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Di questo ospedale, nel Web, ho trovato solo il link di Wikipedia che, ci tengo a sottolineare, non dà garanzie sulla validità dei contenuti
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Il lavoro che, in questo momento, sto facendo è quello di contattare sia le Amministrazioni locali sia le strutture sanitarie ad essi afferenti nella speranza di trovare, soprattutto, l’aiuto di qualche Amministratore che, come ho avuto modo di verificare, prenda a cuore questo progetto che, ad oggi, non ha eguali se non nel Testo “Ospedalità antica in Sicilia” del Prof. Mario Alberghina dell’Università di Catania che ben vent’anni fa ha svolto una ricerca, appunto, su tutti gli Ospedali siciliani.
Naturalmente se chi legge ha notizie e/o contatti da suggerire non esiti da inviarne comunicazione alla email :
ospedaliditalia@gmail.com
Ogni concreto aiuto ricevuto verrà poi riportato nella scheda di presentazione
https://it.wikipedia.org/wiki/Ospedale_dei_Santi_Ambrogio_e_Bellino
Antico ospitale, situato a Vicenza in contrà Sant'Ambrogio nel borgo di Porta Nova, istituito nel tardo Medioevo e attivo fino al 1775;
Di un primo ospitale si hanno notizie nel XIII secolo, ma esso viene documentato dopo la metà del XIV, quando Giovanni de Surdis, vescovo di Vicenza dal 1363 al 1386, benedisse la nuova istituzione, formata da alcuni confratelli della fraglia dei Battuti o della Misericordia che si erano staccati dall'ospedale di Santa Maria Maddalena (poi San Bovo) in borgo San Felice consistente in due dormitori, uno per gli uomini e l'altro per le donne, ciascuno con tre letti; vi si accoglievano pellegrini, donne girovaghe e senza tetto che potevano trovarvi ricovero per tre notti: un'anticipazione di quelli che sarebbero stati, un giorno, gli asili notturni e i dormitori pubblici. Oltre a questo compito di assistenza e di accoglienza ai poveri, la fraglia assolveva a diverse funzioni di tipo mutualistico: pagava un medico per curare i confratelli, dispensava loro il pane quando si recavano in processione al santuario della Madonna di Monte Berico ogni prima domenica del mese, provvedeva ogni anno a fornire due doti a figlie dei confratelli in età da marito.
Con l'andar del tempo, perduto il primitivo suo scopo di ricovero temporaneo per gente di passaggio, l'ospitale assolse anche ad altri compiti: nel 1617 mise a disposizione l'oratorio per le lezioni di catechismo alle fanciulle e divenne anche luogo di cura per infermi poveri, finché con una Terminazione inquisitoriale del 1772, approvata dal Senato della Repubblica di Venezia, venne riunito insieme con gli altri piccoli ospedali di San Lazzaro, dei santi Pietro e Paolo e di san Bovo, a quello di Sant'Antonio in piazza del Duomo e infine, in seguito a tale fusione, trasferito nell'ex monastero di San Bartolomeo, dove il complesso degli ospedali prese il nome di "Ospedale Grande degli Infermi e dei Poveri".