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Curiosa la nascita di questa scheda. Nel lavoro di ricerca, se non trovo nulla su internet, chiedo notizie presso la locale biblioteca che, in questo caso, pur di aiutarmi, mi ha fornito un indirizzo email di un bar comunale dove, tramite interposta persona, avrei dovuto cercare il Sig. Poggi Bruno, storico locale.
E’ stata una pesca miracolosa in quanto, dal non aver notizie, sono arrivato ad averne fin troppe; Ho scoperto che Finale Ligure nasce nel 1927 dall’accorpamento di tre comuni, Finalmarina, Finalborgo e Finalpia.
I primi due avevano un Ospedale che, poi riuniti, diedero vita all’Ospedale di Finale Ligure.
Il Sig. Poggi, oltre ad avermi fatto dono del volume da lui scritto “Assistenza sanitaria a Finale dall'Unità d'Italia al SSN” -
Nella scheda mi sono limitato a riportare solo alcuni passaggi sicuro di stimolare, in chi legge, la voglia di consultare il testo nella sua interezza…… ne vale la pena !
L'unificazione è stata appena compiuta, la sede è indicata in VIA RUFFINI n. 4, che già sorgono i primi problemi relativi all'Ospedale Ruffini, leggiamo infatti nella Delibera del Podestà Vivaldi Pasqua n. 83 del 12/5/1928 “... che nell'Ospedale Ruffini, in cui venne concentrato l'Ospedale S. Biagio di Borgo, sono ricoverati taluni indigenti che, sebbene non affetti da malattie non acute, furono accolti nei due Istituti già autonomi, per ordine degli ex Comuni di Finalborgo e di Finalmarina, e dallo stesso Comune di Finale Ligure, in aperto contrasto con le tavole di fondazione per avere diritto al ricovero gratuito [...]”.
I due Comuni, per quanto sollecitati dalle rispettive Congregazioni di Carità, non hanno mai versato le rispettive rette, per cui il Commissario Prefettizio degli Ospedali presenta il conto al Podestà, nella cospicua cifra di £. 65.912 per rette da porre a carico dell'ex Comune di Finalborgo; di £. 4.695 per speciali cure sempre a carico del medesimo Comune; per £. 4.447 per rette a carico dell'ex Comune del Rione Marina; per la complessiva cifra quindi di £. 75.077. La transazione che viene concordata tra le parti, riduce il dovuto alla somma complessiva di £. 31.000, e con l'impegno “...per ogni indigente di cui il Comune richieda il ricovero nell'Ospedale allo scopo di essere assoggettato ad operazione chirurgica, escluso dal beneficio del ricovero gratuito per tassativa disposizione dello statuto, il Comune si obbliga, a corrispondere all'Ospedale la diaria di Lire dieci. (£.10)” .
Viene emanata la Legge 23 Maggio 1928, n. 858, contenente disposizioni per la lotta contro le mosche, ed una delle prime circolari sull'argomento della Prefettura di Savona, in data 12/7/1928, è proprio rivolta agli Ospedali: “...gli Istituti di ricovero e di cure pubblici e privati, non che la collettività in genere, devono osservare le seguenti prescrizioni:
1) proteggere contro ogni inquinamento ad opera delle mosche: le dispense, le cucine ed i locali comunque destinati alla preparazione e alla distribuzione degli alimenti e delle bevande [...]; 2) impiegare sostanze moschicide nell'interno dei locali o di ventilatori adatti; 3) nelle cucine, come nelle corsie degli ammalati, gli armadi devono essere chiusi con porte munite di reticelle e le bevande e gli alimenti ed i medicamenti difesi contro ogni inquinamento ad opera delle mosche a mezzo di campane di vetro o reticelle metalliche; 4) il trasporto dei viveri deve essere fatto a mezzo di carrelli chiusi, o coperti con reti [...] 5) tutte le immondizie e i materiali di rifiuto e di medicatura, devono essere raccolti in recipienti di metallo a chiusura ermetica, facilmente lavabili e disinfettabili; 6) costruire adatte concimaie, qualora i materiali di cui sopra, non si possano allontanare quotidianamente; 7) i materiali di medicatura usati devono essere raccolti in recipienti metallici a chiusura ermetica, il cui coperchio deve manovrarsi a pedale, quelli recuperabili verranno tenuti immersi per 12 ore in soluzione di Creosolo al 5%, o di Lysoformio al 10%.
