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Tratto integralmente da: Notizie storiche dell’Ospedale civile di Carità di Sassari – Giacomo Murro-
Nel medio evo una terribile pestilenza infieriva in Europa. La lebbra conosciuta col nome di Elefantiasi dei greci, si era talmente diffusa, massime all'epoca delle Crociate, che da per tutto sentivasi la necessità d'instituire Ospizi pei poveri lebbrosi, i quali, abbandonati dai propri congiunti, languivano sulle pubbliche vie, ed erano sottoposti ad inumane misure.
Il morbo pestilenziale essendo pur penetrato nel sardo suolo, e dominando nel regno turritano, doveasi quivi di necessità lamentare la mancanza d'un ricovero che accogliesse i miseri infermi e li separasse dai sani.
Alberto, monaco di San Benedetto di Monte Cassino ed Arcivescovo di Torres, riparava a questa lacuna nell'anno 1176, fondando nelle vicinanze di Sassari un Ospedale destinato a ricevere specialmente i poveri leprosi.
Egli chiamò a tal uopo i frati dell'Ospedale di S. Leonardo di Stagno in Pisa, donando in compenso al Maestro Pietro ed ai frati la chiesa di S. Giorgio di Oleastreto con le terre, le vigne, i boschi, i servi e gli armenti alla medesima spettanti, con che gittavansi in Sassari le prima fondamenta d'uno Spedale per la cura dei poveri lebbrosi.
Trascorsi appena due anni (1178) Barisone II, Re di Torres e Lugudoro, unitamente alla consorte Preziosa ed al figlio suo Costantino, facevan dono ai detti frati della Casa regia di Bosne e dell'annessa Corte, con tutte le sue pertinenze, beni mobili, immobili e semoventi, con la condizione di erigere, nelle vicinanze di Sassari uno Spedale per raccogliervi i poveri qui elefantico morbo laborant; confidando in perpetuo a Sigismondo, Rettore dello Spedale di Ponte Stagno e suoi successori il governo di detto Spedale.
All'atto della donazione il generoso e pio re aggiungeva quelle condizioni e cautele che potessero garantire l'esistenza avvenire e lo premunissero dall'indolenza e dallo sperpero dei redditi per parte degli amministratori. Per circa 80 anni questi due Ospedali vennero amministrati da un Priore che il Maestro dello Spedale di Stagno inviava in Sassari. E si ha notizia che avendo alcuni sassaresi usurpato diversi molini col corso delle acque,
ed alcune terre appartenenti all'ospedale di Bosne, il Priore di esso, rivoltosi prima inutilmente al Giudice Turritano, supplicava il pontefice Gregorio IX affinchè l'ospedale fosse reintegrato nel possesso dei beni usurpati. Al quale oggetto il Pontefice incaricò il vescovo di Ampurias, onde interponesse i suoi uffici presso gli usurpatori, perché volessero restituire pacificamente le cose indebitamente tolte; e nel caso non aderissero alle amichevoli proposizioni s'intimassero a comparire in Roma per esporre le loro ragioni.
Nell'anno 1257 il papa Alessandro IV soppresse i frati di S. Leonardo di Stagno in Pisa, ed applicò l'asse patrimoniale alle Monache di Santa Chiara della stessa città, le quali perciò amministrarono gli Spedali di Sassari per mezzo di Conversi del detto Monastero, che inviavano col titolo di Superiori, ed ai quali davano anche la sopraintendenza sulle altre lebbroserie stabilite nell'isola.
In progresso di tempo le Monache Clarisse diedero in locazione a privati individui i beni dell'Ospedale, coll'onere di continuare la consueta ospitalità ai lebbrosi.
In tal guisa procedette l'amministrazione dei detti Spedali sino a quando Primo, Arcivescovo di Torres concedeva, nel 1401, a Bartolomeo Fara Chierico Turritano, l'investitura di tutto il patrimonio e dei redditi dell'Ospedale con gli obblighi ad essa inerenti.
Le Monache nel 1432 incaricarono il Canonico pisano Angelo Piori, dimorante in Roma, perchè, esposte le ragioni esistenti a favore delle medesime, s'adoprasse di ottenere il ricupero di tutte le pertinenze. Ed è assai probabile che le dette monache abbiano ottenuto d'esser nuovamente investite dei beni e dei redditi degli Ospedali, dappoichè esiste un atto, rogato in Alghero nel 1568, in cui il visitatore apostolico dispone un corrispettivo di 28 fiorini d'oro italiani all'anno in nome del Monastero delle Clarisse.
Da altre donazioni si deduce invece che verso, la metà del secolo 16°, l'alto dominio e l'amministrazione dello Spedale dei leprosi apparteneva al Municipio, il quale ne cedette il governo ai frati di San Giovanni di Dio allorchè questi nel 1639, si stabilivano in Sassari.
Eretto in origine pel ricovero dei poveri affetti dalla lebbra, quando questa venne a scomparire, furonvi ricoverati infermi d'altre malattie, e preferibilmente gli affetti da morbi cutanei e contagiosi, non che i malati cronici ed incurabili. Nel 1673 venne soppresso, poscia che nessuno più vi si ricoverava, ed i suoi redditi vennero incorporati a quelli dello Spedale dell'Annunziata.
Del fabbricato, ritenuto inservibile, se ne vendettero prima i ruderi (1781), e poscia se ne alienarono le rimaste rovine col terreno annesso.