NOICATTARO Ospedale Civile poi casa della salute - Ospedali d'Italia

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NOICATTARO Ospedale Civile poi casa della salute

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I contenuti della scheda provengono dal lavoro di ricerca, mai pubblicato, di Giacomo Settanni “Noja-Noicàttaro: istituzione opere prime comunali: congregazione di carità – E.C.A. Erezione ospedale civile, Parte seconda (1868-1990) e scaricabile al sito  http://www.nojainpuglia.it/librionline_frameset.htm “,  che già aveva dato alla stampa il volume  “Noja-Noicàttaro 1855-1868: istituzione opere prime comunali: costruzione ospedale per i poveri infermi in largo Pilorso, Parte Prima, Fasano, Schena edito-re, 1995”.

Il primo maggio 1817 è istituita in Noja, la "Commissione di Beneficenza Comunale" prima Opera Pia Benefica Pubblica del paese, sostituita, per la Legge dell'agosto 1863, dalla "Congregazione di Carità".
Gli Amministratori del Comune e delle varie Congreghe laicali si riuniscono  il 3 ottobre del 1855 e il Decurionato adotta il provvedimento inerente al finanziamento dei lavori di costruzione di un manufatto, da adibire ad Ospedale sul suolo ceduto dal Comune; costruzione ritenuta idonea per lo scopo.
Iniziativa poi sospesa, per mancanza di fondi poiché i fondi previsti per l'adattamento ed il mantenimento del novello "Ospedale Civile" nell'ex Convento dei Cappuccini, sono ritenuti insufficienti dall'Intendente Provinciale degli Ospizi e dal Consiglio di Stato (12 novembre 1889).
In seguito, però, i vari Enti Statali e Provinciali riconoscono i fondi previsti sufficienti per l'impianto e mantenimento del novello Ospedale, proponendo al Re (siamo ancora sotto i Borboni) l'approvazione del menzionato deliberato Decurionale. S.M. Ferdinando II nell'udienza del 30 agosto 1856 emana il decreto per l'impianto dell'Ospedale da mantenersi con i mezzi riconosciuti idonei, dal Consiglio degli Ospizi, da quello dell'Intendenza e dal Consesso Decurionale, che li ha proposti.
Con l'Unità d'Italia (1861-1863) l'Erario statale però si trova in gravi difficoltà economiche. Come risolvere la situazione? Semplice, abolire il Potere temporale della Chiesa.
Ci pensano i governi Benso-Urbano Rattazzi e Massimo Taparelli d'Azeglio, i quali, a seguito delle Leggi Albertine (1861-1863) di soppressione di tutti i Monasteri e Corporazioni religiose, confiscandone i loro beni patrimoniali e istituiscono il "Fondo per il Culto".
Nel 1860 il Comune per eliminare le spese necessarie all'erezione di nuovi manufatti, inoltra alla Direzione Generale del "Fondo per il Culto" la richiesta di cessione in proprietà degli ex Conventi dei "Carmelitani Calzati" e dei "Cappuccini" per realizzarvi varie Opere Pie, autorizzate con Decreto reale nel 1868. Il 19 agosto 1868, il Comune entra in possesso dei manufatti degli ex conventi.
Con delibere del Consiglio Comunale del 1886, approvate dalla Deputazione Provinciale il 12/7/1887, è stabilita la cessione alla Congregazione di Carità locale del manufatto dell'ex Convento dei Cappuccini e parte degli annessi giardini per l'impianto di diverse Opere Pie.
La cessione è autorizzata con decreto reale del Re d'Italia Umberto I N. 326 del 30/1/1890 e l'inversione dei redditi delle varie Opere Pie in favore dell'adattamento ad Ospedale dell'ex Convento dei Cappuccini, compresa l'approvazione dello Statuto, composto di 19 articoli, compilato dall'Amministrazione della Congregazione.
Nel 1890, ottenuto il Decreto Reale per l'erezione in Ente Morale, il Presidente della Congregazione di Carità invita le varie Congregazioni locali a deliberare l'inversione delle proprie rendite a favore dell'Ospedale Civile, da realizzarsi nel manufatto dell'ex Convento dei Cappuccini e per il suo mantenimento, utilizzando così al meglio le rendite, in quanto il sito, per essere in aperta campagna, si presta molto bene per ammalati d'ogni genere.
Una volta, adattato ad Ospedale l'ex Convento dei Cappuccini, la Dirigenza della Congregazione di Carità deve affrontare si-tuazioni del tutto particolari: Crisi economica, Istituzioni delle previste varie Opere Pie, Statuto Organico del personale necessario al funzionamento del Nosocomio, iniziative Benefiche proprie ed istituzionali. Assunzione del personale medico e paramedico. Vertenza salariale, attivata  dalla Madre Generale delle Suore Missionarie del Sacro Cuore, a favore delle Suore utilizzate nello svolgimento delle varie attività dell'Opera Pia.
Il 1917 è l'anno in cui la Generale dell'Ordine delle Suore in servizio nell'infermeria ed Opere Pie varie, riapre la vertenza economica che si protrae sino al 1951. L'Amministrazione dell'Ospedale e la Generale dell'Ordine delle Suore non raggiungono facilmente un accordo.
L'Amministrazione dell'Ospedale non ha soldi, perciò ritiene di accontentare la Generale, aumentando la retribuzione a ciascuna suora di 9 mila lire mensili, più la cessione in uso del giardino e dell'agrumeto retrostanti il manufatto. La Generale non accetta tale disposizione minacciando di ritirare le Suore, nel frattempo, divenute in numero di cinque.
Dopo la seconda guerra mondiale il costo del lavoro ha un balzo in salita. La Madre generale chiede, quindi, l'aggiornamento del corrispettivo, minacciando, con più forza, il ritiro delle suore, la qual cosa porterebbe alla chiusura certa di tutte le Opere Pie impiantate.
Dopo una pesante corrispondenza, tra vari Presidenti dell'E.C.A. e la Madre Generale, la Dirigenza dell'Ente, nel 1951, stabilisce di concedere dal primo gennaio di detto anno, a chiusura della vertenza, l'assegno mensile di £ 15.000 per ciascuna Suora.
Detti eventi portano però alla paralisi del Nosocomio sia per mancanza di entrate, sia per essere considerato, dagli Organi Statali ed OMS, non un Ospedale Civile, come autorizzato, ma un'Infermeria, in quanto non ci sono più richieste di prestazioni mediche private e soprattutto perché rientra nel piano regionale sanitario come semplice infermeria (1977).
Il Comune (E.C.A.) alla richiesta dell'Organizzazione Mondiale della Sanità circa l'organico dell'Ospedale, dà solo notizie contraddittorie, tanto da essere radiato come Ospedale Civile; la qual cosa porta, quindi, alla chiusura di detto Ente (anno 1969), con la chiusura, anche, del reparto di chirurgia generale.
E’ del 1973 la proposta d'unificazione degli Ospedali di Noicàttaro e di Rutigliano. Il Presidente dell'Ospedale Civile di Noicàttaro e quello di Rutigliano, ritengono più che opportuno unificare i due Nosocomi, che assicureranno più servizi agli abitanti.
La storia continua con l'esclusione dell'Ospedale di Noicàttaro dal piano regionale ospedaliero perché esso non è una struttura ospedaliera ma un'infermeria.
Il 21 febbraio 2008, le Autorità Regionali, Provinciali, Municipali ed Ecclesiastiche pongono la prima pietra nella struttura, denominata non più "Ospedale Civile" come da Decreto reale del 1856, ma come "Casa della Salute".


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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