I non recuperabili dovranno essere distrutti in speciali fosse di incenerimento, riconosciute idonee dall'Ufficio Sanitario Provinciale [...]”
Leggiamo poi una interessante ed originale deliberazione (n. 94 del 4/10/1930) con la quale, previo accordo con il Commissario dell'Ospedale Ruffini, ai cittadini poveri dell'ex Comune di Finalpia, la quota retta carico Comune sarà di £. 6 e non 10 come gli altri “... che tale trattamento ha la sua giustificazione nel fatto che l'ex Comune di Finalpia che non disponeva di un Ospedale, possedeva per la beneficenza, un patrimonio sufficiente e tale che la Congregazione di Carità poteva largamente provvedere all'assistenza e cura degli ammalati poveri del Comune, patrimonio che ora viene erogato a beneficio dei cittadini di tutto il Comune, non senza un utile, sebbene indiretto, anche per l'Ospedale [...]”.
Ritorna nei documenti il problema di una struttura d'isolamento, della quale abbiamo trovato ampie tracce anche nel passato. Infatti nella deliberazione n.5 del 24/1/1931, il Podestà “[...].
Veduta la nota Prefettizia 22 gennaio corrente, che giustamente deplora la insufficienza dei locali attualmente in uso all'Ospedale Ruffini, sprovvisto di apposito reparto d'isolamento per malattie infettive e diffusive, ed invita l'Amministrazione dell'Ospedale stesso a provvedere d'urgenza alla istituzione di detto reparto [...].
Preso atto della relazione odierna del medico condotto Ufficiale Sanitario sulla necessità e possibilità di eliminare il grave inconveniente della mancanza di un reparto [...] determina [...] è fatto obbligo all'Amministrazione dell'Ospedale Ruffini in Finale Ligure di provvedere con ogni possibile urgenza alla istituzione ed al funzionamento di apposito reparto di isolamento per malattie infettive, utilizzando all'uopo i locali contigui all'Ospedale stesso attualmente concessi in uso precario al Prof. Lorenzo Del Ponte quale sede della Colonia balneare E. De Amicis [...]”.
L'8/7/1931 viene inaugurato il Consultorio del Patronato ONMI; che si trova “...in un reparto del locale ospedale Ruffini-
Molto complessa si rivelò l'unificazione dei due ospedali, per lungo tempo amministrati da un Commissario prefettizio nominato anche per quello scopo: la prima proposta di unificazione è contenuta nella deliberazione del Commissario Berruti, del 10/6/1932 n. 2837, che ci sembra interessante riportare: “ ...ritenuto che in seguito alla fusione dei Comuni di Finalborgo-
In data 4/1/1933 viene approvato il nuovo Statuto Organico e Regolamento Interno dell'Ente; infine il R.D. 5/7/1934: “che unisce i due ospedali Ruffini e San Biagio in un solo ente denominato Ospedale Ruffini -
Sintesi del Primo Statuto Organico:
Art. 1 L'Ospedale Civico di Finale Ligure promana dalla fusione dell'Ospedale Raffini (eretto in Finalmarina dal Conte Carlo Abate Pietro Paolo Ruffini con suo testamento 6 Marzo 1762), con l’Ospedale S. Biagio già esistente da antichissima data in Finalborgo.
Con lo stesso Regio Decreto con il quale viene approvato il presente Statuto, dette Opere Pie sono fuse in un unico ente, sotto la denominazione di “Ospedale Ruffini -
Sono altresì pertinenti all'Amministrazione di esso: 1) l'Opera Pia Alonzo istituita dal fu Prete Alonzo Giuseppe fu Francesco in data 13 Agosto 1769 per distribuzione di sussidi ai poveri della Citta con speciale riguardo alle maritande sue parenti; 2) I' Opera Pia Bertoni, istituita dal fu Bertoni Vincenzo fu Nicolo con testamento 3 Luglio 1798 a favore dei convalescenti dell'Ospedale Ruffini e delle persone povere; 3) Legato di poca rendita fatto dal fu Boccalandro Canonico GianBattista fu Giuseppe con testamento aperto il 12 marzo 1865 per vestire i più poveri fra i ragazzi e le ragazze da ammettersi alla prima Comunione nella Parrocchia di Finalmarina.; 4) il Legato fatto dalla fu Maria Benedetta Pelleri. con testamento 4 Novembre 1774 coll'obbligo di far celebrare ogni giorno di festa la S. Messa nella Cappella dell'Ospedale.
