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Dal sito ufficiale istituzionale https://www.ospedalebambinogesu.it/la-
L’assistenza sanitaria è articolata su 6 poli di ricovero e cura: la sede storica del Gianicolo, la sede di San Paolo Fuori le Mura e quella di Viale Baldelli a Roma; le sedi di Palidoro e Santa Marinella, sul litorale laziale, a cui si è aggiunta nel 2022 la sede di Passoscuro, dedicata alle cure palliative pediatriche. Un totale di 627 posti letto, di cui 40 di terapia intensiva e 22 di semi intensiva neonatale.
L'Ospedale Bambino Gesù nasce oltre 150 anni fa, nel 1869, per l'iniziativa generosa della famiglia Salviati. Fino ad allora, in Italia, i bambini erano accolti nelle stesse camerate degli adulti, senza ricevere cure adeguate alla loro età. Negli anni venti del Novecento verrà donato alla Santa Sede, diventando a tutti gli effetti l'Ospedale del Papa. Superate le tribolazioni della seconda guerra mondiale, il Bambino Gesù conosce un importate sviluppo. Sul finire degli anni Settanta è pienamente inserito nel sistema sanitario nazionale e nei decenni successivi si afferma come centro di riferimento anche per la ricerca scientifica.
A Roma il 19 marzo 1869 quattro bambine sono ricoverate in una stanza di uno stabile in via delle Zoccolette, una strada tra il Tevere e Torre Argentina. Sono le prime pazienti dell'Ospedale, le accolgono le suore Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli, alle quali è affidata la gestione. L'apertura è possibile grazie alla Duchessa Arabella Fitz James Salviati, che crea le condizioni per la fondazione di un ospedale pediatrico sul modello dell'Hopital des Enfantes Malades di Parigi. Sostengono la sua iniziativa il marito il Duca Scipione e i suoi figli, che in occasione del suo compleanno le donano un salvadanaio, perché i loro risparmi siano utilizzati per finanziare l'iniziativa. Il piccolo "dindarolo" è conservato in una teca dell'Ospedale per ricordare quel gesto di responsabilità di bambini verso altri bambini.
Nel 1887 la sede dell'Ospedale è trasferita sul colle del Gianicolo a causa del nuovo piano urbanistico che prevede la costruzione degli argini del Tevere per preservare la nuova capitale del regno d'Italia dalle inondazioni. Il comune affida alla duchessa Salviati parte dell'antico convento di Sant'Onofrio. I lavori per adattare gli ambienti dureranno due anni, ma l'attività non sarà mai interrotta.
Negli anni successivi il Bambino Gesù si distingue per l'accoglienza offerta ai bambini colpiti dal terremoto di Messina nel 1908 e di Avezzano nel 1915 e in questo stesso anno riceve, per la prima volta, la visita del Re Vittorio Emanuele. Nel 1919 la Regina Elena affida a Maria Salviati, figlia di Arabella e Scipione, la gestione di Villa Iolanda, una colonia estiva a Santa Marinella, che tre anni dopo diventerà la seconda sede dell'Ospedale, dove saranno curati "i bambini poveri che necessiteranno di cure marine".
La famiglia Salviati nel 1924 dona l'Ospedale a Papa Pio XI per consegnare il futuro del Bambino Gesù nelle mani dei Pontefici. Si apre una nuova fase: sono costruite diverse strutture, tra i quali il "padiglione Brady", dedicato ai laboratori di ricerca scientifica per le "malattie dei bambini", il padiglione "SMOM" (Sovrano Militare Ordine di Malta) costruito grazie ai contributi ricevuti da altre nazioni – soprattutto gli Stati Uniti (un'iniziativa di fund raising ante litteram) – e il padiglione Salviati tuttora attivo.
Purtroppo la Seconda guerra mondiale interrompe bruscamente il percorso di sviluppo avviato. Sono anni tristi. In Ospedale manca tutto, la sede di Santa Marinella è espropriata dalle truppe nazifasciste. Tuttavia l'Ospedale continua il suo servizio e ha la forza di rispondere all'appello di Pio XII per accogliere e nascondere tra le sue mura ebrei e perseguitati politici. Durante le giornate gli adulti sono travestiti da medici, infermiere e portantini, i bambini sono distribuiti nei reparti, per confonderli con quelli in cura.
La guerra lascia in eredità ferite e cicatrici profonde. L'Ospedale per la prima volta ha bisogno di sostegno economico per proseguire le sue attività ordinarie e per rinnovare strutture e strumentazioni deteriorate nel tempo. L'intervento di Pio XII e i contributi dell'episcopato statunitense rendono possibile la ripartenza. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta si erigono nuovi fabbricati. Nel 1958, l'Ospedale accoglie Giovanni XXIII. Il primo Papa a salire sul Gianicolo per visitare il "suo ospedale". Anche l'attenzione alla formazione professionale si rafforza e nel 1960 è inaugurata la Scuola per Vigilatrici d'Infanzia, l'attuale Scuola delle professioni sanitarie Pier Giorgio Frassati.
È sempre più consistente il numero dei bambini che provengono da altre regioni italiane, specialmente dal Mezzogiorno. All'inizio degli anni Settanta l'Ospedale è integrato nel sistema sanitario regionale, e nel 1978 è inserito in quello nazionale. Nello anno Paolo VI affida al Bambino Gesù le strutture della Pontificia opera di assistenza. Le strutture, che sono riconvertite per ospitare un Centro per le deformità vertebrali e per le cure del diabete, si trovano sul litorale laziale a Nord d Roma. Nasce la sede di Palidoro.
