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Il contenuto della scheda deriva integralmente dal Volume: 1902-
Fu nel lontano 22 settembre 1902 che iniziò la sua attività il Sanatorio di San Pancrazio primo ospedale a capire che il clima mite e salubre avrebbe dato un buon aiuto nella lotta contro la tubercolosi e precursore quindi di tutto il proliferare di sanatori che sono venuti a collocarsi in quel di Arco.
Dalla cronaca delle Suore della Santa Croce conosciamo che il 10 novembre 1900 la Madre Generale Pancrazia Widmer partiva da Ingenbohl, Svizzera, per recarsi nel Tirolo onde verificare se era possibile assecondare l'insistente desiderio del vescovo di Trento Eugenio Valussi, come pure dei medici di Arco, per l'erezione di un Sanatorio per malati affetti da tubercolosi dozzinanti di I a e II a classe. Individuati, presso la casa Marienheim, i terreni idonei per la costruzione del Sanatorio vennero acquistati alla fine del 1900 e in parte agli inizi del 1901.
Il 31 gennaio 1901 il dr. Spitzmüller, inoltrava al Municipio di Arco, a nome dell'Istituto di Ingenbohl, il progetto di un sanatorio e di una lavanderia nella zona di S. Sisto.
Progettista e assuntore dei lavori è il dr. ing. Angelo de Negri. Il 4 aprile veniva consegnato e poi approvato il disegno del sanatorio. Nel luglio venivano richieste delle varianti. Il nuovo disegno viene approvato il 7 agosto. Il 15 settembre 1902 viene concessa l'abitabilità e il 22 viene inaugurato con solennità.
Il Sanatorio venne chiamato “S. Pancrazio" in onore della Madre Generale Pancrazia Widmer. Si pensò pure di redigere uno statuto e un orario per la casa.
Il Sanatorio non fu riconosciuto come ente religioso e pertanto si dovette iscriverlo alla Camera di Commercio.
La prima Superiora del Sanatorio fu Suor Viola Peterhans, coadiuvata da dieci Suore in parte infermiere, in più c'erano tre "candidate". Nei primi anni si stentava assai a tirare avanti. Il Sanatorio aveva cinquanta posti letto, le camere erano a 1 o 2 letti; il primo ospite entrava proprio il giorno dell'inaugurazione ed era un ingegnere ebreo.
Dal giugno 1915 al 3 novembre 1918 il sanatorio fu occupato dalle truppe austriache e funzionò come ospedale militare; l'amministrazione di guerra austriaca pagò ogni mese alle Suore l'affitto.
Dal 12 dicembre 1918 fino alla fine di gennaio del 1919 vi vengono ospitati circa 200 profughi della Val di Ledro provenienti dalla Boemia e dalla Moravia, i quali non possono ritornare nei loro paesi data la disastrosa situazione delle loro case, quasi tutte inagibili.
Dai primi di marzo fino a metà novembre 1919 l'edificio viene requisito per essere trasformato in ospedale per le truppe italiane.
Queste diverse occupazioni provocano seri danni alla struttura, ma soprattutto agli arredi: porte, pavimenti, finestre e servizi igienici. Mentre i residenti, ricevono dal Consorzio delle Province e dei Comuni trentini un anticipo per iniziare i lavori di riparazione delle case e degli edifici produttivi, così da riprendere le attività economiche, la richiesta di indennizzo alle Suore viene respinta, con la motivazione che l'Art. N° 2 del "Testo unico" prevede il risarcimento solo ad italiani o residenti in colonie italiane, mentre i forestieri residenti in Trentino debbono rivolgersi al Governo della nazione interessata, il quale tratterà direttamente col Governo italiano.
Dunque non viene pagato l'affitto per il periodo in cui al San Pancrazio erano stati ospitati i profughi e nemmeno per i mesi in cui il Sanatorio era stato destinato a ospedale militare.
In tutto il periodo della guerra e nel dopoguerra le Suore rimasero nel sanatorio per aiutare a curare e assistere i feriti. Quando la struttura venne requisita dalle truppe italiane, le Suore furono considerate delle straniere, e quindi in pratica delle prigioniere. È il momento più delicato e difficile per il Sanatorio e il suo personale. Le Suore si trovano in uno stato di vera miseria; per parecchio tempo rimangono senza pane, latte e altri alimenti.
Durante i primi mesi del 1920 il Sanatorio viene messo in ordine, imbiancato all'interno e pulito. Ritornano anche i mobili che al tempo dello sfollamento (maggio 1915) erano stati portati ad Hall, e così, verso la fine del 1920, il complesso viene riaperto; la nuova Superiora è Madre Serafina Gerst.