Le opere Pie di cui ai N. 1 e 2 sono però regolate da un proprio e speciale statuto organico e conservano distinte e separate le attività e le passività del rispettivo patrimonio.
Art. 2. L' Ospedale ha per iscopo di provvedere al ricovero, alla cura ed al mantenimento gratuiti, nei limiti dei propri mezzi, degli infermi poveri di ambo i sessi, aventi il domicilio di soccorso nei territori degli ex Comuni di Finalborgo e di Finalmarina, i quali non abbiano congiunti, tenuti per legge a provvedere alla loro sorte ed in grado di poterlo fare. Gli infermi poveri aventi domicilio di soccorso nel territorio dell'ex Comune di Finalpia sono ricoverati a termine della particolare convenzione esistente fra il Comune di Finale Ligure e l'Amministrazione dell'Ospedale e delle modificazioni che vi saranno apportate in seguito.
Art. 3. Possono essere ammessi anche i malati non poveri, salvo il pagamento delle rette nella misura da determinarsi dall'Amministrazione, con l'approvazione del Prefetto.
Art. 4. Nel caso di domande contemporanee di ricovero eccedenti il numero dei letti disponibili per la cura gratuita, sono preferiti gli infermi che abbiano bisogno più urgente di soccorso, a giudizio del medico.
Ai sensi del R.D. 30/9/1938 n. 1631, l'Ospedale Ruffini-
Un cospicuo e sostanzioso lascito, di Domenico Eugenio Anselmo, che lascia un milione di lire per la costruzione di un nuovo ospedale, ed altrettanto per il porto apre nuovi orizzonti al Ruffini-
Il progetto al quale accennate, per l'Ospizio dei Vecchi bisognosi del Comune mi soddisfa. So che vi è maggior bisogno di quello che di un ospedale.
Ho domandato al notaro Noziglio di Genova, il notaro degli eredi Anselmo, se ritenesse possibile destinare ad un ricovero od ospizio per i vecchi, la somma lasciata all'Ospedale dal defunto D.E.Anselmo. Il notaro espresse nettamente il suo parere negativo, perchè quella non era la volontà del testatore. Tuttavia, ha soggiunto, se gli eredi non si opponessero, si potrebbe destinare il legato all'Opera Pia per i Vecchi, soddisfacendo alle altre clausole fissate dal testatore. Prima di parlarne agli eredi, voglio avere per iscritto il parere del notaro PESCINI di Milano, che ha steso il testamento. Dopo di che parlerò con gli eredi, e cercherò di persuaderli. In caso negativo bisognerà tentare un'altra via. Se si riuscirà ad ottenere il permesso favorevole degli eredi, del che dubito, allora vi sarà da mantenere la clausola del testamento stesso, che domanda la costruzione di una cappella, nell'Ospizio od Ospedale, per fondarvi la tomba di sua madre Maddalena Anselmo Ferro, mia cugina [...]”. Nella stessa data scrive infatti al Notaio Ernesto Pescini di Milano: “… mi riferisco al testamento steso nel Vostro Ufficio notarile per il defunto mio cugino D.E. Anselmo. In esso il testatore legava la somma di un milione al COMUNE DI FINALE LIGURE, per un ospedale in FINALMARINA, ed un altro milione per il porto dello stesso paese. Per questo secondo legato tutto procede regolarmente, ma per il primo vi è qualche difficoltà. Esiste già un ospedale a FINALMARINA, ed il costruirne un altro, com'era nell'idea del Podestà ora dimesso, non è dall'attuale amministratore ritenuto conveniente. D'altra parte un ospedale di nuova costruzione, secondo le leggi e regolamenti attuali, richiede impianti per la direzione, i servizi, l'igiene etc., tali che la somma di un milione sarebbe inadeguata, pur limitando il numero dei letti a 50. Bisogna altresì ricordare che per soli 50 letti l'istituzione dovrebbe prendere il nome di "INFERMERIA”. Tenuto conto di tutto questo l'amministratore attuale del Comune, vorrebbe costituire un Ospizio per Vecchi. E' questa un'opera Pia ritenuta necessaria, e per la quale esistono altri lasciti. Io sarei favorevole a questa soluzione, perché sono convinto che, se avessi consigliato mio cugino a dire "OSPIZIO PER I VECCHI” anziché "OSPEDALE” egli avrebbe acconsentito. Ciò che soprattutto gli importava, si è che nell'Opera Pia fosse costruita una Cappella nella quale fondare la tomba di sua madre.
