Ringrazio i collaboratori della Biblioteca di Fermo che mi hanno fatto dono del testo "luoghi e forme dell'Assistenza Sanitaria , Ospedali, medici condotti e operatori sanitari a Fermo e nel Fermano dopo l'Unità di Italia" edito nel 2011 dall'Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Fermo.
Ringrazio poi l'Ordine stesso che, ha condiviso con me i contenuti riportati.
Mi sono limitato nel sito a riportare gli aspetti storici degli ospedali citati ma, il volume, di quasi 200 pagine, è estremamente ricco di contenuti per cui ne suggerisco la consultazione. Come ultimo, considerato che sto eseguendo la ricerca su tutto il territorio nazionale, è il primo caso dove un Ordine Professionale commissiona una tale proposta editoriale. Ho avuto modo di constatare che il volume appartiene ad una fortunata serie editoriale promossa dall’Ordine dei Medici di Fermo finalizzata alla riscoperta della storia medico-sanitaria della provincia fermana e che è stata realizzata grazie alla cu-ra scientifica dello Studio Firmano in cui è stata concessa ampia attenzione ai luoghi ed agli istituti di assistenza e cura. Rinnovo, pertanto, l’invito alla lettura del volume.
L'ospedale origina dal lascito testamentario di Serafino Serpioni di Belmonte Piceno, stipulato in data 22 febbraio 1831 che destina un capitale di fondi rustici ed urbani e censi attivi, per la fondazione di un ospedale per i poveri infermi del comune di Belmonte. Nel 1854 alla morte del testatore, l'ammini-strazione del lascito venne assunta come esecutore testamentario dal pievano Don Francesco Nobili di Belmonte che la mantenne fino a tutto l'anno 1860, anno in cui per effetto del decreto commissariale il lascito passò alla commissione Municipale, e quindi alla Congregazione di Carità per decreto del 19 gennaio 1865. La fabbrica dell'ospedale, una volta individuato un locale conveniente, fu realizzata grazie alle rendite annuali del lascito. Accanto all'opera dell'ospedale va ricordata anche l'opera Pia San Savino istituita da Don Michele Corsi di Belmonte, canonico della metropolitana di Fermo nell'anno 1847 che non che con atto rogatorio notarile, lasciò un capitale in censi dell'ammontare di scudi 1010 affinché le rendite fossero utilizzate a sollievo della classe povera mediante somministra-zione di medicinali e sostanze alimentari a poveri infermi, e ogni tre anni, quando vi fossero dei so-pravanzi ad una zitella povera del paese. L'opera Pia San Savino fu amministrata fino all’ottobre 1860, da deputati designati dallo stesso pio fondatore, cioè dal capo del Municipio, dal parroco pro tempore, e dai signori Domenico Corsi ed Antonio Urbani entrambi di Belmonte Piceno.