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L'ospedale fu fatto edificare nel 1570 sul preesistente nucleo ospedaliero di S. Trinità (risalente al periodo 1448-
Per sostenere il servizio di quei frati che avrebbero accudito i poveri infermi, il Signore spogliò le Compagnie di Piombino di tutte le loro entrate e le assegnò in dote a quell'istituto di assistenza, riservandosi il diritto di eleggervi un Rettore che regolasse e governasse l'azienda, con l'impegno di consegnare ai Frati ospedalieri trecentocinquanta scudi d'oro ogni anno per le spese necessarie. Quattro anni dopo i Magistrati della Comunità di Piombino decretarono una elemosina da offrirsi alla chiesa dell'ospedale e nel 1625 fu concessa una somma per la costruzione di un cimitero per l'ospedale. Durante il regno dei principi Ludovisi-
Quando Elisa Bonaparte Baciocchi divenne principessa di Piombino (1805) avviò un progetto di ristrutturazione della città comprendente anche la costruzione di un nuovo ospedale, secondo la concezione di sanità pubblica che vedeva gli ospedali non più come ricoveri per i poveri infermi raccolti a scopo assistenziale ma strutture finalizzate al recupero dei malati. Per la nuova sede, che entrò in funzione nel 1810, fece modificare il convento di S. Anastasia e l'annessa chiesa di S. Antimo sopra i Canali. Con l'annessione di Piombino al Granducato di Toscana (1815) e a seguito dei grandi lavori di bonifica iniziati nel 1828 per il rinnovato interesse governativo verso le pianure maremmane, l'ospedale, che accoglieva soprattutto militari e lavoratori stagionali affetti perlopiù da malaria, nel 1833 fu qualificato in regio e venne amministrato da un rettore di nomina granducale. Nel 1869 il Comune, in base alla legge del 3 agosto 1862 sulle Opere Pie, lo affidò alla locale Congregazione di Carità. Alla fine del secolo XIX il forte processo di industrializzazione della città, il quale fu a sua volta responsabile sia di molti infortuni sul lavoro, sia di un peggioramento delle condizioni igieniche, provocò un notevole incremento dell'attività dell'ospedale. La nuova amministrazione socialista si impegnò particolarmente nel settore sanitario e dell'igiene pubblica; nel 1905 nominò direttore sanitario Antonio Mori che propose immediatamente la costruzione di un nuovo ospedale. Le storiche carenze finanziarie fecero però ripiegare l'amministrazione su un progetto di ampliamento dell'esistente, progetto che ebbe un percorso molto lungo. Nel 1936, dopo gli avvicendamenti di vari direttori a seguito delle dimissioni (1925) del Mori, fu nominato direttore Giovanni Maria Cannata; nel 1937 con la soppressione delle Congregazioni di Carità l'amministrazione dell'ospedale passò all'Ente Comunale di Assistenza e con un decreto del 5 dicembre del 1938 a un Consiglio di Amministrazione.
Bibliografia:
MONICA PIERULIVIO, Con panni stracci e senza denari. Immigrazione, povertà e malattie nel Principato di Piombino (sec. XVII), Comune di Piombino,1998
TIZIANO ARRIGONI, "Una testimonianza di storia della sanità: l'archivio dell'ospedale di Piombino, Firenze, Giuntina, 1982, 122-
TIZIANO ARRIGONI, La macchina per guarire. Medicina e sanità nell'ospedale di Piombino (1810-
A. ARRIGHETTI, Pane e chinino. L'Ospedale di Piombino 1818-