Ho esposto quanto sopra per pregarVi di esprimermi il Vostro parere su questo argomento. Ritenete Voi consigliabile e legale che si modifichi l'espressione della volontà del testatore, sostituendo alla parola "OSPEDALE”, la parola “ OSPIZIO”? In fondo la funzione dell'opera non sarebbe cambiata, essendo i vecchi abbisognevoli di cure sanitarie ed igieniche [...]”.
In realtà il Podestà Ascenso era favorevole alla costruzione di un Ospedale, ricordiamo che la data del lascito era il 1937, e la morte dell'Anselmi era avvenuta il 21/3/1940; ma i tempi cambiati e la guerra, evidentemente suggeriscono una maggiore prudenza al Sanguineti, il quale fa svolgere dagli Uffici Comunali un'indagine interna, circa “ l'esistenza di un progetto di costruzione di un nuovo Ospedale”, con la seguente relazione:“ interpellato l'incaricato della tenuta del Protocollo e dell'Archivio dichiarò che nessuna registrazione esiste a riguardo di un progetto per costruzione di un nuovo fabbricato ad uso di ospedale, e che per quanto ricorda non sa di averne sentito parlare. Negli atti podestarili poi, a cominciare dall'anno 1937 e fino a tutto il 1939, non vi è traccia di conferimento di incarico per lo studio e compilazione di detto progetto. Esaminate le Deliberazioni originali adottate dal cessato Podestà fino al Novembre 1940, si rileva che dopo la deliberazione n. 58 bis, venne lasciato uno spazio in bianco per altra deliberazione, che dovrebbe portare il n. 59, della quale non è specificato l'oggetto. Eguale spazio in bianco venne lasciato dopo le deliberazioni n. 78-
Le deliberazioni del cessato Podestà relative all'anno 1940, hanno termine col n. 125 alla data del Novembre 1940, senza che ve ne sia alcun riferimento all'oggetto sopra specificato.
Un incarico del genere potrebbe essere a competenze dell'Ufficio Tecnico. Non sarebbe quindi fuori luogo qualche indagine presso il detto Ufficio, tanto più che esso possiede uno speciale archivio per conto proprio [...]”.