Nel 1985 l'Ospedale è riconosciuto come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Si moltiplicano le attività cliniche, di ricerca e di sperimentazione per individuare cure innovative, aumentano le collaborazioni internazionali e si attivano missioni di cooperazione nei Paesi in via di sviluppo. Il Bambino Gesù nel 1999 insieme ad altri ospedali pediatrici italiani elabora la prima "Carta dei Diritti dei bambini in ospedale", che diventa la base per elaborare uno stile di accoglienza, fondato sulla centralità dei bambini e delle loro famiglie. Nel 2006 l'Ospedale ottiene il primo accreditamento della JCI (Joint Commission International), l'ente che certifica l'eccellenza nella qualità e nella sicurezza delle cure. Tre anni dopo il Bambino Gesù diventa ospedale universitario, con il trasferimento nella sede della Cattedra di pediatria dell'Università di Tor Vergata. Nel 2012 è inaugurata la sede di San Paolo, dove saranno attivati due anni dopo i laboratori di ricerca attrezzati con le più moderne tecnologie per le indagini genetiche e cellulari. L'Ospedale nel 2015 ottiene il riconoscimento JCI come Centro Medico Accademico per l'articolata attività di formazione medica e di ricerca clinica.
Nel marzo 2022 viene inaugurato il Centro di Cure Palliative Pediatriche di Passoscuro (Fiumicino), il primo nella Regione Lazio e il più grande d’Italia per numero di posti letto. Il Centro accoglie famiglie e bambini con malattie gravi ad alta complessità.
Sede Santa Marinella https://it.wikipedia.org/wiki/Ospedale_pediatrico_Bambino_Ges%C3%B9
Nel maggio del 1917, la regina Elena di Savoia diede in gestione all'ospedale, per inviarvi i propri piccoli malati convalescenti o bisognosi di particolari cure, la colonia marina “Jolanda di Savoia” a Santa Marinella, un piccolo paese del litorale tirrenico a circa 60 km da Roma. La colonia ospitava principalmente bambini affetti da tubercolosi ossea e, nel periodo estivo, anche bambini afflitti da povertà cronica, per consentire loro una villeggiatura altrimenti impossibile.
Il bilancio sanitario e organizzativo dei primi quattro anni di gestione fu talmente positivo che la regina, donò nel 1920 alla nobildonna Maria Salviati, la colonia–sanatorio di Santa Marinella (divenendo ospedale di Santa Marinella), con la clausola che la parte beneficiaria utilizzasse la struttura per la cura dei bambini poveri. L'ospedale di Santa Marinella si caratterizzò per essere una struttura sanitaria adibita più alla "riabilitazione" che alla cura, anche se, venne costruita una nuova sala chirurgica (a carattere prevalentemente ortopedico). Nella struttura erano presenti diverse sale da ginnastica e gli interventi chirurgici e la terapia farmacologica venivano affiancati e completati con l'elioterapia, i bagni di mare e gli esercizi all'aria aperta.
Sede di Palidoro https://it.wikipedia.org/wiki/Ospedale_pediatrico_Bambino_Ges%C3%B9
La riforma ospedaliera del 1968 (riforma Mariotti) incise notevolmente sugli assetti organizzativi degli ospedali, dando la possibilità di una “classificazione” anche a quelli privati o di enti ecclesiastici. Questo processo interessò anche l'ospedale Bambino Gesù classificato nei tardi anni settanta come "Ospedale specializzato pediatrico regionale". Nell'ottica di un'ulteriore espansione dell'ospedale, nel 1978 papa Paolo VI affidò al Bambino Gesù una vasta area di fronte al mare, in località Torre di Palidoro, a pochi chilometri da Roma lungo la via Aurelia, con tre padiglioni già adibiti all'assistenza di bambini con poliomielite o paralisi spastica. In breve tempo la struttura venne riconvertita in "Centro per le Deformità Vertebrali e per la Cura del Diabete": nacque così la sede di Palidoro del Bambino Gesù che nel giro di pochi anni si affermò come centro di assistenza medico-
Sede di San Paolo Fuori le Mura
Sede di Viale Baldelli
Sede di Passoscuro Dal Comunicato stampa del 22 marzo 2022
Con 20 moduli abitativi già attivati e altri 10 in preparazione apre a Passoscuro, nel comune di Fiumicino, il più grande Centro di Cure Palliative Pediatriche in Italia, realizzato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. È la prima struttura di questo tipo nella Regione Lazio, dove si stima che siano circa 1000 i bambini con malattie gravi ad alta complessità assistenziale, che necessitano di cure palliative. Un edificio di 5 piani immerso nel verde e a pochi passi dal mare, ristrutturato grazie al contributo di piccoli e grandi donatori, tra i quali la Fondazione Angelini, Andreotti & Brusone Phi
La struttura ospitava in precedenza una scuola materna gestita dalle Piccole ancelle del Sacro Cuore, un istituto religioso femminile.
Il Centro è dedicato all’accoglienza di bambini e adolescenti con malattie rare, inguaribili, ad alta complessità assistenziale. Garantisce la presa in carico del paziente e di tutto il nucleo familiare: non solo i genitori, infatti, ma anche i fratelli e le sorelle subiscono la situazione di malattia e il carico assistenziale. Il Centro garantisce la cura e il controllo attento dei sintomi, primo fra tutti il dolore, e delle patologie concomitanti, l’attenzione particolare all’alimentazione e ai problemi ad essa correlati. Ma si prende cura anche dei bisogni psicologici, relazionali, spirituali, sociali, educativi.