Il San Pancrazio, per i primi anni del dopoguerra, sarà l'unica struttura per ammalati di tubercolosi; solo nel 1924/25 si apriranno i sanatori Europa, Vittorio Emanuele III e man mano tutti gli altri, finché Arco diventerà centro sanatoriale di importanza nazionale.
Con la prima guerra mondiale Arco, che si trovava al confine sulla linea di combattimento, soffre gli inevitabili danni della guerra e dell'abbandono della città da parte degli abitanti evacuati, per cui, dopo la guerra, si trovano distruzioni e miseria: ma la salute è il più gran dono e gli ammalati vi ritornano e gradatamente rifiorisce il centro climatico. Nel 1919 viene costruito il sanatorio provinciale "Argentina" (inaugurato nel 1924), iniziato con i fondi raccolti dagli italiani residenti in Argentina, più tardi il sanatorio privato Europa.
Nell'anno 1927 inizia la lotta alla tubercolosi con nuove leggi e il sanatorio San Pancrazio chiede di essere convenzionato con i vari Consorzi Provinciali antitubercolari al fine di ospitare ammalati le cui rette vengano pagate dall'Ente pubblico, appunto il Consorzio Antitubercolare.
Il 28 maggio 1931 l’Amministrazione chiede una trasformazione parziale della casa in sanatorio a tipo popolare per malati di sesso femminile.
L'autorizzazione viene data, ma trattandosi di struttura privata, è vincolata a delle condizioni.
Le principali sono:
1) É destinato per il ricovero e la cura di malate convenzionate al secondo piano del Sanatorio "San Pancrazio".
2) Le camere di degenza avranno disponibilità massima di 38 letti.
3) Le pazienti dovranno disporre di tutta la veranda del piano che occupano per la cura d'aria. Anche il parco della casa dovrà essere a disposizione delle ammalate.
4) Vi dovranno essere altre due stanze intercomunicanti destinate per sala di ritrovo e di scrittura.
5) Altre due stanze dovranno essere ampiamente intercomunicanti e destinate a refettorio. Le vivande dovranno arrivare alla dispensa con un montacarichi; dovrà esserci un lavastoviglie meccanico e il personale addetto dovrà essere estraneo al servizio di cucina e refettorio.
6) Si riconosce l'attuale direzione sanitaria di tutto il sanatorio; dovrà però essere assicurata la residenza in casa di un medico. Due infermiere saranno destinate all’assistenza delle pazienti, di cui una a turno compirà il servizio notturno.
7) Tutto il personale sanatoriale (medici e infermiere) dovrà essere abilitato a norma di legge.
8) Una cura speciale e costante sarà posta dalla Direzione della casa nel suscitare e radicare nelle pazienti, durante il loro periodo di degenza, norme educative tali da poter essere nella società il miglior ricordo ed utile risultato della vita dei sanatori.
Con altri due decreti, uno del 1932 e l'altro del 1935, viene esteso a tutto l'edificio l'autorizzazione ad ospitare le pazienti, per un numero complessivo di
64 posti letto per il reparto popolare.
Scoppia il secondo conflitto mondiale. Il 29 settembre del 1943 il colonnello medico dr. Kreschel, fa presente che il sanatorio sarà occupato e che quindi deve essere sgomberato dagli ammalati. I degenti piangono. Ci sono coloro che non sanno dove andare perché i loro paesi sono occupati dagli alleati ovvero hanno la guerra in casa e c'è chi non ha più nessuno, e c'è chi è morente. Due grandi autocorriere sono venute a prendere i poveri ammalati per accompagnarli a Brescia, da dove ognuno partirà per la destinazione fissata.
Tutto il Corpo Sanitario Germanico, addetto ai lazzaretti di Arco, composto da 36 medici, ha occupato il pianterreno e il primo piano.
Tra i ricoverati illustri vi è anche il maresciallo Kesselring.
Terminato il conflitto, il 9 luglio 1945 le Suore chiedono alla Regia Prefettura di Trento l'autorizzazione a riaprire il sanatorio; viene data a fine Novembre.
Il 13 marzo 1946 viene stipulata una convenzione tra il Sanatorio e l'Opera Nazionale Invalidi di guerra e l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, per ospitare i degenti inviati da questi due Enti. La convenzione viene rinnovata in data 24 gennaio 1965 con l'INPS di Roma e i posti letto vengono portati a 100.
Il 24 gennaio 1975 il San Pancrazio viene riconosciuto come Ospedale Provinciale specializzato in pneumotisiologia. Successivamente nel 1981, viene classificato "Ospedale Provinciale specializzato per lungodegenti ad indirizzo riabilitativo". Dal 1°dicembre 1995 viene classificato come ospedale monospecialistico in attività riabilitativa.