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Questa scheda proviene dal sito "carte da legare " http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/ ; è un progetto della Direzione generale archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico di queste istituzioni. Partito nel 1999 con un primo programma di finanziamento per i complessi archivistici degli ospedali Santa Maria della Pietà di Roma e Leonardo Bianchi di Napoli. Il portale mette a disposizione della comunità i risultati . Essi possono essere utilizzati per scopi di studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori e per la semplice conoscenza del fenomeno manicomiale da parte di un pubblico più vasto.
Sono liberamente consultabili i dati del censimento degli archivi, alcuni strumenti di ricerca e le statistiche dei dati socio-
Carte da legare costituisce anche un percorso tematico specifico del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche).
http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/index.php?id=440&navId=0
Sarteano ha avuto delle strutture spedaliere prima del 1900. La prima struttura ricettiva documentata destinata ai malati è una domus leprosorum, tuttora nota come il lazzaretto.
Successivamente sono documentati due piccoli spedali, lo Spedale San Giacomo e lo Spedale di Santa Maria o della Fraternità destinati per i poveri ed i pellegrini. I due spedali furono uniti nel 1692 e chiusi nel 1750 con decreto granducale per mancanza di mezzi sufficienti a mantenersi. I beni posseduti furono uniti allo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena.
Il 13 dicembre 1862 l'Arciconfraternita delle Misericordiose realizzò l'Ospedale di Sarteano. Il nuovo ospedale trova invece sistemazione nell'edificio già esistente, l'Oratorio di San Bonaventura, compagnia religiosa che era dedita al culto e alle opere di carità nei confronti dei poveri e degli ammalati bisognosi. L'ospedale usufruì dell'opera prima delle Suore di San Giuseppe e dopo delle Suore della Sacra Famiglia. L'ospedale era suddiviso in sale di medicina generale e di chirurgia, divise a loro volta in maschi e femmine. C'erano poi una modesta sala operatoria, una medicheria e un laboratorio. Nella Prima guerra mondiale accolse feriti e malati reduci dal fronte su convenzione con l'ospedale militare della Toscana e le esigenze locali. Nella Seconda guerra mondiale accolse militari e civili colpiti nelle battaglie che si svolsero nel territorio circostante nel 1944.