Comunque, così viene deliberato: “...L'anno millenovecentoquarantuno ed allì sei del mese di Agosto, in Finale Ligure e nella Sede Municipale:
Il Commissario Prefettizio, per la straordinaria amministrazione del Comune Cav. Domenico Sanguineti, assistito dal Segretario Comunale sottoscritto;
Visto la deliberazione assunta il 26 luglio u.s. da questo Comitato Comunale di Assistenza, con cui si provvede a richiedere la prescritta autorizzazione ad accettare il legato di un milione di lire, disposto a favore di detto fine dal compianto Domenico Eugenio Anselmo, con testamento olografo 3 maggio 1937, e successivo codicillo in data 5 stesso mese ed anno;
Considerato che detto lascito dovrà servire per la istituzione in questo Comune di un ricovero per i Vecchi Poveri cronici ed inabili al lavoro;
Che essendo tuttavia insufficiente per il detto scopo, vari Enti locali, maggiormente interessati al riguardo, si sono offerti di integrarlo con la devoluzione di altri cospicui lasciti di loro spettanza e aventi tutti una analoga destinazione;
Che evidente è l'obbligo e l'interesse del Comune di concorrere, per quanto in suo potere, alla realizzazione di una tale opera che oltre al suo scopo altamente umanitario e benefico risponde ad un bisogno locale quanto mai urgente e sentito;
Che tale concorso potrebbe convenientemente concretarsi nella cessione gratuita a favore dell'erigendo ricovero, di una parte dell'immobile di proprietà comunale denominato “Villetta Ghiglieri” posto in Via Circonvallazione a monte e costituito da un ampio spiazzo con attiguo terreno coltivo della complessiva area di mq.2.000 circa, che ottimamente si presterebbe per la costruzione del fabbricato principale, nonché di un piccolo fabbricato confinante col terreno suddetto, che opportunamente restaurato ed adattato potrebbe completare l'opera principale;
Dato atto che l'immobile anzidetto non rappresenta attualmente per il Comune un cespite di entrata di una qualche entità, in quanto il fabbricato, formante in antico una dipendenza di un'azienda agricola, ormai ridotta a ben poca cosa, stante la destinazione a case popolari e popolarissime della maggior parte dei terreni in essa compresi, è venuto a mancare al suo scopo e da molti anni è presso che infruttifero;
Che per contro il Comune, con la costruzione del succitato Ospizio e mediante opportuni accordi potrebbe liberarsi da una spesa di circa lire 6000 che annualmente grava sul suo bilancio per l'assistenza dei vecchi cronici nel locale Ospedale S.Biagio-
Che nel contempo ne avvantaggerebbe il succitato Ospedale, il quale ove non avesse più a provvedere all'assistenza dei vecchi cronici, potrebbe istituire il nuovo reparto chirurgico, che fino ad oggi a causa della detta assistenza non ha potuto attuare malgrado i fondi già predisposti per tale scopo, e quindi svolgere la sua attività in piena rispondenza delle norme statutarie, con un innegabile maggior, utile per tutta la popolazione;
Riservato di stabilire le norme che dovranno regolare la cessione in oggetto, con altro provvedimento deliberativo da assumersi a completa definizione della pratica in corso per l'accettazione del lascito Anselmo, e la conseguente determinazione delle ulteriori provvidenze intese ad ottenere la perfetta realizzazione dell'opera sopra descritta delibera:
1°-
Ritroviamo il problema, ovviamente non definito, alla vigilia della fine della guerra, infatti con deliberazione n. 29 del 15/4/1945, del Commissario Prefettizio Raimondo Cosentini: “ … di dare incarico al medesimo (ndr: il consulente Legale Avv. Paolo Cappa) di trattare direttamente cogli eredi del compianto Domenico Anselmi, per una amichevole definizione della vertenza [...]”.
Occorrerà però arrivare al 1953, per vedere la fine della pratica, nel frattempo di competenza dell'ECA, succeduta alla Congregazione di Carità per effetto del RD 3/6/1937 n. 847. Dopo una lunga vertenza legale con gli eredi dell'Anselmo, per effetto poi del sopravvenuto stato di guerra, non fu ovviamente possibile dare corso alla conclusione; la fine della guerra porterà una forte svalutazione della lira, e nel frattempo il Comune aveva provveduto a trasformare il fabbricato “la Villetta” in alloggi per famiglie senza tetto, pertanto con atto del 15/5/1953, il Consiglio dell'Eca, delibera di assegnare all'Ospedale Ruffini la somma di £. 1.234.541, risultanza finale del lascito Anselmo.
Negli anni della seconda Guerra Mondiale, l'Ospedale Ruffini-
Che il Personale Medico era, indicativamente, il seguente:
Due Medici Condotti che prestavano attività saltuaria, circa un giorno alla settimana, i Cinque medici esterni
Che il Personale Infermieristico era composto da:
tre laici, cinque Suore e, per finire una Ostetrica condotta e un Veterinario Condotto Consorziale
Lo stesso Commissario il 13/7 delibera due convenzioni con la Federazione Nazionale Fascista Mutue Malattie, riguardante l'assistenza Ospedaliera, per i lavoratori agricoli (la n. 105) e per i lavoratori dell'Industria (la n. 106), con le quali: “… si impegna a corrispondere nelle spese di degenza e di cura per i mutuati e loro famigliari £. 16 se il ricovero viene effettuato in Infermerie od Ospedali di terza categoria; di £. 20 se viene effettuato in Ospedali di prima o seconda categoria; per ogni giorno di degenza effettivamente consumata [...]”.
