieme al loro convento, nel 1590 l’ospedale dedicato agli uomini, fu separato e assegnato con dote ai Padri Fatebenefratelli di San Giovanni di Dio, chiamati dal Senato calatino. I padri intitolarono il nuovo ospedale allo Spirito Santo. Nel 1685 l’ospedale, sostenuto economicamente dal Comune, aveva 16 letti per i pazienti assistiti da dieci religiosi. Cento anni dopo (1787) i posti letto erano dieci ed i religiosi erano ridotti a 6. La struttura ospedaliera possedeva una ricca farmacia. Fu distrutto durante il terremoto del 1693 e ricostruito in maniera più moderna. La Chiesa dello Spirito Santo, insieme al convento e all’ospedale, nel 1872, per interessi pubblici e privati, vennero abbattuti.
Testo: Russotto Gabriele, I Fatebenefratelli e l’ospedale dello Spirito Santo di Caltagirone: note storiche, Varese 1938