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Tratto integralmente da : L’Ospedale di San Lazzero in Volterra poi commenda dei Cavalieri di Malta -
Il Giachi non trovò memorie dell'ospedale di S. Lazzero prima del 1309; ma il dott. Cavallini, nelle sue pazienti ricerche compiute nel ricco Archivio Vescovile, fu fortunato di ritrovare documenti su questo spedale che risalgono al 1265 e al 1270, non solo, ma di trovar tracce per stabilire una maggiore antichità del pio luogo.
Direttore del leprosario, come avveniva quasi sempre, era un sacerdote, il quale probabilmente aveva solo la direzione spirituale dei ricoverati, perchè alla cura di essi pensavano gli oblati e i conversi. Sappiamo che nel 1270 si trovavano conversi nel leprosario di S. Lazzero un tal Viviano e un certo Andrea con Benvenuta sua moglie e vi erano inoltre ricoverate per malattia cinque persone delle quali si ha solo il nome senz'altra indicazione o notizia.
L'ospedale viveva delle elargizioni di pii benefattori, delle elemosine di pane, olio, vino e altro, e fra le donazioni si ha memoria di quella fatta il 22 maggio 1275 da una certa Alamanna e si ha pure notizia che nel 1279 il leprosario possedeva un podere posto presso la città.
Il Giachi poi afferma che il notaio Ranieri, con testamento del 5 agosto 1305, lasciò soldi 5 agl'infetti di S. Lazzero e il Comune di Volterra negli statuti del 1313 ordinò che tutti gli infetti fossero ricevuti a curarsi nell'ospedale, con l'obbligo, ai possidenti, di pagare del proprio, e negli statuti del 1332 assegnò un'elemosina di libbre sei annue all'ospedale medesimo.
Come si vede, poche sono le notizie raccolte e neppur sappiamo dire con precisione quale luogo occupasse il leprosario.
Quale sarà stata la sorte del leprosario allorchè nel 1335 i Senesi, venuti contro Volterra, impotenti a occuparla e costretti invece a ritirarsi, per vendetta, incendiarono il borgo di San Lazzero?
Per mancanza di altre notizie giungiamo al 1468, nel quale anno papa Paolo II, con breve del 5 novembre, eresse in Commenda dei Cavalieri di Malta la precettoria di S. Lazzero e Giovanni Decollato, fuor delle mura di Volterra, compresi gli spedali di S. Lazzero stesso e della B. V. Maria di Pomarance, con tutti i loro beni mobili e immobili di proprietà del « devotus vir Petrus Laurentii de Castillione, clericus aretine diocesis ipsius episcopi familiaris continuus commensalis ».
Nessuna memoria abbiamo trovato riguardo ai ricoverati nell'ospedale, nessun documento che in qualche modo potesse dirci quali cure e quali provvedimenti si prendessero a favore dei colpiti dalla grave malattia.
Nel 1608, allorchè i beni della Commenda, consistenti in 82 immobili fra case e poderi, furono visitati dai cavalieri fra Francesco De Medici e Francesco Bartolini, l'ospedale era soppresso, e, benchè la Commenda avesse carico di ricevere li poveri ammalati del male di S. Lazzero e che anticamente vi stavano et abitavano e che oggi non ce n'è più, ma in quel cambio si riceve in dette case vedove, fanciulle et altre persone stroppiate e povere che non hanno refugio alcuno in luogo nessuno. I lebbrosi quindi non trovavano più ricovero nella casa della Commenda e i vecchi abitanti del borgo, chiamati a deporre su questa circostanza, dichiararono che l'ospedale « fu dimesso da 50 anni, a tempo del vescovo Guidi, titolare della Commenda stessa ».
Verso il 1784, come si rileva da una memoria del comm. fra Bettino de' Ricci, presentata all'assemblea del priorato di Pisa «due stanze erano «tenute a uso spedale con tre o quattro donne, ma ho sentito dire che vi siano alcune povere donne abbandonate ». Il patrimonio della Commenda, in quell'epoca, era costituito da un ragguardevole numero di case e poderi.