Per eventuali incursioni aeree e servizio di prima assistenza ai feriti, il Commissario Russo comunica ai Dottori in data 20/11/1942 :“ si dispone che nella eventualità di presenza di feriti per incursioni aeree in questo Comune, i locali che saranno adibiti per il servizio di prima assistenza medica siano:
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Nel 1948 era dotato di 70 posti letto:
Nel Consiglio Comunale del 1952, nella delibera n. 32, si parla per la prima volta di costruire un nuovo Ospedale, leggiamo infatti: “... il Presidente riferisce infatti sulla necessità di costruire un nuovo Ospedale, illustrando le ragioni per le quali il problema riveste per Finale una essenziale importanza, ragioni di igiene, di edilizia di miglioramento dei servizi [...]; riconosce che l'opera richiede senza dubbio un cifra imponente, ma si dice fiducioso che una parte dei mezzi possa fornirla la stessa cittadinanza a mezzo di un prestito che potrebbe essere lanciato dal Comune e dallo stesso garantito secondo legge; rileva che la sottoscrizione cittadina, se molto larga, avrebbe un valore morale di per se superiore allo stesso risultato del prestito; il Consigliere Allegri si associa e mette in rilievo l'opportunità e la convenienza dell'iniziativa; il Consigliere Simonetti approva l'idea del prestito ma riterrebbe opportuno non limitarne la finalità al solo Ospedale, ma estenderla a tutte le opere in programma; il Consigliere Aicardi è invece d'avviso che il prestito, sia doveroso farlo per il solo Ospedale, perchè tale opera è di preminente interesse per tutta la popolazione; il Sindaco ribadisce l'opportunità di lanciare il prestito per il solo Ospedale, sia perchè incontrerebbe maggiormente il favore della cittadinanza, sia perchè il finanziamento dell'Ospedale richiede una somma ingente difficilmente superabile. Ciò premesso, il Consiglio riconosciuta l'urgenza dello spostamento dell'Ospedale dal centro cittadino e l'opportunità di finanziare tale opera anche a mezzo di un prestito [...] ad unanimità di voti [...] Delibera di dichiararsi favorevole in linea di massima all'emissione di un prestito con cui finanziare lo spostamento del civico Ospedale dal centro cittadino e di incaricare la Giunta di studiare la possibilità e le modalità di tale prestito per poterne discutere in base a precisi elementi in prossima seduta.”
La GM con sua deliberazione n. 9 del 23/1/1954, inizia concretamente il percorso amministrativo per la costruzione del Nuovo Ospedale. Infatti ha ottenuto la promessa di un prestito di £. 30.000.000 dal Ministero dei Lavori Pubblici, Cassa Depositi e Prestiti, corrispondenti ad un primo lotto di lavori, e che nel contempo l'Ente Morale Ospedale Ruffini-
La Relazione dell'Arch. Cante Rossi, maggio 1953: “... data l'assoluta insufficienza dell'attuale Ospedale sia dal punto di vista ricettivo che da quelle igienico e sanitario, poiché attualmente giovantesi di una secolare costruzione stretta e soverchiata da altre, mancante di quelle caratteristiche che sì richiedono ad un Ospedale di modeste esigenze, si e deciso di costruire una nuova sede in località più adatta.
Si è all'uopo scelta un’area di proprietà comunale posta sulle alture che dominano Finale in un punto ben esposto ed agevolmente raggiungibile attraverso una strada in parte esistente e in parte già prevista nel programma di opere da eseguirsi da parte del Comune.
L'area ha le seguenti caratteristiche: terreno roccioso asciutto, con rada vegetazione in parte in sensibile declivio verso Sud, come appare dalla planimetria; riparata dal vento predominante di Nord e completamente esposta al sole in tutti i mesi dell'anno.
Non vi sono in vicinanza industrie e strade di grande traffico.
In relazione alla necessità ed alle direttive impartite dall'Amministrazione Ospedaliera, il nuovo Istituto è stato previsto adatto per ospitare circa 100 degenti suddivisi nelle specialità di Medicina, Chirurgia, Ostetricia con piccolo Reparto di Infettivi e Pediatria, Cronici e paganti, oltre ai completi servizi Ambulatoriali, d'indagine e cura, di Cucina e Lavanderia, di riscaldamento, idraulico -
Sì è preferito il tipo d'Ospedale cosiddetto -
PIANO SEMINTERRATO -
PIANO TERRENO a cui si accede da un piazzale retrostante il corpo della degenza e comunicante a mezzo di sottopassaggio con un altro piazzale di servizio; -
PIANO PRIMO -
SECONDO PIANO -
TERZO PIANO -
QUARTO PIANO -
Come si addice ad edifici del genere si è cercato di ottenere la migliore condizione di luce e di aerazione in tutti gli ambienti, creando inoltre, ove conveniente e possibile, ampie vetrate e parziali pareti vetrate, per raggiungere un'atmosfera di chiarezza e luminosità, caratteristiche di questo tipo di edificio. Particolare cura è stata posta nello studio della volumetria di ciascun locale nei confronti della attività in esso svolta e della superficie finestrata, al fine di consentire particolarmente nei locali di degenza una perfetta aerazione. In proposito è da notarsi che al disopra della finestra, è prevista un'asola continua, da divisorio a divisorio, allo scopo di aerare ed illuminare la parte alta dell'ambiente.
MODALITA' COSTRUTTIVE
Tutti i locali di servizio igienico, i laboratori, la sala di visita e cura ambulatoriale, le sale operatorie, ect. avranno pareti rivestite in ceramica o vetro. I pavimenti saranno di vario tipo in dipendenza della destinazione dei locali, e quindi in battuto di cemento (servizi generali del seminterrato), marmette (corridoi e locali del seminterrato), in gres ceramico (laboratori, sale operatorie), in mosaico di ceramica ( ambulatori, servizi, ect.), in marmo (atrio d'ingresso ), in mosaico di marmo ( locali di degenza, corridoi ), in resine sintetiche, linoleum, (uffici e soggiorni). I serramenti sono previsti in gran parte in legno di essenza forte ed in piccola parte di metallo a seconda della loro funzione e dei locali in cui verranno a trovarsi. La copertura è a terrazza di speciale fattura, per assicurare la perfetta tenuta per lunghissimi anni. L'edificio sarà corredato degli impianti di riscaldamento, servizio idrico-
Il Nuovo Ruffini-
• con deliberazione della Giunta Regionale della Liguria n. 1725 del 24/3/1971, viene classificato come Ospedale Generale di Zona;
• con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 5 del 24/3/1971, è dichiarato Ente Ospedaliero.
E' inaugurato il 14 Marzo; il 29 Marzo apre, dopo quasi 20 anni da quel lontano pronunciamento del 1952. Sin da subito sono evidenti due tipi di problemi: la sopravvivenza economica, dato che le Mutue, hanno nei confronti dei 33 ospedali liguri un debito di circa 30 miliari di lire; le prospettive per il futuro, stante l'intenso dibattito che percorre tutta la Nazione, in relazione alla futura riforma del Servizio Sanitario, nella quale si chiede di salvare il potere di decisione degli ospedali di ogni ordine e grado, pur all'interno di un quadro generale di programmazione, di indirizzo e di controllo della Regione.
Con Legge Regionale n. 53 del 28/8/1978, viene istituito l'Ente Ospedaliero Ospedali Riuniti di Finale e Pietra Ligure: “... in attesa dell'approvazione del piano regionale ospedaliero la Regione istituisce ai sensi dell'articolo 6 della legge 12 febbraio 1968 n. 132 i seguenti nuovi enti ospedalieri: -
L'istituzione degli enti ospedalieri comporta l'unificazione amministrativa e tecnica delle strutture comprese nei nuovi Enti, in particolare l'unificazione dell'ospedale specializzato climatico regionale di Pietra Ligure con l'ospedale generale di zona di Finale Ligure.
Il vecchio edificio si presta ad un nuovo utilizzo: il Consiglio Comunale n. 118 del 20/7/1979 delibera infatti la ristrutturazione di parte dell'ex Ospedale, con conseguente costruzione di alloggi protetti per anziani.